TSAO CEVOLI “Storia senza voce”, fresco di stampa, presentatao in anteprima in streaming
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Martedì 11 maggio, ore 19.00, sarà presentato online, in diretta streaming sulla pagina Facebook del Museo Frac Baronissi, il libro di TSAO CEVOLI “Storia senza voce”, edito da Liberarcheologia.
È il quinto appuntamento della rassegna “L’autore a chi legge”, promossa dall’Associazione Culturale “Tutti Suonati” nell’ambito degli eventi e delle attività didattiche del Museo-FRaC Baronissi, da quest’anno patrocinata dalla sezione Campania dell’Associazione Italiana Biblioteche.
Con l’autore Tsao Cevoli, archeologo e giornalista, fondatore dell’Osservatorio Internazionale Archeomafie, dialogheranno Pio Manzo ed Umberto Pappalardo.
In meno di mezzo secolo, più di un milione e mezzo di reperti archeologici è stato strappato al nostro Paese per finire nelle mani di collezionisti e musei senza scrupoli. Questo è il filo conduttore del volume “Storia senza voce”, che prova a ricostruire la storia di un delitto impunito, consumato ai danni del Patrimonio Culturale italiano. Seguendone le labili tracce, si porterà il lettore a scoprire luoghi, casi, protagonisti e vicende di uno dei traffici illeciti più lucrosi al mondo e di chi cerca di contrastarlo.
Buonasera a tutti e benvenuti
ad un nuovo appuntamento sempre
con il museo Frac nella nostra
versione online digitale un
nuovo appuntamento della nostra
rassegna L’autore A chi legge
che ricordiamolo è promossa
dall’associazione culturale
Tutti Suonati e che soprattutto
quest’anno ha il privilegio di
avere con sé una partnership
importante che l’associazione
italiana biblioteche live per
cui salutiamo insomma tutta la
presidente e tutto il team che
in questo momento è con noi
collegato. Vi come sempre
questo vuol essere un incontro
molto interattivo per cui in
qualsiasi momento potete
scriverci sottolinearci nei
vostri punti di vista
commentare i nostri discorsi
perché parliamo questa sera di
un argomento inedito per il
Museo Frac parliamo di
Archeomafie, di come le
archeomafie in realtà abbiano
anche ehm insomma causato un
danno enorme al patrimonio
culturale italiano lo facciamo
innanzitutto con il professore
Massimo Bugnardi che è il
artistico del museo Frack
buonasera professore benvenuto
buonasera buonasera Teo Manzo
che è un archivista
bibliotecario ma anche
esponente dell’associazione
culturale Tutti Sunati.
Buonasera Pio.
Buonasera a tutti buonasera non
ci sentiamo più ecco e poi
abbiamo il professore Umberto
Pappalardo che è in diretta da
Tunisi professore benvenuto
innanzitutto la presento
archeologo di fama insomma
internazionale del Centro
Internazionale per gli Studi
Pompeiani ma anche docente di
Archeologia classica presso sia
l’Università di Tunesi ma anche
il Suor Orsola Benincasa. Tutti
insieme questa sera presentiamo
il libro di Sao Cevoli. Storia
senza voce Cevoli, un
giornalista archeologo, ma è
anche il fondatore per
l’Osservatorio Internazionale
delle Archeo Mafie. Nel
frattempo io passo subito la
parola al professore Massimo
Bignardi per l’introduzione.
Bene, grazie Barbara.
