Cure domiciliari a Cava de’ Tirreni: tre infermieri per trecento pazienti

Cure domiciliari a Cava de’ Tirreni: tre infermieri per trecento pazienti. A parlarcene è Simona Chiariello in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Tre infermieri per trecento pazienti: a Cava de’ Tirreni presentazioni ridotte e lunghe liste di attesa. Manca il personale e l’assistenza domiciliare è al collasso. Finora il ricorso ad un’azienda interinale ha rappresentato una toppa sui buchi di organico, ma nei mesi scorsi quattro dei sette infermieri sono stati dirottati al poliambulatorio e pertanto all’Adi sono state assegnate solo tre unità. Risultato? Le prestazioni assicurate a pazienti gravi e fragili sono diminuite o fornite con il contagocce. Ma non solo, perché i cosiddetti nuovi utenti (quelli che devono essere inseriti nella lista dei beneficiari) vedono dilatarsi i tempi di attesa. La preoccupazione è stata esternata dagli stessi familiari dei pazienti che parlano di «serio problema all’interno del servizio di assistenza domiciliare e non solo. Le criticità dell’organico assegnato all’Adi, cozzano con l’elevato numero di infermieri assegnati al poliambulatorio, numero di gran lunga superiore a quello destinato agli ambulatorio specialistici».

«Le prestazioni purtroppo sono sempre più ridotte – lamentano i familiari che si sono ritrovati al poliambulatorio – perché gli infermieri sono pochi ed i pazienti tanti. Con questo organico veramente non si può fare molto». Ancora più adirate le famiglie dei pazienti che, pur avendone diritto, non beneficiano dell’assistenza domiciliare integrata perché sono in lista di attesa, ma con pochi infermieri non possono usufruire di alcun servizio e vengono così rimandati. «È una vergogna – dicono – al poliambulatorio ci sono tanti infermieri anche in esubero rispetto agli ambulatori. Vista la carenza di organico per l’assistenza domiciliare, ci chiediamo perché non vengano impiegati per l’Adi». I familiari hanno annunciato di voler scrivere al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per metterlo a conoscenza del problema, che mette a serio rischio l’assistenza di pazienti particolarmente fragili.

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