Positano omaggia Dante, sabato la mostra di Giuseppe Fanfani foto

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“Positano omaggia Dante”, questo il titolo della mostra delle opere di Giuseppe Fanfani dedicata all’inferno dantesco che sarà inaugurata sabato 10 luglio alle 18, presso i locali espositivi del Comune.

Positano celebra Dante

A Settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, anche  nella perla della Costiera amalfitana ci sarà un omaggio di particolare rilievo con la mostra d’arte di Giuseppe Fanfani. L’artista espone le sue opere più significative che trattano la versione iconografica della Divina Commedia e nello specifico dell’Inferno Dantesco. Attraverso la sua tecnica figurale curata e minuziosa, l’artista mette in luce nelle sue opere un duplice aspetto caratterizzante la sua vita, un binomio arte-letteratura che enfatizza il suo essere autore e scrittore. Nelle opere di Giuseppe Fanfani traspare una intensa emozione comunicata attraverso la contaminazione delle figure con soluzioni informali , collocando le stesse in atmosfere cariche, dense, turbate. Queste emozioni arrivano dirette all’occhio e all’anima di chi osserva.

La mostra, che nasce su iniziativa di due grandi imprenditori della costiera Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo e del Comune di Positano, sarà visitabile fino al 10 settembre.
Le 16 opere di Giuseppe Fanfani, artista poliedrico (poeta, scrittore e attore) e giurista (ex Consigliere del Csm, deputato e sindaco di Arezzo) e attuale Garante dei detenuti della Toscana, raccontano per immagini il tema della sofferenza e del peccato che si vive nell’Inferno del Sommo Poeta a 700 anni dalla sua scomparsa. Pennellate forti di nero, rosso e giallo tratteggiano il tormento spirituale delle anime che si aggirano nel girone dantesco; opere che rappresentano plasticamente una forte tensione emotiva.

Giuseppe Fanfani

***breve nota biografica sull’autore***

Giuseppe Fanfani, per tutti Beppe, nasce nel 1947 a Sansepolcro nella grande casa della Madonna delle Grazie, a pochi metri da quella in cui era nato il grande Piero della Francesca.
Comincia, giovanissimo, a dipingere ciò che lo circonda con quell’ingenuo verismo che è tipico dei ragazzi. Studia un po’ a Perugia e un po’ in Valtiberina al Liceo Classico, dove coltiva la passione per la letteratura antica. Continua a dipingere, e nel 1969 espone le sue sanguigne e le sue chine nella prima mostra personale a Sansepolcro. Tutta la pittura di quegli anni è dominata dal tema “del dolore” e del sentire sociale, che si esprimono in una pittura concettuale mescolata a un “espressionismo” a volte prepotente e sanguigno, in cui regnano il rosso, il giallo, il nero. Intanto studia Giurisprudenza all’Università di Perugia, città ove continua la sua attività pittorica legandosi da profonda amicizia col pittore Manlio Bacosi, e frequentando anche Gerardo Dottori. Partecipa a numerose collettive e continua a dipingere assiduamente per tutti gli anni universitari e per i successivi, fino al 1975-76. Dopo una pausa per l’intensa attività di avvocato, riprende ad esporre nel 1992, con una mostra a due facce nella quale l’espressionismo della prima pittura si confronta con nuove suggestioni, un uso differente del colore, una più evoluta sensibilità formatasi negli anni maturi.

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