Innanzitutto voglio segnalare
la la mia potremmo dire
soddisfazione non solo mia
personale ma dell’intero staff
che da anni ormai eh porta
avanti attività del Museo Frac
eh di Baronissi ma al di là di
ogni cosa anche quello che è
l’attività che gli amici
dell’associazione Tutti Sonati
che gestiscono diciamo le
attività del Frac hanno in
quest’anno di pandemia ha
dimostrato la loro forte
capacità non solo organizzativa
ma anche di aver avuto la
capacità di portare a segno una
serie di iniziative, un
programma molto intenso e
difatti siamo a questo
ulteriore appuntamento con
l’autore che legge. Quindi
diciamo che la promozione
avviata per necessità per
motivi della pandemia che non
ha offerto eh così le sale del
del museo Frac e quindi non ha
dato la possibilità
dell’incontro ha trovato poi
nella potremmo dire nella
soluzione eh dapprima molto
occasionale oi
professionalmente ben
strutturata in questa serie di
incontri, di mostre, di
dibattiti che vanno dalla
dall’affiancare l’iniziativa,
l’iniziativa, voglio dire il il
futuro quindi quello che è
l’immediato duemila e ventidue
per Procida nonché anche una
serie di mostre interessanti e
di lezioni dedicate al
patrimonio del Frac. Questa di
stasera è un un in una
presentazione di un libro
importante, importante perché
in genere noi la delinquenza in
questo caso le associazioni
malebetose in primis la mafia
ma non solo eh hanno fatto sì
che il l’obiettivo del loro
interesse o dei loro interessi
non sia stato limitato
semplicemente a dei beni hm
avvicinabili a quelli che sono
i beni di una società eh con
consumistica ma sono andati a
colpire in pieno quello che è
il patrimonio culturale della
della nostra nazione. Non c’è
solo un aspetto che è il danno
eh diciamo economico il bene in
sé e la sua potenziale vendita
ha devo dire sciagurati i
meccanismi del mercato
internazionale ma dall’altro
lato c’è proprio un una
violenza verso il diciamo il
patrimonio collettivo, basti
pensare a quella alla
drammatica al drammatico
sequestro e forse probabilmente
omicidio del famoso dipinto di
Caravaggio a Palermo, io dico
omicidio perché nel momento in
cui si nasconde in una
proprietà privata e non diventa
oggetto pubblico non diventa
misura di quella che è la la la
capacità che l’arte rappresenti
per una città, per una nazione,
per un territorio quindi un
segno civiltà dei suoi
rapporti, dell’economia. Quindi
insomma un patrimonio che in
parole povere si può
racchiudere ecco nel caso di
Palermo quello che è la
meravigliosa città di Palermo
ricca di un patrimonio
straordinario di
stratificazioni che vanno
dall’antica Grecia fino agli
ultimi decenni ecco mh questa
perdita è una perdita di un
anello importante eh la
scomparsa Caravaggio non è solo
in sé il dipinto che non
abbiamo materialmente davanti
ai nostri occhi ma è quel
tassello importante che legava
tutto il dibattito della eh
riforma e della controriforma
insomma in sintesi voglio dire
il libro che
saggiamente
organizzato nella
diciamo nella visione di una
storia potremmo dire dei danni
consumati al patrimonio
culturale italiano io
aggiungerei un aspetto che hm
mi ha colpito e questo negli
anni nei quali ho così seguito
i corsi di hm specializzazione,
Storia dell’arte. Ricordo
questo corso sul patrimonio
culturale italiano e sulle
leggi di tutela. Ecco quel mh
quell’aspetto che inizialmente
era così una una parte potremmo
dire quasi per noi
obbligatoriamente inutile. Noi
nel tempo mi ha dato la
possibilità di capire come
molte volte le raccolte si sono
costituite, con quanti voglio
dire anche equivoci sulla
sull’autenticità o meno delle
opere. Certo, parlare con un
archeologo, parlare con un
archeologo che ha il linguaggio
pratico del giornalista ma
soprattutto con un archeologo
siamo eh impegnato in prima
persona, basti pensare che il
professore Cevoli e direttore
del master di archeologia
giudiziaria e crimini contro il
patrimonio culturale del centro
per gli studi crimanologici di
Viterbo ci fa ci fa capire come
la sua esperienza non ne solo
appannaggio di un lavoro di
ricerca d’archivio e quindi
voglio dire di consultazione ma
quando invece è un lavoro
spesso sul campo, spesso
storici dell’arte, gli
archeologi sono chiamati dai
carabinieri ad intervenire in
caso di sequestro. Ecco questa
nostra funzione io dico
funzione degli operatori
culturali che sono vicini al
patrimonio storico artistico
nazionale. Non è una funzione
solo perché esperti ma perché
chiamati a contribuire a dei
processi di riappropriazione da
parte della comunità italiana
ma io non direi solo della
comunità italiana perché per
nostra fortuna siamo in Europa
e definirei quindi della
comunità ma allargherei i
confini bagnandoci nel
Mediterraneo tutte le le
nazioni e le etnie che si
bagnano in questo stupendo
meraviglioso storico mare.
