Proteste in tutta Italia contro le “green card” e l’obbligo indiretto a vaccinarsi di “Basta dittatura”

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    “Libertà”,”fuori i Big pharma dallo Stato”, “noi andiamo dove vogliamo”. Ma anche insulti al premier Draghi, ai virologi, al ministro Speranza e ai giornalisti, svastiche, cori inneggianti a Norimberga e stelle gialle di David con il messaggio “non vaccinati = ebrei”. Migliaia di persone si sono radunate in numerose piazze d’Italia – addirittura 81, secondo gli organizzatori – a partire dalle 17.30 di sabato, in protesta contro l’obbligatorietà del green pass per accedere a bar e ristoranti al chiuso, palestre e cinema dal 6 agosto, decisa giovedì dal Governo. Tra i luoghi dei presidi piazza del Popolo a Roma, piazza Fontana a Milano, piazza Dante a Napoli, piazza della Signoria a Firenze e piazza Castello a Torino (dove una manifestazione simile si è già svolte giovedì): ma anche Genova, Bologna, Palermo, Pescara. Piazze che “manifestano tutte insieme, all’unisono, alla stessa ora dello stesso giorno, non era mai accaduto prima d’ora! È il segnale che è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il governicchio criminale dovrà fermarsi”, scrive sul proprio canale Telegram il movimento autonominatosi “Basta dittatura”, tra gli animatori della protesta.

    Roma – A Roma ecco il paradosso: tra le svastiche e le grida di “dittatura” hanno sfilato anche i neofascisti. Tra i tremila manifestanti non autorizzati di piazza del Popolo c’erano infatti anche aderenti a Casapound (che hi nanno annunciato la presenza “senza simboli”) e a Forza Nuova, tra cui il leader locale Giuliano Castellino: “In questo momento non potrei essere qui, sono sotto regime di sorveglianza speciale, ma non potevo non esserci”, ammette candidamente. “Oggi siamo migliaia e migliaia a rischiare di più di una sorveglianza speciale. Ci chiamano ancora complottisti, siamo passati dai lockdown alle mascherine obbligatorie, ora sono arrivati a questo scempio. Si sta vivendo un’apartheid sanitaria. Invitiamo tutti a innalzare una sola grande bandiera, il tricolore della libertà“. In piazza un ragazzo sventola la bandiera italiana e uno invita al microfono a ribellarsi contro le misure del governo: a intervalli regolari si levano cori “Libertà” e contro il premier Draghi e i virologi. C’è stato anche un attimo di tensione, subito rientrato, con alcuni dimostranti che hanno tentato di sfondare il cordone di polizia per arrivare in via del Corso, venendo dispersi dai blindati.

    “È una piazza libera, senza colori” ripetono. Angelo, ristoratore, puntualizza che “noi non siamo contro il vaccino, ma crediamo che questa misura danneggi l’economia. Io ho un ristorante e ho pochi posti all’aperto. Con questa misura in molti falliremo“. “Oggi il green pass vale per i ristoranti, vale con una dose vaccinale. E una dose vaccinale non dà nessuna copertura. Che presa in giro è questa?” dice un partecipante che però – a differenza di molti altri – indossa la mascherina. “Io non mi sono vaccinato e non lo farò – aggiunge un pensionato – non possono costringerci”. Tra i cartelli esposti anche uno che recita “No ai vaccini fatti con i fratelli animali”. Altri esempi: “Non mi farò mai iniettare un siero sperimentale per accontentare una società malata“, “No green pass, sì cure domiciliari”, “spegni la tv, accendi il cervello“. Una parte dei manifestanti ha lasciato la piazza e attraverso porta Flaminia ha raggiunto la sede Rai di viale Mazzini. “I giornalisti sono servi del potere, degli sciacalli. Noi siamo liberi, senza padroni e siamo pronti a lottare. La battaglia è solo all’inizio”, ha urlato uno dei capi. E sono partiti nuovi cori: “giornalista terrorista”, “giornalisti servi del potere“, “chi non salta giornalista è”.

