Capri, stop al diportismo selvaggio: una barriera di boe per difendere i Faraglioni

Capri, stop al diportismo selvaggio: una barriera di boe per difendere i Faraglioni. Primo weekend di solleone senza ormeggio selvaggio nella baia dei Faraglioni. Un primo step verso l’area Marina Protetta. Questo grazie ad un’operazione di tutela marina avviata dal Comune di Capri tramite la realizzazione di una “barriera” con boe tra i Faraglioni e Marina Piccola, in vista della creazione del Parco Marino. Il progetto rappresenta un primo e significativo passo verso l’Area Marina Protetta, scaturito da una proposta dell’assessore al ramo Paola Mazzina.

A tal proposito ha dichiarato l’assessore Mazzina: «Mi sta a cuore rimarcare che il progetto di delimitazione costiera non è stata un’iniziativa improvvisata ma è partito a novembre scorso, quando i ricercatori dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) hanno iniziato i primi sopralluoghi a Capri per iniziare le audizioni con gli operatori del mare. In quel frangente ho richiesto se avviando tutte le pratiche da novembre saremmo riusciti per questa estate 2021 ad avere l’Area Marina Protetta, purtroppo la risposta è stata negativa ed allora abbiamo messo in moto il piano b, ovvero salvaguardare innanzitutto l’area più battuta, quella di Marina Piccola. A quel punto mi sono affidata alla dott.ssa Floriana Di Stefano, esperta ambientale, la quale ha individuato le zone più critiche per attuare, attraverso il posizionamento di barriere galleggianti nel tratto di mare compreso tra Faraglioni Punta Mulo, un piano di limitazione adeguato dell’area».

Si tratta del primo passo, da parte dell’Amministrazione Comunale, propedeutico all’istituzione dell’Area Marina Protetta e rientra in un progetto finalizzato a limitare l’assalto di imbarcazioni sotto costa con pericoli e risvolti negativi sia sotto il profilo della sicurezza che della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. Nello specifico, le boe avranno il compito di «delimitare le zone di balneazione, i flussi in arrivo e perimetrare le zone di caduta massi come da ordinanze della Capitaneria di porto», evidenziando anche i cosiddetti corridoi di lancio per gli accessi ai vari moli in concessione ai beach club di Marina Piccola e all’imbarcadero dello Scoglio delle Sirene. Prosegue l’assessore Mazzina: «Lo specchio d’acqua di Marina Piccola è la zona maggiormente interessata dal diportismo e dall’ormeggio selvaggio per tutta una serie di ragioni: in primis il fondale più basso, la presenza degli stabilimenti balneari e relativi ristoranti sul mare più frequentati, inoltre è un luogo iconico per la presenza dei faraglioni, simbolo dell’isola stessa.

Creando questa delimitazione – prosegue l’assessore al ramo – si va ad applicare la normativa vigente in materia di zone e quindi si impone l’attracco a non meno di 100 metri dalle scogliere a picco e a non meno di 200 metri dalle spiagge e coste». Continua l’assessore: «Il progetto è stato elaborato per tutelare il rispetto di coste e fondali, garantire una balneazione sicura, delimitando dei corridoi di accesso in zone specifiche della costa, per salvaguardare anche gli operatori degli stabilimenti». Ovviamente l’iter per il parco marino richiede ancora del tempo, sebbene in questi giorni verrà depositata una prima proposta di zonazione, sempre per la salvaguardia del fondale e dell’ambiente marino.

Va specificato che le boe di recinzione installate sono solo di delimitazione e non di ancoraggio ma precisa l’assessore Mazzina: «il percorso intrapreso è importante perché non conosce precedenti, nonostante le tante sbandierate dichiarazioni d’intenti, visto che non ci sono mai state iniziative in questa direzione e attesta una volta di più che su questa strada non si torna indietro». Conclude l’assessore con un messaggio che assomiglia ad un monito: «Non ci lasceremo intimidire da nessuno, ascolteremo e dialogheremo con tutti, ma prenderemo delle decisioni nell’interesse dell’intera comunità e mai a beneficio di pochi. Sin d’ora richiediamo al Ministero che velocizzi le procedure perché non siamo più nella fase delle dichiarazioni di intenti. Se Capri vuole continuare ad avere una vocazione internazionale deve anche allinearsi alle prospettive di sviluppo tese a coniugare tutela del comparto economico e salvaguardia in materia di ambiente».

Fonte Il Mattino

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