Femminicidi: la strage infinita. Intervista all’On. Carmen Di Lauro

Questa mattina in prima pagina sui maggiori quotidiani italiani campeggiano le foto di due donne, si chiamavano Sonia e Giuseppina, sono state uccise, la prima in Calabria, la seconda in Lombardia, sempre con la stessa motivazione, un maschio che non regge l’abbandono. Scriviamo “maschio” e non “uomo”, non a caso. Dal 1 gennaio ad oggi, sono state assassinate 78 donne, 78 cittadine italiane, quasi tutte dai rispettivi ex o mariti che temevano di diventarlo. È una strage infinita, non si tratta di un fatto privato ma di un vero problema di Stato ed è così che andrebbe trattato, ne sono convinti anche in Europa, non a caso a luglio di quest’anno c’è stato un incontro bilaterale tra le ministre delle Pari Opportunità di Francia e Spagna, l’On. Élisabeth Moreno e l’On. Irene Montero, per studiare una strategia comune (in Francia le donne vittime di femminicidio sono state 146, in Spagna 55, dati del luglio 2021). Abbiamo voluto incontrare un esponente delle Istituzioni e chiedere a chi siede in Parlamento e ci rappresenta qual è la strategia italiana. A risponderci, mostrando piena disponibilità, è stata l’On. Carmen Di Lauro (M5s), campana, nata a Vico Equense, dal 21 giugno 2018 al 22 luglio 2020 componente della XIV Commissione (Politiche dell’Unione Europea), dal 2018 siede nella Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, dal 22 luglio 2020, invece, è componente della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici).
On. Di Lauro, in questi anni è stato fatto molto per combattere il femminicidio ma di violenza le donne continuano a morire, bisogna fare di più e farlo in fretta, secondo lei quale altra proposta si potrebbe presentare in Parlamento? Quali misure chiedere di adottare per arginare questo fenomeno?
Ci sono molte proposte già presentate o comunque all’attenzione di parlamento e governo. Innanzitutto, sul fronte dei minori. nell’ambito di un conflitto all’interno di una coppia, vittime sono anche, se non soprattutto, i figli che devono subire da spettatori inermi, le conflittualità quotidiane e le conseguenze, a volte anche drammatiche. Per fare questo sono quindi necessarie norme che assicurino l’allontanamento degli autori delle violenze o presunte tali e la sicurezza delle donne e dei minori, anche con la presenza più costante di forze di polizia. Dal punto di vista giudiziario molto è stato fatto con il codice rosso, ma un’ulteriore semplificazione del sistema giudiziario, che possa garantire un processo più celere e giusto, garantirebbe ulteriormente le vittime, che non si vedranno più costrette ad aspettare anche 10 anni prima di vedere condannati i colpevoli delle violenze subite o di femminicidio. Col rischio che possano continuare a perpetrare questi crimini. La formazione è senza alcun dubbio fondamentale. Una formazione che deve essere diretta in particolare ai giovani, e quindi all’interno del sistema educativo, in modo tale da crescere giovani generazioni con forti anticorpi alla violenza, che la possano subito riconoscere e denunciare, ma anche in grado di rispettare la figura femminile e trattarla al loro pari. Ma che sia diretta anche ai vari operatori che entrano a contatto con le vittime: sanitari, operatori sociali, psicologi, associazioni, forze dell’ordine, avvocati, magistrati. E non da ultimo, in ambito universitario dove nel nostro Paese siamo ancora in ritardo nel costruire percorsi di studio specifici su questi temi.