Quindi in questa eh capacità di
di tornando al lavoro dicevoli
è un un privilegio presentarlo
stasera al Frac significa unire
due aspetti importanti. Quello
che è stato
de la historia de su diseño y
de su patrimonio una idea en la
historia, de cultura, que
anuncias simplemente
scolastici e anche universitari
facendoci eh così separare
dalla preistoria fino a
arrivare all’arte attuale
quindi segmentare tutte le
parti. C’è una coscienza unica,
eccevoli la fa leggere
chiaramente, ne esce fuori uno
sguardo complessivo
innanzitutto uno sguardo
complessivo nella dimensione
della pratica colui che
incontra l’evento, incontra il
misfatto, ma contestualmente
riesce anche a eh trovare quei
giusti metodi per
riappropriarsi da un lato ma
soprattutto di indicare con
l’indice quali sono le strade,
quali sono diciamo le azioni
malavitose, quelle che sono i
profili che a noi delle volte
sfuggono perché molte volte ci
troviamo di fronte a qualche
egregio nostro rappresentante
del Senato italiano con dei
libri che vengono dalla
biblioteca dei come si scopre
in qualche museo nordamericano
qualche vaso che viene dalla
dai nostri scavi, come
soprattutto osserviamo che
vengono depredate, tantissime
opere e che passano sotto
silenzio. Ma questo però voglio
aggiungere al professore Cevori
un ulteriore avvertimento. Noi
con il patrimonio storico
archeologico e storico
artistico diciamo moderno e
medievale è vero sì che abbiamo
avuto dei danni notevolissimi.
Sono delle volte incalcolabili
rispetto a ciò che si perde per
legge nel nostro contemporaneo
basti pensare che la legge che
ci blocca ancora agli
ottant’anni e i settant’anni ha
fatto sì che tutto quello che è
stato il patrimonio del
futurismo italiano una delle
grandi avanguardie europee sia
finito negli Stati Uniti, nelle
collezioni che l’hanno venduta
con diciamo con la complicità
di una legge e che na visione
miope perché? È vero che
l’attualità non è storia ma la
recente attualità quella di
decenni del Novecento è una
parte integrante alla nostra
storia, anzi è una parte che ci
consente di far sì che una
riflessione posta dal
professore Cevoli possa essere
un atto di coscienza e questo
lo dobbiamo perché nella nella
dimensione dei nostri anni la
storia, l’archeologia nella
storia ma diciamo tutte le
scienze umanistiche hanno fatto
sì che le nostre coscienze
reggessero a questi attacchi
diciamo e di superficialità ma
anche di negligenza ma
soprattutto di una complicità
con un mercato che frutta
diversi milioni di euro.
Grazie, grazie professore
Cevoli.
Barbara devi attivare l’audio
Praticamente ho parlato
inutilmente volevo ringraziare
il professore Massimo Bignardi
e volevo anche ringraziare
tutte le persone che ci stanno
scrivendo in questo momento
invitarle a commentare insieme
a noi ad interagire anche a
sottoporci le loro
sollecitazioni a questo punto
Pio io passerei subito la
parola a te. Più manzo. Vabbè
io sarò molto breve anche
perché non voglio togliere
tempo all’autore e al
professore Pappalardo. Posso
solo iniziare diciamo questo
mio piccolo intervento dicendo
che stasera sono veramente
molto felice perché mi ritrovo
con un gruppo di amici eh per
presentare il libro di di Zao.
Eh persone che non solo ehm mi
hanno segnato da un punto di
vista professionale ma eh anche
dal punto di vista umano.
