Airbnb a Firenze, dopo Milano, per gli affitti medi e lunghi contro l’overtourism che svuota. Un esempio per la costa d’ Amalfi e Sorrento

Airbnb a Firenze, dopo Milano, per gli affitti medi e lunghi contro l’overtourism che svuota. Un esempio per la costa d’ Amalfi e Sorrento , parliamo di entrambe le coste, perchè ci occupiamo sia di Costiera amalfitana e Penisola sorrentina, lo spunto ce lo ha dato Andrea Ferrailo riportando l’articolo del Corriere Fiorentino che riprendiamo .

Airbnb ha chiesto un incontro a Palazzo Vecchio per proporre un accordo sugli affitti medi e lunghi simile a quello fatto col Comune di Milano. Obiettivo: offrire sul suo portale non più solo case per turismo ma anche per 18-36 mesi (studenti, lavoratori e smartworker, anche famiglie). Lo conferma l’assessore all’Urbanistica e Turismo Cecilia Del Re presentando il nuovo percorso di confronto sul piano di gestione del Centro Unesco. E l’overtourism (che proprio con Airbnb ha svuotato di residenza il centro) è uno dei temi da affrontare e gestire nel piano, perché l’Unesco vuole sia salvaguardata anche l’identità di una città, dal mantenere la presenza di residenti alle attività tradizionali. Come sarà possibile, dipenderà dagli strumenti pensati nel Piano. Con una prima novità.

Un obbligo per tutti
«Firenze non è a rischio “espulsione” come centro Unesco, anche perché i rilievi fatti da Icomos e Unesco (dalle infrastrutture alla cura del patrimonio agli effetti negativi sull’overtourism) sono stati recepiti. Dobbiamo gestire comunque le criticità. Tra le quali anche e soprattutto il cambiamento climatico» spiega Carlo Francini, responsabile del piano di gestione. Le indicazioni per affrontare le criticità e i temi di gestione (cioè «cambiamenti climatici, vivibilità, residenza e commercio nel centro storico, gestione del sistema turistico e della mobilità, aree verdi e spazi pubblici aperti ma anche evoluzione verso un “sito diffuso” incentrato sul sistema delle mura, delle porte, delle torri e del fiume come elementi di collegamento fra centro storico, paesaggio e periferia») diventano quasi «obblighi» per le scelte amministrative del Comune: se un atto tocca i temi del centro Unesco, occorrerà una «valutazione di impatto del patrimonio» prima di essere approvato. Ma ci sono gli strumenti?

Le leggi che mancano
Se lo stop ai dehors in Duomo e il blocco delle licenze alimentari sono stati possibili interpretando le leggi attuali, altre, a partire dal regolamentare gli Airbnb «hanno bisogno di leggi nazionali. Le ha chieste il sindaco Nardella al governo, col sindaco di Venezia, a livello europeo dovrebbe arrivare una direttiva sulle piattaforme digitali» spiega Del Re. Ma nell’attesa (anche se a breve il ministro del Turismo Massimo Garavaglia potrebbe almeno emanare il regolamento per i codici identificativi per chi fa affitti brevi, un primo passo per porre limiti) alcune delle indicazioni già in fase di studio su residenza e attività economiche in centro potrebbero già essere contenute nel Piano operativo (il regolamento urbanistico). Tra queste, i noti progetti di housing sociale per l’ex caserma in Santa Maria Novella (4mila metri quadri) ed alcuni appartamenti in Santo Spirito. Del Re sta contattando Demanio, altri istituti pubblici e grandi fondi per trovare immobili in centro sempre per residenze a canoni non di mercato. Ancora: è partito il portale Be Long (quello che potrebbe collaborare con Airbnb) per gli affitti a studenti e startupper. Si cercano nuove scuole e centri di formazione da portare dentro le mura. Chi sceglie di trasformare immobili per portare funzioni direzionali, sedi di imprese e attività produttive in centro potrebbe avere l’azzeramento degli oneri. E poi, con la Città metropolitana si compreranno fondi per artigiani, probabilmente in Sant’Orsola. Sono questi alcuni degli esempi delle proposte in discussione sia nel piano di Gestione (da ieri aperto al confronto coi cittadini) che nel piano operativo.

Regolare il mercato?
A fronte però di fenomeni che abbiamo visto globali e con enorme massa critica, basta provare a dare «incentivi e promozioni», come dice Del Re? «Il “carico” cioè l’overtourism, di cui si parla oggi in modo paradossale, riguarda tutti i grandi centri turistici. Non vogliamo tornare alla situazione precedente» dice Francini. «Certo, occorre mettere dei limiti: per gli affitti turistici ci abbiamo provato già all’ex Conventino, ma occorrono leggi nazionali per essere sicuri di poterli applicare», aggiunge Del Re. Ma potrebbero essere introdotti numeri chiusi in alcune aree delle città? Francini non dice no, «diversi altri centri Unesco l’hanno fatto». Del Re è più cauta, pensa più a programmare e delocalizzare proponendo ai turisti anche altre esperienze in città. Un «tetto» potrebbe però davvero arrivare: non concedere, oltre un certo numero, l’accesso ai bus turistici che non soggiornano almeno una notte in città.

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