Tornano i ricoveri per Covid al Cotugno a Napoli , posti letti pieni

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Tornano i ricoveri per Covid al Cotugno a Napoli , posti letti pieni Cotugno è pieno: i 100 posti letto dedicati ai pazienti Covid in questa fase epidemica, considerata a basso impatto, sono stati progressivamente tutti saturati. Ieri mattina, allo smonto del turno dei medici, in pronto soccorso c’erano quattro o cinque pazienti ospitati in uno dei 12 posti letto tecnici ricavati nella prima linea. Il Cotugno, ospedale monospecialistico per le malattie infettive, può contare in totale circa 270 posti letto che, nella fase acuta dell’epidemia, erano tutti dedicati al Covid. Attualmente è tornato per 170 unità e una linea rianimativa, all’assistenza di pazienti affetti da Aids, meningite, tetano, encefaliti erpetiche, tubercolosi, polmoniti batteriche e tutte le altre patologie ed emergenze infettivologiche ma diverse da quelle provocate da Sars-Cov-2. Ora, da un paio di settimane, il livello della pressione del Coronavirus è salito in maniera lenta ma costante. Un anno fa, a fine luglio, dopo un lockdown totale e durissimo, durato fino a maggio, di pazienti al Cotugno ce n’erano pochissimi, solo una decina. Oggi che le misure di protezione sono molto più blande e che per tutta la primavera si è andati avanti con una necessaria convivenza, siamo invece già a 100 con 7 pazienti in rianimazione. L’unico l’argine ad una nuova esplosione di casi, è rappresentato dal vaccino.

«Qui in ospedale abbiamo tra i ricoverati solo persone non vaccinate – avverte Nicola Maturo, primario del pronto soccorso – abbiamo anche alcuni immunizzati con una singola dose di vaccino che non hanno dato seguito ai richiami dopo le vicende su AstraZeneca oppure per altri motivi personali, di lavoro e di ferie, ovvero ancora in attesa della seconda dose. Siamo in effetti l’unico Covid center della città insieme al Loreto nuovo che a differenza nostra non ha il pronto soccorso). Registriamo ogni giorno, tramite il 118, due o tre arrivi in codice rosso. Poi rivalutiamo i pazienti secondo una consolidata routine diagnostica e magari non sono gravi come sembra ma sempre di polmoniti parliamo. Cure nuove non ne abbiamo e gli anticorpi monoclonali sono riservati a casi a rischio in cui la terapia deve iniziare entro 10 giorni dalla diagnosi. I centri di riferimento sono Pozzuoli e l’ospedale del mare. Da noi, invece, arrivano persone che sono state a casa e in ferie con i sintomi per una settimana e che poi si aggravano». Al Cotugno arrivano anche altri pazienti in trasferimento da altri ospedali, in particolare dal Cardarelli. Le disposizioni operative fanno infatti del presidio collinare il principale centro di riferimento Covid della città e dell’intera Campania. Per questo arrivano anche molti pazienti in auto e con propri mezzi, circa il 70 per cento del totale. A volte anche solo per timore, per un controllo, per accertare la natura di sintomi suscettibili di essere ricondotti al Covid. Alcuni sono vaccinati e positivi ma nessuno di questi, o quasi, ha bisogno di essere ricoverato. Basterebbe questo dato a convincere gli scettici e invece la realtà è un’altra. «Nonostante la vaccinazione faccia la differenza tra ricovero e ritorno a casa con una blanda malattia che dura pochi giorni – continua Maturo – incontriamo ancora tante assurde, incomprensibili resistenze anche da parte di chi ha magari perso congiunti con il Covid ma non si è vaccinato e oggi si ritrova a varcare la soglia dell’ospedale. Una resistenza al vaccino concentrata in fasce di popolazione prive di cultura scientifica ma trasversale anche ad altre persone di un certo livello culturale». Molti si vergognano anche di dirlo ma poi emerge che non sono vaccinati per scelta all’atto della compilazione della cartella clinica. Molti ricoverati sono giovani che alla polmonite reagiscono meglio. In rianimazione ci sono i più anziani e malati ma in subintensiva ci finiscono molti quarantenni. Quelli sovrappeso sono quelli che rischiano di più.

Anche al Loreto, che è il secondo Covid center della città, i ricoveri sono in aumento: sono 32 i pazienti in degenza ordinaria (su una disponibilità di 50 attivi) mentre in terapia sub intensiva si è arrivati a 9 sfiorando la capienza massima di 10. Due i casi in intensiva. Lunedì 2 agosto erano 23 in degenza ordinaria 6 in subintensiva e 1 in intensiva e lunedì 26 luglio 22 in degenza ordinaria e 4 in subintensiva e 2 in intensiva. Un aumento costante.

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