On. Di Lauro, la Cassazione a luglio di quest’anno ha deciso che lo stalking non sarà più considerato un’aggravante del femminicidio, cosa pensa di questa decisione?
-Si tratta di un argomento estremamente tecnico che solo un magistrato o un avvocato potrebbero spiegare nel dettaglio procedurale. Quello che si può dire è che rispetto a quanto riportato da alcuni titoli di giornale la sentenza non ha assolutamente stabilito che lo stalking non sarà più considerato un’aggravante del femminicidio. Tutt’altro. La Corte di Cassazione., Sezioni Unite, è stata chiamata a stabilire se i due reati di “omicidio aggravato dallo stalking” e “stalking” possono concorrere e quindi aprire un processo per il solo reato di omicidio aggravato per stalking o un processo per omicidio aggravato per stalking assieme al reato di stalking. In questo caso, com’è logico che sia, il reato di omicidio aggravato dallo stalking assorbe in sé il reato di stalking. Nel caso specifico il colpevole è stato condannato all’ergastolo, grazie alla condanna per reato di omicidio aggravato dallo stalking. Vale la pena ricordare che la condanna media per omicidio volontario è di 12 anni e quindi, se si fossero trattati i due reati separatamente, (omicidio e stalking), paradossalmente, ci sarebbe potuta essere una pena più corta. (Qui un’ottima sintesi: http://www.ilsussidiario.net/news/stalking-non-e-piu-aggravante-femminicidio-ma-non-e-vero-cosha-deciso-cassazione/2197470/amp/  )

On. Di Lauro, qualche giorno fa su un quotidiano nazionale, in un articolo sulla violenza domestica, è apparso il disegno di un bambino che aveva ritratto il padre senza braccia accanto alla madre. Alla domanda dello psicologo che ne chiedeva il motivo, il bambino ha risposto che in quel modo non avrebbe potuto più picchiare la madre. Questo per dire che la violenza su una donna devasta anche i suoi figli. Le chiedo anche in questo caso, ritiene il Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 21 maggio 2020, n. 71 sugli “Orfani dei crimini domestici e di reati di genere”, sia sufficiente? Il minore non avrebbe bisogno soprattutto di un aiuto psicologico garantito da professionisti che lo Stato dovrebbe sempre essere pronto a mettere a disposizione?
– Il trattamento dei minori all’interno di un conflitto di coppia (vedi risposta 1) è un tema molto delicato. Il tema è venuto fortemente alla ribalta a seguito dello scandalo di Bibbiano. Riconoscere queste situazioni è sempre molto difficile perché si rischia di allontanare i figli dalla famiglia, anche in quei casi in cui ci sarebbero soluzioni alternative e più efficaci. Anche su questo come M5S ci sono state molte proposte, alcune particolarmente articolate e sono all’attenzione del governo. Per quanto riguarda il Fondo degli orfani è sicuramente un importante passo avanti. Non si può che continuare su questa strada, eventualmente pensando ad allargare il fondo anche a tutti gli altri orfani minorenni che si trovano comunque in situazione di instabilità economica.
Per quanto riguarda il sostegno psicologico, è indubbio che la presenza di affetti e altri parenti stretti sia necessario per una serena crescita durante l’infanzia e l’adolescenza. Compito dello Stato è sicuramente quello di fornire tutti gli strumenti per garantire questo processo. Rimane fermo che l’assistenza psicologica, in quanto servizio sanitario, è di competenza regionale. Ma su questo ci sono molte proposte per la gratuità o comunque forti agevolazioni per l’assistenza psicologica a tutti, in particolare ai soggetti più fragili (vedi emendamenti alle leggi di stabilità e varie proposte come psicologo scolastico, psicologo di base, bonus psicologico, ecc.)

Infine Le chiedo se con i suoi colleghi e le sue colleghe del Movimento si è mai riunita e discusso questi argomenti cercando una vision comune per combattere questo fenomeno, da proporre in Parlamento?
– Tutto il lavoro svolto fino ad oggi è stato frutto di un confronto continuo e proficuo avvenuto all’interno del movimento 5 stelle, in particolare segnalo l’intergruppo parlamentare delle deputate per i diritti delle donne e le pari opportunità e la commissione sul femminicidio che da tempo approfondiscono e si battono per queste tematiche.
Di Luigi De Rosa

Generico settembre 2021

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