Scavi etruschi a Positano ? Oggi riapre la Villa Romana e il MAR con nuove scoperte, qui anche la Preistoria

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Scavi etruschi a Positano ? Oggi riapre la Villa Romana e il MAR con nuove scoperte, qui anche la Preistoria.  Come anticipato ieri da Positanonews al consiglio comunale il sindaco Giuseppe Guida ha annunciato della presenza di resti presumibilmente  “pre romani” al di sotto degli scavi che la nostra testata ha seguito sin dall’inizio giorno per giorno.  Al momento non si sa nulla dei nuovi resti trovati al di sotto della Villa Romana di Positano, la Costiera amalfitana  , come la Penisola Sorrentina, era luogo di villeggiatura anche all’epoca dell’Antica Roma, la costa d’ Amalfi , Sorrento, Capri con Tiberio, una presenza massiccia e nota, come alla Regina Giovanna a Sorrento la Villa Romana a Minori . Ora gli scavi della Villa Romana ci fanno intravvedere scenari suggestivi. Nessuna ipotesi da parte del Comune mentre oggi apre il MAR, ma ci piace avanzarne qualcuna. La presenza Etrusca ci sembra difficile, visti i problemi per i collegamenti, ma non impossibile, a Vico Equense c’era una necropoli dove ora sta la “Pizza a Metro”, presenza ancora anteriori c’erano nella vicina “Trinità” a Piano di Sorrento e , sempre etruschi, c’erano a Salerno , sull’isola de Li Galli pare vi fosse stato un attracco Fenicio,  andiamo a memoria ovviamente , ipotesi giornalistiche , ma pochi sanno che qui a Positano c’è anche una presenza preistorica nella grotta “La Porta”  , qui furono ritrovati dei resti dal professor Radmilli portati a Pisa oltre mezzo secolo fa che ci farebbe piacere ritornassero a casa, insomma reminiscenze di anni di giornalismo. Antonio Mario Radmilli (Gorizia, 31 luglio 1922 – Pisa, 6 agosto 1998) è stato un archeologo grazie al quale sono state individuate le prime attestazioni mesolitiche nel Sud Italia  che caratterizzarono l’attività di raccolta di molluschi, formulate grazie allo scavo proprio della grotta La Porta e non solo anche una pietra con incisa un cavallo…

L’ipotesi della presenza etrusca nelle nostre vicinanze non è tanto balzana, anche se sarà difficile che riguardi proprio Positano appunto per le difficoltà di collegamento, a meno che non si tratti di una presenza isolata per qualche motivo , ma , come abbiamo scritto, la presenza umana a Positano c’èra nella Preistoria poi chiaramente non possiamo collegare altro, se pensiamo che prima di Radmilli neanche si immaginava che al sud vi fosse la presenza del Mesolitico, ma torniamo agli Etruschi, che abbiamo seguito scrivendo di Vico Equense in Penisola Sorrentina .

Strabone ricorda come gli Etruschi, estendendo il loro dominio anche in Campania sino all’Agro Picentino (nel Salernitano), vi avessero fondato ben dodici città, replicando il modello della dodecapoli già conosciuto nell’Etruria propriamente detta. Fra tutte (Nola, Nocera, Ercolano, Pompei, Sorrento, Marcina, Velcha, Velsu, Irnthi, Uri, Hyria) Capua avrebbe rivestito un ruolo di particolare rilievo Già a partire dal IX secolo a.C. genti protoetrusche della cultura villanoviana si insediano stabilmente in Campania costruendo villaggi di capanne, particolarmente attorno ai centri di Capua e Pontecagnano. La civiltà etrusca del VII-VI secolo a.C. porta ad una generale etruschizzazione dei villaggi villanoviani, dandovi un assetto urbanistico ed apportandovi un’evoluzione societaria. Come in patria e nell’Etruria padana essi organizzano il loro dominio campano in una dodecapoli simile a quella in Toscana, di cui facevano parte città come Nocera, Capua, Pontecagnano, Salerno, Nola e Acerra, e forse Suessola, Ercolano, Pompei, Sorrento.

La Campania è una terra fertile che, nel corso dei secoli, ha suscitato l’interesse di numerosi popoli, ed è proprio la messa a coltura di nuove terre che spinse in una prima fase i Tirreni alla colonizzazione di questa regione, con particolare interesse verso le due aree più fertili: la pianura attorno a Capua e l’Agro Picentino (nel Salernitano), attorno ai fiumi Volturno e Picentino.

La Campania costituiva, inoltre, un naturale punto di passaggio sulle rotte commerciali della Sicilia e del Mediterraneo orientale, per cui il possesso di questa regione garantiva il controllo dell’accesso al mar Tirreno. L’insediamento di coloni greci in Campania fin dall’VIII secolo a.C. (fase pre-coloniale) avvenne con il pieno accordo e sostegno degli etruschi che ne erano motivati dall’importanza economica delle relazioni commerciali con l’oriente ellenico.

Come riporta wikipedia A partire dal VII secolo a.C. la colonizzazione etrusca conobbe una seconda fase, caratterizzata dalla preminenza dei traffici commerciali che ne rese floride le città, tra cui la più prospera ed importante della Campania: Capua.

Cartina con i maggiori centri Etruschi, ed “espansione” della civiltà etrusca nel corso dei secoli (750-500 a.C.)
In questo secolo l’egemonia tirrena si fa sentire in modo determinante in tutto il territorio campano. Nel VI secolo a.C. a Capua, centro principale dell’Etruria campana, compare una nuova compagine sociale, resa più omogenea dalla ormai radicata dimensione urbana che si sostituisce alle aristocrazie gentilizie del secolo precedente.

Nel VI-V secolo a.C. l’aumento dell’attività produttiva faceva salire la pressione del proletariato[3] in tutte le città (etrusche, greche ed anche osche) della Campania. Le aristocrazie etrusche e greche rispettivamente di Capua e Cuma si trovano ad essere naturali alleati gli uni degli altri. Le tensioni politiche interne delle grandi città finivano per coinvolgere le élite dei maggiori centri urbani italici[4] che venivano ad omologarsi con le élite etrusche e greche.

L’arresto generale dell’espansione etrusca cominciò sul finire del VI secolo a.C. e fu seguita dal suo declino nel V secolo a.C. Prima fu Roma a liberarsi dalla supremazia dei Tirreni con la cacciata, verso il 510 a.C., dei Tarquini; poi se ne liberarono i Latini nel 506 a.C. In questo modo, gli avamposti etruschi in Campania rimasero isolati e si indebolirono dopo la sconfitta navale che essi subirono a Cuma nel 474 a.C. (Battaglia di Cuma) ad opera della flotta siceliota siracusana, guidata da Ierone I.

Nel 453 a.C. ancora una flotta siciliana devastò, incontrastata, i porti commerciali dell’Etruria interna; la potenza etrusca era ormai in pieno declino. Di lì a poco l’Etruria campana sarebbe stata definitivamente sopraffatta delle popolazioni Italiche.

Insomma c’è ancora molto da scoprire nella Storia sotto i nostri piedi e la consapevolezza di un grande passato che ha avuto Positano.

Nella foto Etruschi a Fratte Salerno i resti

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