Ravello, continua la querelle Fondazione: “Repetita iuvant”

“Repetita iuvant” dicevano i latini; “Buon politico è chi sa cosa dire; gran politico, chi sa cosa tacere”; rispondeva Roberto Gervaso.

A Ravello tiene ancora banco la querelle Fondazione, e purtroppo non solo nel comune costiero. Anche oggi la stampa nazionale non risparmia critiche e censure al Governatore De Luca che ieri dal suo palco del venerdì ha sparato altre bordate su Scurati, Letta, Saviano, Speranza e su quanti si sono azzardati a dire la loro, parlando di “piccoli personaggi”, “nessun martire”, polemica sgangherata, marchettificio a Ravello; e giù di lì.

Se i protagonisti parlanti, ritengono cosa buona e giusta per loro e per le loro cause, di ripetere all’infinito i ritornello, noi ci permettiamo di dissentire, evidenziando che la telenovela non giova certo a Ravello e alla sua immagine.

Dalle cose equivoche e maleodoranti, le persone perbene si tengono lontano… a prescindere, avrebbe detto Totò; e noi siamo di questo avviso soprattutto perché Ravello è meta di turisti raffinati e colti che potrebbero trovare più consono ai loro gusti dirigersi su altri lidi, anche per evitare brutti incontri.

Una cosa però la vogliamo aggiungere alle motivazioni agitate dal Governatore De Luca; e lo facciamo partendo da una domanda: Chi e quando ha deciso che a Ravello il festival fosse di sola musica?

Se è vero come è vero che proprio con l’avvento della Fondazione Ravello il vecchio e rinomato Festival Wagneriano si evolse in un festival poliedrico; se è vero come è vero che nei cartelloni che si sono succeduti si è passati dalle varie forme musicali al cinema, alla danza, alle arti visive e agli incontri di parola; sì proprio questi ultimi avevano visto protagonista il giovane emergente Antonio Scurati dirigerne la sezione; ci chiediamo e chiediamo al Governatore, al Sindaco, al Direttore Artistico, chi e quando ha preso la decisione di abolire circa venti anni di storia e ritornare ad un festival, che per rimanere in musica potremmo definire monocorda?

Al maestro Vlad che conosciamo da anni, e al quale con la nostra Positano siamo molto legati, vogliamo chiedere: era totalmente all’oscuro delle proposte dell’oramai ex presidente Scurati? Raccogliendo alcune voci dal territorio sembrerebbe che fra i due ci fossero stati scambi non occasionali o vaghi, ma chiari, sia sul tema che sui nomi.

La sua voce, come raffinato uomo di cultura, sarebbe utile per fare chiarezza, prima ancora che il governatore ci torni sopra lui a farla, come promesso.

Insistiamo sul concetto che sarebbe meglio il suo silenzio, ma se proprio vuole tornarci sopra, ci auguriamo che lo faccia in modo puntuale e non …..puntiglioso, come larga stampa ha riportato.

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