Coronavirus: non basta più una dose, contro la variante Delta cambia il Green Pass

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Coronavirus: non basta più una dose, contro la variante Delta cambia il Green Pass. Ce ne parla Mauro Evangelisti in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Un nuovo caso su quattro, in Italia, è rappresentato dalla variante Delta. Sappiamo anche che una sola dose di vaccino, contro questa mutazione, ha una efficacia molto limitata. Eppure, oggi un cittadino italiano se ha ricevuto unicamente la prima iniezione, può ottenere il Green pass, quando meno nella sua versione italiana che consente di partecipare ad esempio a eventi e presto anche di entrare in discoteca, se ci sarà il via libera alle riaperture. Dal primo luglio, da giovedì dunque, con l’attivazione del Green pass nella versione europea, quasi ovunque verrà invece richiesta la doppia dose e questo non fa che moltiplicare la confusione tra una strategia e l’altra. Forse sarebbe il caso di omogenizzare le caratteristiche di questo strumento in vista delle vacanze.

CAMBIO Tra i dirigenti del Ministero della Salute c’è la consapevolezza che con la diffusione che avanza, in tutta Europa, della variante Delta la scelta italiana di concedere il Green pass anche a 15 giorni da una iniezione, è molto pericolosa. Una riflessione è in corso, anche perché il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha scritto una lettera al professor Gianni Rezza, direttore Prevenzione del Ministero, chiedendo di rivedere urgentemente questa regola. Il ministro Roberto Speranza per ora non si sbilancia, si limita a commentare: «È chiaro che tutte le altre valutazioni verranno fatte passo dopo passo», ma negli uffici l’operazione di revisione del sistema è cominciata. Negli altri Paesi europei le nazioni che come l’Italia si accontentano di una dose sono poche, ad esempio la Croazia e l’Austria. La scelta italiana aveva un senso per incentivare la vaccinazione: si sperava che molti corressero a vaccinarsi almeno con la prima dose per ottenere il Green pass, ma l’arrivo della variante Delta, fermata solo se c’è anche il richiamo, ha cambiato le carte in tavola. Tra l’altro, la confusione causata dalla frenata su AstraZeneca ha rallentato la vaccinazione tra i ragazzi. C’era stata una accelerazione con gli open day, ma poi la limitazione imposta perché venga usato solo per gli over 60 a causa di rari casi di reazioni avverse, ha di fatto annullato questo strumento. C’era l’alternativa di Johnson&Johnson, che essendo monodose assicura una protezione relativamente rapida, ma la maggior parte delle Regioni sta usando questo vaccino con il contagocce.

TEMPI Racconta Sileri intervistato da Radio 24: «È verosimile che la variante Delta ci costringerà a rimodulare il Green pass, rilasciandolo dopo la seconda dose di vaccino: ma è presto per dirlo, aspettiamo ancora i dati di una o due settimane. La scelta di rilasciare il Green pass dopo la prima dose non è stato un errore, allora i dati ci dicevano questo. Da medico e non da politico, dico che probabilmente si arriverà ad una rimodulazione». Il nodo però è che dal primo luglio il Green pass diventa operativo e non si può aspettare la fine dell’estate per cambiarlo visto che c’è l’obiettivo di utilizzarlo, ad esempio, per regolare l’accesso in discoteca. Ad oggi, secondo quanto annunciato da Speranza, il Green pass è già stato scaricato da 13,7 milioni di italiani.

PROTEZIONE Commenta il professor Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia: «Pensare di fermare la diffusione della variante Delta in Italia è una illusione, però può essere utile prevedere anche un tampone per chi viaggia dopo avere eseguito una sola dose. Detto questo, la nostra vera urgenza, in questa fase, è completare il percorso vaccinale, dei soggetti più a rischio, degli over 60 e poi a scendere con le altre classi di età. Se avremo protetto con l’immunità i più anziani, avremo comunque ridotto al minimo le possibilità che gli ospedali vadano di nuovo in affanno».

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