Sabbia, mare, piscine: attenzione alle infezioni

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    Virus, funghi e batteri crescono e proliferano bene in tutti gli ambienti caldo umidi.
    L’impetigine rappresenta la forma più frequente d’infezione cutanea quando ci si immerge in acque con elevata carica batterica. E’ causata di norma da stafilococchi o streptococchi, anche in associazione. Colpisce generalmente la pelle del viso e degli arti ove compaiono inizialmente vesciche ripiene di liquido chiaro che si rompono. A quel punto, si forma una crosta giallastra che si stacca facilmente mentre la pelle adiacente alla crosta può arrossarsi ed essere pruriginosa. Si accompagna a febbre e malessere generale e deve essere trattata prontamente altrimenti può diffondersi o contagiare altre persone per contatto o per condivisione di asciugamani. Riguardo alle infezioni da funghi, in spiaggia, in mare e in piscina è alto il rischio di contrarre un’infezione micotica ai piedi, alle vie urinarie e intestinali a causa dell’ingestione accidentale di acqua infetta o del suo contatto con la pelle.
    La sabbia può veicolare anche infezioni virali. Si manifestano più spesso con ispessimenti cutanei duri, callosi, sovente dolorosi, detti verruche. Tali infezioni non vanno sottovalutate in quanto altamente contagiose per se stessi e per gli altri. Il virus può penetrare nella pelle attraverso abrasioni o escoriazioni anche di lieve entità o per contatto con superfici contaminate in un ambiente caldo-umido che favorisce la sopravvivenza del virus in forma attiva (come può accadere in palestre, piscine e spiagge). Esiste, poi, anche un rischio professionale legato sia alla manipolazione della carne cruda che contiene una proteina che favorisce la penetrazione del virus (verruche dei macellai), sia a una macerazione della pelle indotto dall’uso continuo di acqua (per esempio, dei baristi). La contagiosità, il dolore (specie per quelle plantari) e la possibilità di continuare ad auto-infettarsi aumentando il numero delle verruche, impongono un rapido intervento terapeutico. I possibili trattamenti dermatologici sono numerosi, ma nessuno garantisce la guarigione nel 100% dei casi. La crioterapia consiste nel «congelare» con azoto liquido la verruca, ma questa tecnica espone il paziente ad effetti indesiderati e può essere dolorosa, soprattutto nei bambini.
    Asportazione chirurgica e impiego di laser sono generalmente sconsigliati in quanto gravati da alte percentuali di recidive. Fare la doccia dopo un bagno in mare toglie il sale dalla pelle, ma non allontana eventuali microrganismi. A questo scopo, si può adoperare Clinderm Attivo (Abbate), shampoo-doccia ad elevata attività antisettica prescritto abitualmente da Medici Pediatri, Dermatologi e Ginecologi e utilissimo per i frequentatori di spiagge, piscine, palestre e per la pulizia delle mani di professionisti quali Medici, macellai, baristi, colf, eccetera. Gli specchi d’acqua artificiali o naturali possono anche venire contaminati da sversamenti di varia origine, dagli scarichi fognari o industriali e, nel caso delle piscine, dagli utenti che si bagnano pur essendo affetti da patologie come la diarrea, le infezioni respiratorie o cutanee. Chi frequenta piscine e tratti di mare biologicamente inquinati può sviluppare disturbi connessi con l’ingestione di contaminanti fecali o per contatto con acqua contaminata da secrezioni nasali e orofaringee o squame di pelle e capelli. Se subito dopo una giornata in acqua salata o dolce si sviluppa una sintomatologia lieve con nausea, vomito, diarrea e febbricola si può rimediare con l’assunzione di probiotici di provata efficacia come Bifiderm Bustine (Bayer) o Kefibios (Hulka) e di sali minerali, utili a prevenire la
    disidratazione. Se invece la sintomatologia è più grave e si sospetta un’infezione di origine batterica è bene rivolgersi al Medico.

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