Lettere da Piano di Sorrento: “Il mondo sommerso”

Da noi, in Penisola Sorrentina, come probabilmente altrove, vi è un mondo sommerso. Non è più il mondo marino perché i predatori delle coste, per procurarsi i famosi datteri di mare, hanno distrutto i fondali. Non è nemmeno quello degli scavi di Pompei, o di altra natura. È un mondo sommerso di persone che vivono in mezzo a noi, mangiano, come suol dirsi, lo stesso pane, li incontriamo per strada, scambiandoci i convenevoli. È un mondo che conosciamo superficialmente ed ecco perché lo riteniamo sommerso. Persone che apparentemente, come si diceva una volta, sono “perbene” e che, invece, vivono di espedienti, di imbrogli e di risorse proibite.

E non è da confondere con il mondo mafioso, quello da noi conosciuto come tale; tutti sappiamo chi sono i mafiosi ma non se ne deve parlare apertamente; il loro biglietto da visita, un indice segnaletico della loro personalità, è quell’ora intensa di botti che sparano a Natale ed a Capodanno per festeggiare la loro potenza economica, la loro significativa presenza nel tessuto sociale, un modo di superare, in un certo senso, il vuoto esistente dentro di loro, il vuoto dell’ignoranza.

Qualche giorno fa con il mio cane sono andato sulle Tore, per respirare, ove possibile, e si fa per dire, un poco di aria pulita. Guardavo il mare sottostante ed o visto tantissime barche che lo solcavano in lungo ed in largo e non parlo delle barche da pescatori, intendo riferirmi agli scafi, ad i grossi scafi, a quelli che stazzano imperiosamente sulle acque. Quanto di più costoso ci possa essere. È notorio che per gestirli, anche quando stanno fermi, occorre tantissimo denaro. Ed allora mi sono chiesto: “ma come, con la pandemia che ancora c’è, con la crisi economica che ne è derivata, con la paralisi di alcuni settori, come quello turistico, commerciale, con la ripresa che stenta a venire e c’è tanto denaro sprecato? Poi mi sono ricordato del traffico della droga, della vendita delle armi, del commercio sporco con cui si sono arricchiti armatori, corsari dell’industria, faccendieri, delinquenti comuni e delinquenti speciali. E ho capito, alla fine, sebbene in ritardo, questo “mondo delle barche”.

(avv. Augusto Maresca)

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