    Milano – Il corteo dei no green pass di Milano, arrivato a contare un picco di novemila persone secondo la Questura, ha sfilato per le strade del centro città con i manifestanti che – anche qui – hanno urlato “libertà, libertà”: in testa uno lo striscione con la scritta “Fuori i Big Pharma dallo Stato. No alle multinazionali”. Si vedono stelle di David con la scritta “non vaccinati = ebrei”, mentre in un cartello il pass è paragonato alla svastica: un altro ancora ritrae il ministro della Salute, Roberto Speranza, vestito con una divisa da nazista e la scritta: “obbedisci, fai il vaccino!”. La folla, partita da piazza Fontana, ha attraversato piazza Duomo e galleria Vittorio Emanuele sotto gli sguardi straniti di chi stava facendo shopping, per poi fermarsi in piazza della Scala davanti a palazzo Marino – il municipio di Milano – dove i manifestanti hanno scandito i cori ritmati “Noi andiamo dove vogliamo” e “no green pass”, oltre a insulti contro il presidente del Consiglio, Mario Draghi. In seguito il corteo, intonando l’inno di Mameli, è tornato in piazza Duomo e infine si è spostato di fronte al palazzo di Giustizia, in corso di Porta Vittoria, che è stato chiuso al traffico. Alla partenza del corteo si sono viste alcune tensioni con la stampa: i partecipanti hanno cercato di allontanare i giornalisti, chiamandoli “venduti”.

    Torino – Sono stati ben cinquemila i partecipanti al corteo torinese. Ad aprire la sfilata – che ha bloccato i mezzi pubblici in via Po – uno striscione con su scritto “uniti per la libertà di scelta contro ogni discriminazione”. Tra le organizzazioni aderenti “Worldwide rally for freedom”, Torino Tricolore, Forza Nuova e CasaPound. Dopo aver sfilato da piazza Castello a piazza Vittorio Veneto, il corteo di manifestanti, si è diretto sotto la sede torinese della Rai scandendo slogan contro i giornalisti, per poi tornare in piazza Castello da dove era partito e dove si è sciolto. Lo slogan più urlato è “Norimberga, Norimberga“, in riferimento, anche qui, al processo al regime nazista dopo la seconda guerra mondiale. I manifestanti hanno incitato i passeggeri dei bus a scendere e unirsi alla marcia: “Ma per svegliarvi avete bisogno di avere una stella gialla sul petto?”. “Vogliamo la libertà di scegliere, non vogliamo essere bloccati in casa da un pezzo di carta“, hanno dichiarato.

    Firenze/Napoli – A Firenze si stanno svolgendo due manifestazioni: una, autorizzata, ai giardini della Fortezza da Basso con circa 2mila partecipanti; l’altra spontanea, con centinaia di persone che si sono ritrovate in piazza della Signoria. Quando le forze dell’ordine le hanno invitate a spostarsi nella vicina piazza san Firenze, alcune di loro si sono sedute a terra, ostacolando i turisti di passaggio. Tra gli striscioni avvistati, “Green pass? No grazie. Sul mio corpo decido io” e “Per una democrazia vera! Che non fomenti l’odio, che rispetti il dissenso”. Nel capoluogo campano, invece, in piazza Dante si sono trovate duecento persone circa, radunati in modo spontaneo rispondendo ad una chiamata partita dai social, al grido di “Libertà” e “No green pass”. “Quello del green pass è un problema di strumento, non è adatto per contrastare il Covid”: argomenta un manifestante. “Non vi vaccinate, perché ci sono le cure e ci sono sempre state”, dice una ragazza. “Perché i vaccinati indossano ancora la mascherina? Io voglio morire per mano di Dio e non degli uomini. Non mi vaccinerò mai”, dichiara un altro dimostrante. Anche qui il presidio si è in breve evoluto in un corteo non autorizzato, che ha raggiunto – scortato dalla polizia – piazza Municipio intonando cori contro il premier Draghi e in favore della libertà vaccinale.

    Pescara – Secondo quanto riferisce il senatore Nazario Pagano, i manifestanti contro il green pass hanno aggredito “non solo verbalmente” il gazebo e il tavolo di Forza Italia presente in Corso Umberto I a Pescara, dove i dirigenti del partito stavano raccogliendo le firme per i referendum sulla giustizia promossi da Lega e Partito radicale. “La libertà di pensiero e di manifestazione è consentita, ma nei limiti del rispetto delle libertà degli altri. Gli atti di violenza che abbiamo subito sono stati prontamente fermati dalle forze di polizia, ma non mi era mai capitata una cosa simile”, racconta Pagano. Al tavolo erano presenti anche il presidente del Consiglio regionale abruzzese Lorenzo Sospiri, il sindaco di Pescara Carlo Masci e l’onorevole Antonio Martino. “Siamo tutti vicini ai nostri dirigenti e militanti aggrediti a Pescara dai no vax mentre raccoglievano firme per i referendum sulla giustizia. Forza Italia non si farà intimidire. Vaccinarsi significa salvare vite umane”, scrive su Twitter il coordinatore nazionale Antonio Tajani.

