Albertina Balestrieri, Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana Adulti Castellammare – Sorrento, parla della ripresa degli incontri spirituali a casa Barelli

Albertina Balestrieri, Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana Adulti Castellammare – Sorrento, parla della ripresa degli incontri spirituali, che la sentiamo a casa Barrelli a Meta. Una struttura accogliente e confortevole,  ben organizzata. Qui siamo grazie al vice presidente Pasquale Gargiulo, che ha organizzato per la Parrocchia di San Michele. Incontri interessanti con attiviste e laici che si sono confrontati con gli esercizi spirituali con il metodo si nodale, ma anche parroci, che fra cui Salvatore Savarese di Sant’Agnello, ancora parroco a Gragnano, col quale è nata subito una empatia. Nei gruppi anche Annamaria Aiello professoressa del Liceo Classico Plinio a Castellammare, in i testi sono stati quelli di don Mansueto Bianchi e Bencivenga, che un linguaggio molto attuale e vivo, e un per percorso non solo spirituale ma anche esistenziale. Insomma una bella esperienza che fa crescere e maturare fuori dal caos quotidiano.

Albertina Balestrieri, Presidente dell'Azione Cattolica Diocesana Adulti Castellammare - Sorrento, parla della ripresa degli incontri spirituali

Questo pomeriggio di venerdì 27 agosto 2021, Positanonews ha incontrato Albertina Balestrieri, Presidente dell’Azione Cattolica Diocesana Adulti di Castellammare di Stabia – Sorrento, nello splendido centro ad Alberi, dove si sta tenendo un incontro spirituale.

“Questo incontro è una ricerca che stiamo facendo tra i responsabili dell’Azione Cattolica ed anche altre persone non associative che comunque hanno il piacere di indagare la spiritualità laicale, cioè di capire e ricercare insieme come essere cristiani nei propri ambienti di vita – ci ha detto -. Quindi come vivere il quotidiano alla luce del Vangelo e rimettere insieme la Fede e la Vita, perché la vita, soprattutto adulta ma anche giovanile, spesso è una vita scissa, potremmo dire un po’ schizofrenica, diciamo complessa. Sicuramente la pandemia è un momento di crisi, dal quale però dobbiamo trarre tutto il bene possibile, non dimenticando le difficoltà a cui ha dato luogo, ma anche questo è un ambiente che ci interpella come cristiani per poter dare la speranza, che però passa anche attraverso una conversione degli stili di vita, una riflessione sul dove stiamo andando. Ci sono tante questioni anche planetarie che ci interpellano e sembrano così lontane, ma non lo sono”.

“La situazione in Afghanistan è abbastanza complessa, ma ci sono tanti luoghi in difficoltà, non è l’unico luogo caldo, ci sono tantissime guerre dimenticate nel mondo. Poi arrivano con i mezzi di comunicazioni alcune guerre magari più interessanti per tanti motivi e sembrano le uniche guerre, ma purtroppo non lo sono. Diciamo che lo stile dei cristiani è sempre uno stile lievitante, sta nella pasta anche quando non si vede e fa lievitare e germinare la speranza. Quindi sicuramente ciascuno di noi individualmente, poi vedremo anche come associazione e come Chiesa, andiamo a sostenere quelle realtà che conoscono quei territori e quindi possono entrarci senza produrre danni, e le sosterremo. I corridoi umanitari sono una realtà che anche nella nostra diocesi è sempre stata presente”.

“L’emergenza grossa in Diocesi, come dappertutto, è l’emergenza lavoro. Questo non soltanto perché c’è una difficoltà economica, la pandemia ha acuito le difficoltà economiche, ma c’è anche una questione legata ai diritti sul lavoro. Questi sono temi caldi, perché la pandemia non ha fatto altro che accentuare probabilmente anche le ingiustizie”.

“Noi non abbiamo mai smesso, abbiamo continuato con tante modalità diverse, con contatti e relazioni personali, sostenendo le persone a vario livello, usando anche i mezzi digitali, dei quali abbiamo anche imparato a conoscere i limiti, perché abbiamo avuto tutti il desiderio di vivere in presenza, anche se è più faticoso. Sicuramente la relazione è un’altra faccenda, perché lo sappiamo, il mezzo tecnico non permette di incrociare lo sguardo e questo non facilita le relazioni”.

 

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