Totò a Capri, mega yacht e scatti sui social? No, grazie

Oggi è tempo di un salto nel passato. Un salto di quasi cento anni a ricordare l’icona che ha reso grande Napoli nel mondo: Antonio De Curtis, in arte Totò. Nel XXII secolo la gara è tra chi ha lo yacht più spazioso, il costume più costoso e chi fa lo scatto più bello da pubblicare sui social network. E invece ecco Totò, negli anni ’30 in barca a Capri. Erano pur sempre altri tempi, ma la semplicità che ha sempre contraddistinto il principe della risata la si intravedeva anche in queste piccole cose. In quegli anni ciò che legava Totò a Capri era il suo ultimo film “L’Imperatore di Capri”, in cui Totò viene scambiato per un principe indiano da una bella donna con la quale si incontra a Capri. L’uomo sfugge così all’opprimente atmosfera familiare e diventa il villeggiante più ammirato dell’isola.

totò

Il Marchese Antonio De Curtis

Quando nacque fu iscritto all’anagrafe come Antonio Clemente, con il cognome della mamma. Quando mori, nell’Elenco storico della nobiltà italiana, risultava iscritto come: “Focas Flavio Angelo, Ducas Comneno de Curtis di Bisanzio Gagliardi Antonio Giuseppe di Luigi Napoli, Principe Conte Palatino, Cavaliere del Sacro Romano Impero. Nobile Altezza Reale…”. La realtà è che sua mamma Anna rimase incinta di un marchesino che, terrorizzato dalla proibizione del genitore, non si assunse l’onere della paternità. Così Anna aiutata dalla mamma e dai fratelli tira su il piccolo Totò come può, sognando per lui un avvenire come ufficiale di marina. Soltanto all’età di 30 anni Totò, già affermatissimo attore, quando aveva già avuto tutto dalla vita – fama, denaro e donne – ebbe la gioia di essere riconosciuto da suo padre. Totò finalmente lascia il cognome della mamma e diventa il marchese Antonio de Curtis. Ma non è contento – Per rafforzare il suo già altisonante cognome si mette alla caccia di anziani nobili senza prole da cui farsi adottare.

Un principe incoronato troppo tardi

Eppure la figura del principe, ad Antonio, è stata attribuita con qualche anno di ritardo.
La sua rivincita sulla critica del dopoguerra, di grandi messaggi democristiani o comunisti, Totò se l’è presa abbondantemente. Ha ritrovato col tempo (dopo pochi lustri di disgrazia) il suo pubblico della grande stagione, anzi accresciuto dal concorso della o delle televisioni.

Tre funerali

Totò fu speciale in tutto, anche nella morte. Non ebbe, infatti, come tutti i comuni mortali. un solo funerale, bensì… tre. Il primo glielo fecero a Roma, dove abitava da tanti anni e morì- Il secondo a Napoli, la città in cui era nato, alla chiesa del Carmine, davanti a centinaia di migliaia di suoi concittadini. Il terzo a Napoli ancora, ma questa volta nel Rione Sanità, alcune settimane dopo e a bara vuota. Perché così volle il capo guappo del rione Sanità, dove da una folla immensa Totò nato, per riparare un torto. Si può dire che da questo funerale tris sia nato il revival di Totò che in questi trenta anni, lo ha portato ad essere considerato, a ragione, il più importante uomo di spettacolo che abbia avuto l’Italia in questo secolo.

totò funerale

Commenti

Translate »