    Le reazioni di scienza e politica – “È un peccato che ci siano persone convinte che il Green pass sia una privazione della libertà”, commenta il virologo dell’università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco. “La libertà di ognuno, è ben noto ed è banale ricordarlo, finisce dove comincia la libertà di un altro. Nessuna nazione permette di andare in macchina a 300 all’ora perché si rischia di fare un incidente e far male a se stesso e agli altri”. Il Green pass obbligatorio in alcuni luoghi – sottolinea – è “una opzione che mira a renderci più sereni e solidali. Io entro in un ristorante, dimostro di essere attento alla mia salute e a quella di chi mi sta intorno”. Sul fronte politico, il segretario del Pd Enrico Letta ha dichiarato che “ogni manifestazione contro il green pass è una manifestazione contro le riaperture, contro la libertà, dobbiamo dirlo con grande forza. Il governo si è preso l’impegno di vaccinare la maggior parte degli italiani e fare sì che questa sia la condizione per la libertà. Per capogruppo al Senato di Forza Italia Annamaria Bernini, invece, “vaccinarsi significa mettere in sicurezza sé stessi e porre le basi per uscire definitivamente dalla pandemia. Il green pass è dunque esattamente l’opposto di uno strumento illiberale, e il popolo No Pass va sensibilizzato con la forza della ragione, e non cavalcato, perché se si fallisse l’obiettivo dell’immunità di gregge nei tempi previsti verrebbero messe a rischio la forte ripresa in atto dell’economia e la riapertura delle scuole in totale presenza”.

    Paragone (Italexit): “Protesta è un vento nuovo” – “Sono assolutamente contrario al nuovo decreto Draghi. E ritengo che le parole del presidente del Consiglio sui vaccini siano un atto di vigliaccheria“, fa sapere Gianluigi Paragone, ex senatore M5S e fondatore del movimento anti-Ue Italexit. “Se come dice Draghi l’appello a non vaccinarsi coincide a far morire, allora per quale motivo non si ricorre all’obbligatorietà? In quanto capo del governo dovrebbe avere la responsabilità di rendere obbligatorio il vaccino e di non chiedere una malleva da parte di chi si vaccina, altrimenti significa che non è vero quello che stanno dicendo e io ritengo che sia così. Ieri ero in piazza Duomo a Milano – aggiunge – dove si è creato un raduno spontaneo, per manifestare contro l’obbligo del Green pass. Oggi sarò molto probabilmente a Varese. Parteciperanno in molti, anche vaccinati che considerano comunque il Green pass un atto illiberale, di arroganza da parte del Governo. Le manifestazioni saranno tante, poco alla volta la marea salirà, è un vento nuovo“. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato della Lega Claudio Borghi: “Se Draghi è convinto che i cittadini non vaccinati muoiano, ammesso che questo sia vero ma non è così perché lo dimostrano i dati scientifici, mi domando che cosa aspetti il presidente del Consiglio a imporre un obbligo vaccinale”, provoca.

    Le prossime manifestazioni – Altre iniziative sono previste anche nei prossimi giorni. Il Comitato libera scelta, che si autodefinisce un “comitato di liberi cittadini, apartitico e apolitico, aperto a chiunque intenda sostenere la piena libertà di scelta in materia sanitaria”, ha già lanciato per mercoledì una fiaccolata, sempre in piazza del Popolo a Roma: “Chi tace acconsente. Se anche tu sei contrario all’obbligo del green pass, ora è il momento di dimostrarlo”. Giovedì sera, a Torino, erano già scese in piazza diverse centinaia di persone. “Siamo stati la miccia che ha fatto esplodere una bomba ad orologeria, era ora”, ha detto uno dei promotori, Marco Liccione. “L’affluenza delle persone e il dissenso manifestato verso le loro scelte, e visto che il potere appartiene al popolo in una democrazia, dovrebbero, credo, far riflettere le forze politiche sul loro operato”.

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