Intervista ad Andrea Ortis regista de “La Divina Commedia Opera Musical”

Questa sera in Piazza dei Racconti a Positano prenderà il via la prima tappa di un mini tour di concerti per La Divina Commedia Musical in una nuova veste stilizzata, innovativa e concertata: “Dante in musica” (MIC – Musical International Company) musiche di Mons. Marco Frisina su libretto di Don Gianmario Pagano. “La Divina Commedia Opera Musical” vanta 700mila spettatori che hanno assistito a oggi alle repliche di una rappresentazione che dal 22 novembre 2007, data della prima assoluta, ha raccolto solo applausi e consensi. Uno degli artefici di questo successo è senza dubbio il regista Andrea Ortis, dal 2006 impegnato sia in Italia sia all’estero con diversi allestimenti teatrali (Goldoni, Beckett, Pinter, Shakspeare, Pirandello), da attore ha interpretato molti ruoli spaziando dalla prosa (la Locandiera, Saul, Re Lear, il Mercante di Venezia, Aspettando Godot) alla commedia musicale (Cyrano de Bergerac, Cafè Chantant). Da Baritono ha affrontato compositori della Musica classica (Bach, Mozart) per giungere allo studio tecnico e interpretativo dei classici della Canzone italiana e della musica internazionale. Ma Andrea Ortis è anche doppiatore di cinema e di teatro, autore di spettacoli in prosa e musica. “Il Vajont di tutti” è una delle sue opere più suggestive che ha commosso spettatori e conquistato la critica. Non era facile raccontare una tragedia come quella del “Vajont”, Ortis è riuscito a farlo senza cadere nella retorica rendendo omaggio alle vittime dando la possibilità a tutti noi di non dimenticare, un popolo senza memoria non va da nessuna parte. A quest’artista poliedrico abbiamo chiesto di raccontarci “La Divina Commedia Opera Musical”.
Il suo rapporto con il testo di Dante immagino sia nato sui banchi di scuola, come per noi tutti, quando le hanno proposto di trasformarlo in musical cosa ha pensato? Diciamo che nasce sui banchi di scuola, la didattica non può escludere dal suo percorso il poeta italiano fondatore della lingua che è elemento di identità e appartenenza di valore inestinguibile, ma sappiamo anche che spesso questo “rapporto” con Dante si interrompe appena la scuola finisce. Ecco perché ho pensato che fosse una possibilità enorme proporlo in un linguaggio differente. Quest’opera è opera di tutti, patrimonio che non può sganciarsi dal nostro vivere, ne deve far parte. Studiare paesaggi espressivi
diversi, forme musicali adeguate, scene, costumi, dare carattere e consistenza teatrale
alla Divina Commedia è stato un lavoro enorme, con anni di studio, ma altrettanto coinvolgente ed entusiasmante. Le ho visto interpretare Virgilio, quali sono le caratteristiche principali di questo personaggio e che eredità interiore le ha lasciato quest’esperienza attoriale? Virgilio è la ragione, è il mondo classico in persona cui Dante attinge, base su cui tutto il racconto muove. Non è ardito pensare che se non ci fosse stata l’Eneide probabilmente non ci sarebbe stata la Divina Commedia, che preferisco chiamare Commedia, per il suo carattere letterario distintivo e multiforme. Virgilio, nella Commedia è, al di là del suo significato già espresso anche e soprattutto guida, compagno di viaggio, consigliere, padre, amico. Ecco, il personaggio che ho immaginato è soprattutto… un uomo. Il viaggio, ogni viaggio, accomuna i viandanti, li rende simili, li espone all’andare, il viaggio nelle sue dinamiche di scoperta, avanzamento, fatica, riposo, emozione crea una sintonia profonda tra i viaggiatori. E’ così che ho immaginato e reso in scena Virgilio come un viandante che nell’accezione splendidamente classica cui si riferisce crea modernità ed empatia narrativa perché anch’egli è uomo soprattutto nel momento in cui dovrà dire addio al suo, amato, Dante. Quale delle tre cantiche ama di più e perché? Difficile rispondere, soprattutto perché ogni cantica non è ambito distinto e a sé, piuttosto è figlia dell’altra. Difficile dire quale vetta preferisco, dipende molto dal cammino per arrivarci. Il Paradiso ad esempio risplende perché c’è stato il buio infernale, il Purgatorio è attesa, gestazione, per la successiva dimensione neonata del cielo, l’inferno è, a suo modo, racconto di amore esagerato, disperato, ossessivo, eccessivo, ma d’amore. Scegliere è impossibile e non avrebbe senso farlo, questo è un libro e come tale va inteso. Ci rivela per un regista la difficoltà maggiore quando si affronta un musical del genere? Cadere nella didascalia, nella retorica. Da 700 anni si parla di Divina commedia, se io chiedessi ai lettori che colore ha l’inferno quasi tutti risponderebbero Rosso o nero, invece pensi, il punto peggiore dell’inferno, quello più vicino a Lucifero è Bianco, ghiacciato. Questo per dire che la base di ogni libertà narrativa e di costruzione registica è, per me, la conoscenza. E’ necessario conosceste in maniera approfondita il testo, in
ogni sua parte. Solo la conoscenza rende libero il regista di muoversi nel proprio
paesaggio, di inventare, di spingere in avanti, di proporre la propria personale visione.
Ecco, la maggior difficoltà di fronte ad un’opera è stata realizzare un reset intellettuale che
permettesse la nascita della “mia” Commedia, esattamente come fa ogni lettore quando
si accosta a un libro potendo immaginare i propri paesaggi, i propri personaggi, le
proprie forme. La conoscenza libera l’immaginazione, la evolve spingendola nella
dimensione della creatività. Le faccio due nomi, Mons. Marco Frisina e Gianmario Pagano, com’è lavorare con due mostri sacri come loro? Semplice, molto semplice. L’intesa artistica non è tra “Mostri” è sempre tra uomini. Spesso dimentichiamo che il teatro, la musica, il cinema non sono entità astratte cui apparteniamo, sono “persone”, ambiti fatti di persone e di dinamiche umane. Marco e Gianmario sono persone, straordinarie, umanità sensibili cui la mia sensibilità si è accostata con curiosità e apertura. Anche la Divina commedia non è il libro di un “mostro” del quale aver paura che purtroppo appare sempre accigliato, pensieroso e con la fronte aggrottata. Dante è un uomo, straordinariamente fallibile, geniale proprio nel suo splendido difetto di Uomo. Ci può anticipare qualcosa dei suoi progetti futuri? In realtà ho appena completato una serie tv molto complessa ed entusiasmante che mi ha visto impegnato per molti mesi. Davanti a me ho queste repliche estive di “Dante in Musica”, a Settembre curerò la regia di uno spettacolo multimediale con visori 3d su Giuseppe Verdi. Riprenderò a seguire il tour del mio ultimo lavoro dal titolo “Cafè Vincent… i colori di un epoca” sulla vita di Van Gogh bloccato l’anno scorso a causa del Covid e da Gennaio riprenderemo il tour nei maggiori teatri italiani della Divina Commedia Opera Musical che probabilmente si concluderà nell’estate 2022 all’Arena di Verona. Vi ringrazio e saluto, come ringrazio e abbraccio la meravigliosa Positano.

Generico luglio 2021

Commenti

Translate »