Protesta contro gli abbattimenti, le tensioni a Roma. Dalla Campania anche in Penisola sorrentina preoccupazioni

Protesta contro gli abbattimenti, le tensioni a Roma. Dalla Campania anche in Penisola sorrentina preoccupazioni  , ecco la cronaca de Il Mattino a firma di Francesca Mari
Erano davanti a Montecitorio per protestare per il «diritto alla prima casa» contro gli abbattimenti. Sono usciti dal Palazzo alcuni deputati e li hanno ignorati, così loro hanno spinto le transenne, lo hanno fatto soprattutto le donne, mamme e nonne disperate; c’è stato uno scontro con la polizia. Una donna di mezza età si è sentita male, un’altra è stata colpita, nel caos, da una manganellata ed è stata portata in ospedale. Forti tensioni ieri a Roma per i vari comitati contro gli abbattimenti del Sud Italia, provenienti dal basso Lazio e Sicilia, ma per lo più dalla Campania e soprattutto da Napoli e provincia. È la quarta volta in pochi mesi che le centinaia di persone, delegate dalle varie associazioni per chiedere il decreto ferma ruspe per le case abusive di prima necessità, si dirigono a Roma e incontrano deputati di vari partiti, ma non molto è cambiato se non per qualche caso specifico che ha ottenuto, grazie ai legali, la sospensione. O una proroga di 15 giorni, come quella per la famiglia Ciotola di Pianura, due adulti e due bambini, la cui casa sarà la prima ad essere abbattuta.
LE PROPOSTE
Sono 200mila le sentenze di abbattimento passate in giudicato in Campania e 70mila tra Napoli e provincia (dati Legambiente); di queste le ruspe hanno raso al suolo solo il 2% del totale. Già quattro mesi fa i comitati avevano incontrato a Roma diversi parlamentari, ai quali avevano consegnato una proposta di decreto legge per la «urgente sospensione temporanea delle giudiziali demolizioni» accompagnata da una petizione con 10mila firme e curata dal legale di tutti i comitati della provincia di Napoli, l’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro. La proposta doveva essere consegnata al presidente Mario Draghi, ma finora non se ne sono avute notizie. L’unica svolta, dopo il caso delle dimissioni del sindaco di Casal di Principe Renato Natale, è stato da parte della ministra Mara Carfagna, con il tavolo interministeriale su una norma ad hoc sull’uso in funzione di edilizia pubblica dei beni abusivi in zone senza vincoli.
L’INCONTRO CON SGARBI
Ieri, dopo le prime tensioni, i manifestanti hanno incontrato Gianluca Cantalamessa (Lega), Paolo Russo (Fi), Andrea Romano (Pd) e Vittorio Sgarbi (Misto). «I parlamentari ci hanno rassicurato – dice Sabrina Ranucci, tra le manifestanti – ma abbiamo contestato coloro che nemmeno avevano guardato la proposta. Chiediamo, oltre al ferma ruspe nell’immediato perché ci sono persone a cui domani abbatteranno la casa e non c’è tempo, la proposta di modifica della sanzione della legge da amministrativa a penale, quindi prescrivibile entro 5 anni come chiede la Corte Europea». Tripudio all’arrivo di Vittorio Sgarbi, acclamato perché in una trasmissione tv aveva affrontato il tema degli abbattimenti. «Non sono scelte che competono alla politica – ha detto Sgarbi – ma ai magistrati. Solo che trovo assurdo che i magistrati debbano fare i fenomeni, punendo la povera gente. È questione di buon senso, dovrebbe esserci un decreto regionale. Chiamerò il presidente De Luca, che è uno tosto. Chiamerò anche il presidente Draghi».

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