Ravello, è morto Giorgio Filocamo il re del corallo

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Ravello, è morto Giorgio Filocamo il re del corallo. Un pezzo di storia del Turismo della Costiera amalfitana se ns va, un’icona della Città della Musica. Nel suo negozio in piazza Duomo sono passati reali e celebrità che ha sempre accolto con grande disponibilità, tutti colpiti da quest’uomo che è stato ripreso dai media di tutto il mondo. Era un vero e proprio ambasciatore per il turismo, ricordiamo quando con Secondo Amalfitano ci fece entrare nella cavea dove erano riposte opere che raccontavano la “Storia” Una grande perdita per tutti. Aveva 76 anni.  Facciamo le condoglianze sentite a tutta la famiglia, alla moglie Annamaria, alle figlie Emilia e Tiffany e ai parenti tutti.

Il museo del cirallo è qualcosa di unico al mondo

Giorgio Filocamo ideò il museo del corallo all’interno del suo negozio, pezzi storici e pregiati che raccontano di un “filo rosso” che lega il Mediterraneo.

Museo del Corallo Filocamo- Ravello

Per più di cinque secoli, in genere agli inizi del mese di aprile, i porti più attivi della Sicilia, della Campania, della Liguria, della Provenza e dell’Africa settentrionale, si animarono per l’intensificazione dell’attività che, assieme a quelle delle tonnare, avrebbe improntato un’intera annata: la pesca del corallo…

tratto da Corallo, di Enzo Tartamella, Maroda Editrice, Palermo ottobre 1986

Il Museo del Corallo

II Museo del Corallo nasce nel 1986 da una felice intuizione di Giorgio Filocamo e dalla sua innata generosità: intuizione felice quella di voler custodire il prezioso bagaglio di oggetti antichi e di pregio tramandatogli dalla sua famiglia, che è stata la radice della sua grande vocazione di corallaro. Una famiglia dalle origini siculo-napoletane: c’è forse miscela migliore per il sangue di un corallaro?

Generosità perché il cancello del Museo del Corallo si apre a tutti: curiosi e non, scettici ed increduli, credenti o meno. Ed il trattamento è lo stesso: tanta esperienza, bellezza, e, se si è fortunati, e quasi sempre lo si è si va via con un rametto di corallo tra le mani che, come Giorgio Filocamo ripete da sempre, deve necessariamente essere Rotto, Rosso, e Regalato.

…mio nonno aveva un rapporto direi quasi carnale con il corallo, non solo di lavoro e di devozione. Devo sicuramente a lui l’irresistibile fascino per questo prezioso regalo della natura. Tra le cose che mio nonno possedeva, c’era un corno religiosamente incartato. Una specie di reliquia. La sacralità con cui lo toccava, e conservava, e guardava, suscitavano in me, divenuto ormai grandicello, due considerazioni: l’oggetto aveva una grande valenza simbolica, e una grande valenza apotropaica. Fu così che mi avvicinai al mondo artigiano del corallo.

Era il 1955, iniziai ad Ercolano… con i miei primi modelli… Così, trentadue anni fa, arrivai a Ravello con le “reliquie” del nonno e tutto ciò che avevo: un bagaglio enorme di esperienza. Misi su una bottega sotto il Duomo “Camo”. In una zona retrostante il negozio, separato da una grata, come un antico carcere, misi in libertà la mia fantasia di artigiano e la mia voglia di vedere rappresentato il mondo del corallo in quello che è divenuto poi, negli anni, un vero e proprio museo. Ndr: Lui non lo avrebbe mai detto, ma da qui sono passati tanti bei nomi della cultura e dello spettacolo, nazionale ed internazionale.

Tratto da “Memorie di corallari”, Giorgio Filocamo: La mia vita per il corallo di Marcello Napoli, Largo Campo, mensile del Centro storico Salerno luglio/agosto 1998

Il Corallo

Il corallo è una formazione calcarea con quasi il novanta per cento di carbonato di calcio, materiale costituito dallo scheletro (detto coramo) di piccolissimi animali marini: polipi che vivono in nicchie contigue.

Di varie qualità e colori, assai raro è quello nero dell’Adriatico e del Mar Rosso, come quello giallo o blu del Camerun. Solo a fine Seicento venne definitivamente dichiarata la sua origine animale. Lo scheletro del corallo, lo sclerasse, cresce in maniera arborescente. La velocità di crescita, in ogni modo molto lenta, è influenzata da numerosi parametri microambientali quali la luce e la sedimentazione. L’altezza media delle colonie è di dieci-quindici centimetri; colonie di più grandi dimensioni sono rare.

L’intensità del colore varia secondo la profondità delle aree di raccolta. Ancora oggi il corallo utilizzato nella gioielleria occidentale si pesca soprattutto lungo la sponda africana, dal Marocco alla Tunisia, lungo le coste della Sardegna occidentale e in Spagna. La maggior parte della trasformazione del grezzo avveniva ed avviene in Italia.

Delle specie attualmente impiegate, una soltanto, il Corallium nobile di Linneo o Corallium rubrum del Lamark, dalle tinte unite, senza macchie, localizzato nel Mediterraneo, fece la parte del leone lungo l’intero bacino marittimo. Il Corallium nobile, dal colore rosso e aristocratico, è indiscutibilmente più piccolo di quello proveniente dai mari estremo-orientali e viene detto “Sardegna”, a ricordare la ricchezza storica dei banchi corallini dell’Isola.

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