Salerno, contagi raddoppiati in una sola settimana

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Salerno, casi Covid raddoppiati in una sola settimana.

Si raddoppiano i contagi nel corso degli ultimi sette giorni.
Sono 190, infatti, a fronte dei 99 della scorsa settimana e gli 83 di quella precedente, gli infettati rilevati nel salernitano. Sono 44, invece, su 600 test processati, i tamponi positivi comunicati ieri dall’Unità di crisi, per un tasso di incidenza del 7,3 per cento.

Le parti sociali, intanto, tornano ad alzare la voce sul precoce esaurimento dei tetti di spesa per la specialistica ambulatoriale accreditata, puntando il dito contro le forze di governo e di opposizione, ree di immobilismo davanti al rallentamento provocato dalla burocrazia all’annunciato ritorno all’assistenza diretta.

Tornano sopra quota 100 e si raddoppiano rispetto a sette giorni fa i contagi nel salernitano. Sono 190, in tutto, i casi rilevati nell’ultima settimana in provincia, a frante dei 99 di quella scorsa e degli 83 della precedente.

Il mese scorso, in tutto, gli infettati sono stati 872, quasi quattro volte in meno rispetto al mese prima.

Di questi, 137 sono stati rilevati nell’ultima settimana. Nei primi 15 giorni di giugno i positivi erano stati 499, di cui 288 registrati nella seconda settimana. Rapportando questi dati con quelli di maggio, balza evidente agli occhi il netto stacco.

A maggio, infatti, erano stati 3.731 i casi contati, meno della metà di quelli rilevati ad aprile, quando furono 8.481 gli infettati, e quasi 10mila in meno rispetto a marzo, che si chiuse con 13.940 casi complessivi. Passando al setaccio i numeri di maggio e rapportandoli, poi, anche a quelli del mese scorso, è possibile notare come la riduzione sia stata costante.

Se nella prima settimana di maggio i casi erano stati 1.352, a cui erano seguiti altri 1038 nella seconda, già dalla terza settimana si è evidenziato un crollo dei contagi, che sono scesi a 698, fino ad arrivare ai 414 degli ultimi sette giorni. Nella seconda settimana di giugno, invece, i tamponi positivi rilevati sono stati 288, passando per i 236 della terza, fino ai 137 degli ultimi sette giorni.

A determinare l’incremento di questa settimana, invece, la fiammata registrata in questi giorni nell’area nord e quella non ancora spenta in Cilento, per i focolai legati all’avanzata delle varianti. Una crescita confermata anche dalla risalita a 13 casi per 100mila abitanti dell’incidenza dei contagi, dopo due mesi di discesa costante. Nelle settimane passate il dato era sceso anche sotto i 10 casi, raggiungendo quota 8 due settimane fa.

Sono 44, intanto, su 600 test processati, i tamponi positivi comunicati dall’Unità di crisi, per un tasso di incidenza del 7,3 per cento, di cui ad Agropoli 2, Angri 1, Ascea 1, Baronissi 1, Bellizzi 1, Buonabitacolo 1, Cava de’ Tirreni 1, Laurino 1, Montecorvino Pugliano 2, Montesano sulla Marcellana 2, Nocera Inferiore 3, Ogliastro Cilento 1, Padula 1, Pellezzano 2, Pontecagnano Faiano 9, Positano 2, Salento 1, Salerno 5, Sant’Egidio del Monte Albino 1, Scafati 1, Teggiano1, Vallo della Lucania 4.

Le parti sociali, intanto, tornano ad alzare la voce sul precoce esaurimento dei tetti di spesa per la specialistica ambulatoriale accreditata, puntando il dito contro le forze di governo e di opposizione, ree di immobilismo davanti al rallentamento provocato dalla burocrazia all’annunciato ritorno all’assistenza diretta.
«Nonostante i proclami, il ritorno resta sulla carta e i cittadini continuano a dover pagare le prestazioni dichiara il responsabile provinciale della Cisl Fp Pietro Antonacchio La vicepresidente del consiglio regionale Valeria Ciarambino ha annunciato nei giorni scorsi la lieta novella dell’approvazione unanime da parte dell’assemblea di una sua mozione per il ritorno all’assistenza diretta.

Ma non è successo niente, perché il presidente De Luca non risponde, tranne fare proclami ideologici sul nulla. Se una volta vi era chi governava e si assumeva responsabilità e chi invece minoranza denunciava l’inadeguatezza degli interventi, ora il fatto grave è la commistione politica caratterizzata dal silenzio assordante di maggioranza ed opposizione, fatto tanto grave poiché sebbene l’assemblea campana approva all’unanimità qualche indirizzo politico, ci sono sempre gli stessi burocrati che non ne determinano l’applicazione».

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