Sorrento, il chimico Raffaele Attardi torna ad intervenire sui recenti fenomeni di schiume in mare

Sorrento, il chimico Raffaele Attardi interviene con un nuovo post sull’argomento “scottante” dei recenti fenomeni di presenza di schiuma sulle acque del mare in penisola sorrentina: «Arrivano sempre più numerose le segnalazioni di schiume e di un peggioramento generale della qualità delle acque marine. Ho cercato più volte di dare una interpretazione a questo fenomeno, cercando di far riflettere sul fatto che non si tratta di episodi occasionali, ma di un fenomeno complesso che rappresenta l’impronta digitale delle nostre attività. Ma a questo punto mi sembra evidente che continuare a ripetere le stesse cose non abbia senso. Bisognerebbe invece chiedersi cosa si sta facendo per migliorare… e non solo a Sorrento ma a livello globale, perché certi fenomeni sono globali.

Non si può spingere affinché tutto torni come prima e poi sperare che le cose migliorino da sole. Tornare come prima in molti casi vuol dire tornare al degrado e arrendersi difronte al suo progressivo peggioramento. O si migliora o si peggiora. E noi cosa stiamo facendo per migliorare?  A malapena ci preoccupiamo dell’atmosfera e facciamo spesso solo anche su questo solo chiacchiere e a ben guardare aumenta e non diminuisce il consumo di combustibili fossili. Del mare ci preoccupiamo pochissimo e solo d’estate, per motivi prevalentemente egoistici.

Quello che facciamo d’estate sono poi cose prevalentemente rituali, come togliere ogni tanto qualche rifiuto o cercare ogni tanto uno scarico abusivo. E non pensiamo quasi mai che il mare è invece il più importante regolatore degli equilibri che regolano la Rete della Vita.  Tutto dipende dal mare, ed in particolare temperatura, ossigeno, biodiversità. Il mare ha una doppia faccia, una grande capacità di adattarsi all’inquinamento, ma anche, per la sua immensità, l’impossibilità di tornare indietro quando il cambiamento gli equilibri si rompono. Lui pensa ai fatti suoi, certamente sta cambiando muovendosi verso nuovi equilibri, ma non è detto che questi nuovi equilibri siano soddisfacenti per noi.

Bisogna perciò essere attenti a questi cambiamenti, senza semplificare troppo e senza cercare la soluzione più facile, come quella di uno scarico abusivo, perché se gli equilibri si rompono, poi non si può tornare indietro spegnendo un interruttore.

Per prevenire il disastro dobbiamo diventare consapevoli che abbiano un obbligo da rispettare ed è quello di rispettare la particolare condizione della Rete della Vita che consente la sopravvivenza della specie umana.  Bisogna mettere questo obbligo nella Costituzione e nelle Carte Internazionali. E’ un obbligo morale che non toglie niente ai nostri diritti, ma che anzi rappresenta una conquista.

Non si tratta di fare reset di tutto, anzi a me piace celebrare ogni traguardo che porta comportamenti rispettosi verso l’ambiente. Ma i traguardi, come in una corsa a tappe, non sono l’obiettivo finale e circa il raggiungimento dell’obiettivo di non rompere la Rete della Vita, non sono affatto ottimista.

È sotto gli occhi di tutti che dopo i grandi proclami se non si parte con una nuova visione, si corre il rischio di ridurre ogni cosa a progetti faraonici che non si concludono mai e servono prevalentemente a lasciare le cose come stanno.

D’estate è troppo tardi per eliminare le schiume, bisogna pensarci d’inverno: e tutti i giorni dovremmo preoccuparci di diffondere la consapevolezza che bisogna cambiare radicalmente i nostri comportamenti e che accelerare la realizzazione di impianti fognari e di trattamento dei reflui. Abbiamo un ritardo abissale da colmare. Si stima che in Italia poco più del 30% delle fogne che arrivano a mare sia depurato, e per questo la UE continua ad appiopparci pesanti sanzioni.

Se proprio si vuole imprecare vi bisogna farlo con metodo e continuità, contro le cose che prevedibilmente accadranno a causa della nostra inerzia. Fra poco pioverà e fiumi di fango misti a rifiuti, detriti e sversamenti abusivi finiranno a mare e non è escluso che a causa della mancata gestione delle acque bianche ci siano allagamenti, frane, onde di piena e fianco vittime.

Proviamo adesso a chiedere al Governo, alla Regione, ma anche nei vari Consigli Comunali, cosa si sta facendo per evitare questo disastro annunciato, così forse mitigheremo qualche rischio: dopo potremo solo di compensare i danni.

Anche per questo ci vuole una visione globale. La Terra è l’ultimo dei poveri e noi non abbiamo il diritto di sfruttarla e contaminarla senza limiti».

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