Arte Contemporanea. Intervista alla giovane artista digital Viviana Pallotta, a cura di Maurizio Vitiello. foto

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Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde l’artista Viviana Pallotta.

Viviana Pallotta è nata ed è residente a Roma. Consegue: Laurea quinquennale in Scienze della Comunicazione con indirizzo Istituzionale e d’Impresa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; master in Formatori ed Esperti in Pari Opportunità – Women’s Studies e Identità di Genere presso l’Università Roma Tre (stage al CNEL). Sin da giovane si appassiona d’arte; successivamente si cimenta nella “digital art” realizzando numerose opere, che esprimono con forza cromatica una personalissima ricerca. Infatti, emergono aspetti che superano il concetto prodotto, portando in sé la simbologia della cultura della figurazione e della comunicazione. Ha esposto in numerose collettive e rassegne importanti: Roma (Museo Venanzo Crocetti; Muef Artgallery; Galleria Spazio 40; Soriano nel Cimino (VT) (Scuderie di Palazzo Chigi Albani); Sulmona (AQ) (Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea “Gaetano Pallozzi”, XLVI – XLVII – XLVIII Premio Sulmona); Benevento (IV BeneBiennale – Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Benevento; VIII Iside International Prize); Rovereto (TN) (MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto – Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto); Cosenza (Villa Rendano, Mostra e Asta “Arte per AIL”); Teora (AV) (donazione opera d’arte al Museo d’Arte Contemporanea – Pinacoteca di Teora); Parolise (AV) (Villa Stefania, collettiva d’arte “Sensibili Coerenze”); è presente in numerosi cataloghi. Ha riscosso consensi e riconoscimenti con la IV BeneBiennale – Biennale Internazionale d’Arte Contemporanea di Benevento (Premio della Critica per la Digital Art). Tre sue opere sono presenti: al MART Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto – Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto; in due collezioni private. Di lei hanno scritto i critici Giorgio Di Genova e Maurizio Vitiello.

 

D – Puoi segnalare il tuo percorso di studi?

R – Dopo la maturità classica, ho studiato Scienze della Comunicazione con indirizzo Istituzionale e d’Impresa all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Successivamente, ho frequentato il master in Formatori ed Esperti in Pari Opportunità – Women’s Studies e Identità di Genere presso l’Università Roma Tre (stage al CNEL), occupandomi, nell’attività di studio e ricerca, di storia del pensiero femminile. In seguito, per alcuni anni, ho lavorato come ricercatore per una fondazione, fino a quando la vera passione non si è fatta strada nei meandri del mio cuore. L’arte mi ha spinta a rappresentare la mia percezione della realtà, reinterpretandola attraverso nuove forme e colori.

 

D – Puoi raccontare i desideri iniziali che nutrivi?

R – I desideri iniziali che nutrivo erano quelli di poter esprimere e rappresentare la realtà sociale, il ruolo della donna, il mio Io interiore.

 

D – Puoi precisare i sentieri che avevi intenzione di seguire e che hai realmente seguito?

R – Sentieri e desideri iniziali hanno praticamente coinciso, portandomi a perseguire certi tipi di studi, sfociati, successivamente, in una ricerca artistica in chiave digital.

 

D – Quando è iniziata la voglia di “produrre arte”?

R – La voglia di “produrre arte” è iniziata quando, per la prima volta, da bambina, ho visto e toccato con mano un dipinto.

 

D – Quali piste di maestri hai seguito?

R – Non ho seguito nessuna pista.  

 

D – Mi puoi indicare gli artisti bravi che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente “a due mani”?

R – L’aver preso parte a collettive e rassegne internazionali di alto prestigio mi ha permesso di conoscere artisti bravi, provenienti da tutte le parti del mondo.  

 

D – Quali sono le personali da ricordare e i temi trattati, di volta in volta?

R – Il tipo d’arte che sto portando avanti, utilizzando le tecniche digitali, vorrebbe avvicinarsi a comprendere: la realtà in cui viviamo (una realtà digitale, appunto), strutturata attraverso colori e forme, spesso geometriche, che cercano una loro dimensione nello spazio; la donna e la sua rappresentazione storica, reinterpretata in chiave contemporanea.

 

D – Dentro c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché?

R – Dentro le mie opere c’è, sì, la mia percezione del mondo; una sorta di proiezione in scala di ciò che i miei occhi vedono, e su cui la mia mente riflette.

 

D – Ora, puoi specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle esposizioni, tra collettive e rassegne importanti, a cui hai partecipato?

R – Ho avuto l’onore di poter esporre in collettive e rassegne importanti, ciò ha apportato una crescita artistica, professionale, personale.  

 

D – L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? Il Lazio, la Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Campania, l’Abruzzo, il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese cosa offrono adesso?

R – Italia patria dell’Arte, ricca di spazi espositivi dedicati all’arte contemporanea e alle nuove tecniche e ai nuovi linguaggi, talvolta precursori di grandi cambiamenti socioculturali. Da Nord a Sud, passando per il Centro, si trovano città italiane ricolme di musei (anche all’aperto), di gallerie, di location storiche, che danno vita a numerosissime collettive, personali, rassegne d’eccellenza, ruolo chiave nel panorama artistico mondiale. 

 

D – Pensi di avere una visibilità congrua o soddisfacente?

R – Non so se sia congrua; posso invece dire di essere personalmente soddisfatta di ciò che sto portando avanti.  

 

D – Quanti “addetti ai lavori” ti seguono?

R – Non saprei …

 

D – Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro?

R – Penso (spero) di tracciare linee operative che mi permettano di continuare a sperimentare e portare avanti le mie ricerche artistiche e personali.

 

D – Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo te, riescono a saper “leggere” l’arte contemporanea e a districarsi tra le “mistificazioni” e le “provocazioni”?

R – Non so definire quanto possa essere difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte… l’importante è iniziare, e “goccia dopo goccia nasce un fiume. Un passo dopo l’altro si va lontano”. 

 

D – I “social” t’appoggiano, ne fai uso quotidiano o settimanale?

R – Con i “social” ho un rapporto di amore/odio, preferisco il reale al virtuale, ma “penso di tracciare nell’immediato futuro una linea operativa” anche in questo campo.

 

D – Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico, artista, art-promoter per metter su una mostra o una rassegna estesa di artisti collimanti con la tua ultima produzione?

R – Con chi posso condividere esperienze, emozioni, passioni, ideali.

 

D – Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi impegni artistici?

R – Se dovesse accadere, per me sarebbe una gioia immensa, un obiettivo raggiunto, una condivisione empatica.

 

D – Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari?

R – Non giusto, giustissimo! L’avvicinamento dei giovani all’arte deve cominciare dalla scuola, reintroducendo la storia dell’arte, e, soprattutto, dando loro la possibilità di sperimentare empiricamente, in una totale libertà d’espressione del proprio sé.

 

D – Prossime mosse, a Milano, Roma, Londra, Parigi, …?

R – Quasi sicuramente Roma …  

 

D – Che futuro prevedi nel post-Covid-19?

R – Un futuro molto più articolato, complesso, ma non impossibile da gestire. La tecnologia aiuta e aiuterà sempre di più, creando una rete, a maglie sempre più larghe, che permetterà di mettere in circolo capitale umano, intellettuale, artistico. 

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