Castellammare di Stabia: vodka in Villa, 15enne in coma etilico

Castellammare di Stabia: vodka in Villa, 15enne in coma etilico. Ce ne parla Vincenzo Lamberti in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis.

Una serata di sballo che poteva finire male per una quindicenne di Scafati che, due sere fa, si trovava in villa comunale con altri amici. In mano una bottiglia di vodka e la voglia di trasgredire. Qualche bicchiere di troppo e, complice il caldo estivo, la ragazzina in pochi minuti è collassata nei pressi delle panchine che si trovano al bordo del lungomare. I primi ad accorgersi della scena sono alcuni passanti che la vedono a terra priva di sensi. Si avvicinano, comprendono la gravità della situazione e, immediatamente, allertano una pattuglia della municipale che era in servizio a piazza Umberto. La coppia di agenti, arrivata sul posto, immediatamente allerta il 118 e cerca di far rinvenire la giovane. Attimi concitati e la preoccupazione che le cose possano peggiorare cresce di minuto in minuto. Sono proprio gli agenti della municipale a notare che vicino al corpo della ragazza c’è una bottiglia di vodka ormai vuota. I sintomi sono quelli del coma etilico. Anche perché i più giovani hanno anche una minore capacità di assorbimento dell’alcol. Motivo per il quale i rischi sono ancora maggiori. Nell’attesa che arrivi il 118 sono proprio i vigili urbani a cercare di far rinvenire la ragazza. Intanto dal cellulare della quindicenne risalgono ai contatti con i genitori. Intanto arriva sul posto l’ambulanza che prende in cura la giovane. I genitori della ragazza, arrivano dopo un po’ di tempo. Nel frattempo i sanitari del 118, dopo le prime cure, hanno scongiurato il peggio. Trasferita in ospedale per maggiore sicurezza la ragazzina è già tornata a casa. Ma sono sempre di più, soprattutto con l’arrivo della stagione estiva, i casi di giovanissimi che finiscono in ospedale per aver bevuto troppo. Un fenomeno che viene tenuto sotto controllo dalle associazioni che, sul territorio, si occupano di dipendenze. Un allarme che, però, sembra faticare a trovare sponde in chi dovrebbe intervenire affinché episodi del genere non si verifichino. Socialmente, infatti, la dipendenza dall’alcol è quasi più accettata rispetto a quella che deriva dall’uso di droga. Eppure, soprattutto nei giovanissimi i guasti clinici e sociali sono anche peggiori. Intanto è stata avviata un’indagine per scoprire chi ha venduto la bottiglia alla ragazzina minorenne. Secondo alcuni dati recenti si stima che i consumatori giornalieri di bevande alcoliche fossero il 21,4% della popolazione di 11 anni e più. Un dato in discesa rispetto al passato, ma anche con caratteristiche differenti. «I decessi alcol correlati – spiegano gli esperti che si occupano di questa dipendenza – si aggirano in Italia attorno a 17.000 all’anno; l’età media di avvicinamento al bere si è ridotta significativamente, basti pensare che il cosiddetto “binge drinking” (ovvero il bere quantità di alcol superiori a 5 unità alcoliche in meno di 2 ore per raggiungere lo sballo) viene seguito da circa il 30% delle ragazze e dal 45% dei ragazzi di 16-17 anni di età».

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