“Caro Adamo”. Lo psicologo Carlo de la Ville sur Illon spiega l’emancipazione della donna

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“Caro Adamo”. Lo psicologo Carlo de la Ville sur Illon spiega l’emancipazione della donna.

“Caro Adamo. Sbrigati a mangiare questa mela, mi assumo io tutta la responsabilità, ma la storia dell’umanità deve pure iniziare. Cronache di donna e storia”, Graus edizioni, è un prezioso volume firmato dallo psicologo stabiese Carlo de la Ville sur Illon, grosso clinico con ultratrentennale esperienza,       specializzato in psicoterapia umanistica e sistemico-relazionale, consulente tecnico dei tribunali, dirigente    dei servizi psicologici dell’Asl, autore di numerose ricerche e pubblicazioni scientifiche, fondatore con la moglie e collega Alba Saddi di un centro studi psicologici (Alchimie), ma anche appassionato intellettuale e scrittore. Il lavoro è idealmente delicato all’amata figlia, a tutte le donne che ha conosciuto e apprezzato nella vita e nella professione, e a tutte le figure femminili che hanno fatto grande la storia dell’umanità. Il libro ha ricevuto il patrocinio della Commissione regionale per le Pari Opportunità e del Consiglio Regionale della Campania. Il testo traccia un attento exursus, tra narrazione e notizie di natura storico-sociologica, dell’evoluzione dell’emancipazione femminile dal primo Novecento ai giorni nostri. Per farlo, l’autore mescola abilmente racconti di fantasia che hanno per tema storie emblematiche di donne dei vari contesti storici con sue note su leggi, regole, mode e costumi dell’epoca rappresentata. Il messaggio è che la condizione di attuale parità della donna, che nella società contemporanea appare scontata e sacrosanta, dal diritto ad avere proprie opinioni e voce a quello a rivestire ruolo giuridico e politico, a quello di godere di opportunità di studio e lavoro, a quello di scegliere il partner e decidere del suo corpo, della sua sessualità e della maternità, è frutto di tante battaglie, combattute al prezzo di sofferenza, dolore, sangue. Nel libro della Genesi, ricorda l’autore, la donna viene creata da Dio dopo l’uomo e gli animali, non da una sostanza nuova ma dalla costola di Adamo, dunque quale prodotto secondario, e ciò ha influenzato ruolo e considerazione che la donna ha ricevuto nei secoli. Ma la sua tesi è che, persino negli anni bui in cui è stata tenuta ai margini dalla prepotenza dei maschi, la donna non sia mai stata vittima passiva, bensì sempre vera artefice della storia e del futuro, in virtù della sua forza creativa, lo spirito di iniziativa e intraprendenza, la vivacità intellettuale, la concretezza, l’intuizione, la curiosità.

Il libro di de la Ville si apre e si chiude con la sua interpretazione personale di come sia andata tra Eva, Adamo e il serpente, dove attribuisce alla prima donna la volontà di dare inizio alla Storia, avendo avuto il coraggio di rinunciare alla quiete eterna del Paradiso per interrogarsi sui limiti del Tempo e dello Spazio, del Bene e del Male, e garantire alla sua progenie i doni della Libertà e della Scelta.

Per raccontare la condizione della donna a inizio Novecento l’autore introduce il personaggio di Antonietta, ragazza povera e semplice ma di grande cuore e sensibilità. All’epoca la donna era vittima di assurde superstizioni (per esempio la giovane è accusata di aver ridotto la famiglia alla miseria facendo morire le capre per averle munte mentre aveva le mestruazioni), non aveva nessun diritto di disporre di danaro o beni propri né della sua stessa persona (infatti il suo matrimonio con un anziano è decretato da un contratto col padre in cui la sua volontà non ha alcuna voce), era valutata in base alla sua verginità (da esibire esponendo il lenzuolo macchiato di sangue dopo la prima notte di sangue) e capacità di procreare, ed era destinata a lavorare come un mulo senza sosta tutti i giorni (nella Bibbia, fa notare l’autore, un giorno di festa è concesso anche agli schiavi e alle bestie, non alla moglie). La nascita di una bambina fa sognare ad Antonietta, schiacciata dalla malinconia, per lei un futuro un giorno diverso.

Lella è la protagonista del racconto sul ventennio del fascismo. Vittima della sua bellezza, in un’epoca in cui alle donne non era consentito essere istruite, perché la loro missione era dedicarsi alla creazione di una famiglia numerosa, la giovane viene molestata dal parroco e, non creduta, esiliata nella casa del Podestà in città, dove finisce nel suo letto fino a che, incinta, non è costretta all’aborto e alla vita di prostituta in un bordello, allora legale. Un corpo per soddisfare le voglie dei maschi, nulla di più.

Poi arriviamo ad Anna, una donna che si muove negli anni del boom economico, quando dopo il conflitto mondiale la popolazione godeva con ingenuo entusiasmo di un improvviso benessere, testimoniato dall’affermarsi di nuovi status symbol quali l’automobile, il televisore, le vacanze al mare ed elettrodomestici quale il frigorifero, che cambiò abitudini di spesa e alimentazione degli Italiani. Proprio col suo arrivo in casa della protagonista si apre la storia. Le donne diventarono bersaglio preferito del marketing pubblicitario e cominciarono a prendere coscienza dei loro diritti, infatti Anna si iscrive a dei corsi scolastici, inizia un lavoro, e, stanca dei continui tradimenti e maltrattamenti del marito, conosce un altro uomo, ma i suoi aneliti di riscossa sono drammaticamente interrotti dal “delitto d’onore” che all’epoca era contemplato dalla legge.

Giuliana è la protagonista del racconto sugli “anni  di  piombo”. Studentessa di Giurisprudenza ai temi delle contestazioni giovanili del 1968, conosce, attraverso l’amica Marianna, l’ingiustizia della società che si accanisce sulla giovane, ragazza madre, licenziata, privata del figlio dato in adozione, di nuovo incinta da un rapporto occasionale e sottoposta a un aborto (all’epoca ancora illegale) da un venale “obiettore di coscienza”. La sua sensibilità la porta da giovane avvocata ad occuparsi delle donne maltrattate, ma la sua carriera viene stroncata sul nascere dal coinvolgimento, per amore di un giovane terrorista, con le frange dei nascenti movimenti eversivi.

Infine, Viviana, ragazza dei tempi nostri (“la storia più difficile”, ha confidato l’autore) offre con la sua storia l’occasione di riflettere sulle contraddizioni contemporanee, dall’eccessivo narcisismo e superficialità promosso dalle televisioni commerciali e dai social media, alle nuove configurazioni dei rapporti uomo-donna, fino alla violenza di genere come disperato tentativo del maschio di ristabilire, con la forza, l’antico potere, ai drammi degli extra-comunitari, al cancro “male del secolo” sempre più diffuso anche nelle fasce giovani.

Il  libro si conclude con un completo excursus storico sulle tappe fondamentali del cammino delle donne italiane verso l’emancipazione dall’Unità d’Italia ad oggi.

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