Vico Equense, per il secondo anno di fila la spiaggia è solo per i residenti

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Vico Equense, per il secondo anno di fila la spiaggia è solo per i residenti. Ce ne parla Vincenzo Lamberti in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis.

«Comando dei vigili urbani di Vico Equense?» «Sì, prego» «Volevo sapere se per chi viene da fuori Comune è possibile usufruire della spiaggia libera».

«No, c’è un’ordinanza comunale che lo vieta» La telefonata è reale. E testimonia il fatto che, per il secondo anno consecutivo, l’amministrazione comunale di Vico Equense guidata dal sindaco Andrea Buonocore ha deciso di sfidare la Costituzione italiana. Sulle spiagge libere del litorale vicano vanno solo i residenti a Vico Equense. Una palese violazione del diritto di tutti i cittadini di usufruire di un bene che non è di proprietà del Comune, ma del demanio, quindi di tutti. Anche di chi viene da Castellammare, Napoli o Trento. Inutile provarci, dunque.

Chi volesse provare a sfidare la norma “leghista” del sindaco Buonocore si troverebbe davanti un cortese ma netto rifiuto. Sulle spiagge libere di Vico Equense, gli “stranieri” (intesi anche come cittadini di paesi confinanti) non possono entrare. Ma, se vogliono spendere qualcosa, possono tranquillamente accedere ai lidi privati dove, ovviamente, la norma della territorialità non vale. Un principio di discriminazione contro il quale già lo scorso anno si era sollevata una vera e propria rivolta. Il motivo di questa decisione, che è riproposta per il secondo anno consecutivo, il sindaco Buonocore lo ha spiegato anche con un video. “L’anno scorso – ha dichiarato il primo cittadino – abbiamo sperimentato un provvedimento che ha trovato consenso nella comunità. Vogliamo continuare su questa strada. Vico da sempre ha fatto della accoglienza e della ospitalità una regola”. Sia chiaro, dice Buonocore “a Vico possono venire a fare il bagno tutti. I nostri lidi sono aperti a tutti. Solo che riserviamo alcuni tratti di spiagge ai cittadini residenti, considerando come tali anche i proprietari di seconde case e gli ospiti di alberghi e strutture extralberghiere”. Dunque anche il sindaco fa capire che se qualcuno vuole portare un po’ di soldi a Vico può farlo. Ma se, per caso, volesse decidere di utilizzare una spiaggia pubblica (ergo di tutti) allora no. Serve la carta d’identità che dimostri la residenza a Vico Equense. Una norma ottocentesca, criticata da ogni parte, forse tollerata in fondo solo dagli stessi residenti. Che sono felici quando i turisti portano economia e benessere nei locali, nei lidi e negli alberghi della città. Un po’ meno, a quanto pare, quando si tratta di ospitare bagnanti che vorrebbero trascorrere qualche ora sulle spiagge libere della città.

Lo scorso anno i Vas, Verdi Ambiente e Società, avevano fatto la guerra anche in sede giudiziaria.

Secondo i Vas, che si erano affidati all’avvocato Daniele Granara, “gli atti impugnati erano del tutti privi di riferimenti scientifici, di analisi specifiche e contestualizzate, della concreta indicazione del motivo per il quale l’accesso alle tre spiagge di Vico Equense dovrebbe essere registrato in modo così rigoroso da precludere di fatto l’accesso al mare per tutti coloro che non siano residenti ovvero ospiti presso una struttura ricettiva della zona, in ciò violando anche il principio di non discriminazione dell’articolo 3 della Costituzione”. Inoltre, gli ambientalisti, ritenevano che “la regolamentazione dell’accesso al mare adottata dal Comune avesse avuto come effetto quello di favorire i gestori delle aree libere organizzate i quali si trovano di fatto monopolisti della stazione demaniale, pur in assenza di una concessione che li abiliti a tale privilegio”. A sorpresa, però, il Tar Campania aveva rigettato le tesi dell’associazione ambientalista stabilendo che “nel bilanciamento degli opposti interessi, non risultano sussistenti i presupposti per dare ingresso alla chiesta tutela cautelare, risultando prevalenti (anche tenuto conto del persistere della situazione di emergenza sanitaria) gli interessi pubblici che si sono intesi tutelare”. Lo scorso anno, in verità, Andrea Buoncore non era stato l’unico in Penisola Sorrentina a limitare l’uso delle spiagge libere. Il primo a firmare provvedimenti restrittivi era stato il sindaco di Meta, Giuseppe Tito, poi seguito dal collega di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli. Scelta che non aveva seguito, invece, il sindaco di Sorrento Massimo Coppola. Che ha annunciato agevolazioni importanti per i residenti in città.

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