Quindi sono molto molto
contento. E poi eh conosco bene
eh Sao siamo amici di vecchia
data e so l’impegno che
Saomette eh nel mh eh nei suoi
testi e nelle sue ricerche eh e
soprattutto uhm nelle sue
ricerche legate proprio al
mondo delle archeomafie. Ehm io
non voglio entrare nel merito
diciamo dei contenuti del
libro. Eh più che altro eh
voglio eh soffermarmi sulla
costruzione del testo. È una
costruzione molto interessante
perché eh fa un’operazione eh
molto intelligente ehm racconta
la storia ehm di furti ehm e di
operazioni criminali nei
confronti del patrimonio
culturale italiano eh ma lo fa
la narrazione di una storia. Lo
fa ehm utilizzando un
linguaggio che divulgativo ma
che allo stesso tempo è
puntuale da un punto di vista
scientifico. Eh lo fa
riportando ehm in nota tutti
tutte le citazioni ehm da cui
sono stati presi presi
naturalmente ehm i differimenti
di ciò che narra. Ehm questa è
un’operazione veramente che la
trovo molto molto interessante.
Perché è un libro che non è
solo per gli esperti del
settore ma è un libro che eh
affascina eh il mondo dei
curiosi, di tutte quelle
persone che sono interessate a
conoscere il patrimonio eh
culturale italiano e e
purtroppo anche quelle che sono
le le dinamiche criminali che
possono essere legate a questo
patrimonio. E hm una cosa che
ehm ho trovato ehm molto
diciamo ho trovato la struttura
veramente molto molto agevole.
Eh ehm non attraverso questo
libro non ci racconta eh
soltanto la storia eh di furti
ma eh ci riporta anche quello
che è il contesto oh culturale,
storico e politico del momento
Ehm ci riporta quelle che sono
eh le relazioni tra importanti
istituzioni culturali straniere
ehm specialmente modo eh
statunitensi eh legate poi a
quello che è il traffico ehm eh
illecito che parte eh
dall’Italia ma che attraversa
diciamo mezzo mondo e lo fa eh
raccontando ecco ehm la storia
ehm eh di questi furti eh
attraverso però quello che è la
una storia italiana una storia
che passa per levare diciamo
ehm le varie realtà eh
politiche e sociali che si sono
susseguite nel corso eh del
ventesimo e del ventunesimo
secolo
ho trovato naturalmente da
archivista e bibliotecario
molto interessante anche la
parte relativa alla questione
eh triste dei giro l’omini eh e
naturalmente nel libro
ritroviamo eh descritta
l’intera vicenda di come poi si
è sviluppata eh questa
operazione criminale ehm
utilizzando attraverso una
serie di connessioni tra
istituzioni culturali, politica
e e mala eh ripeto questo è un
libro che invito a a leggere a
tutti ehm dove mh si possono eh
trarre veramente dei degli
interessanti spunti eh di
riflessione su quello che ehm
purtroppo eh il nostro
patrimonio culturale ha subito
nel corso degli anni da un
punto di vista criminale
continua a subire e non
ricordiamo proprio non eh tra
le ultime la famosa villa eh
ritrovata ehm il a Pompei in
località Civita Giuliana che
proprio diciamo eh frutto di
ehm furti da parte di Tombaroli
eh che ha portato alla
riscoperta di questa di questa
grande villa purtroppo
danneggiata proprio da eh da
queste operazioni criminali. Io
hm non mi voglio dilungare
oltre. Ehm voglio lasciare la
parola al professore Pappalardo
che tra l’altro ha vissuto da
archeologo di fama in prima
persona eh alcune di queste
vicende eh legate proprio ai
furti di reperti archeologici.
Ehm Barbara quindi io mi fermo
qui e io assolutamente nel
frattempo diciamo prima da
questo punto parliamo abbiamo
parlato di un patrimonio
depredato in un certo senso
quindi una grande ricchezza che
è distribuita in giro nel mondo
e che a volte insomma spesso
viene poco alla luce e penso
che la prima volta che nella
mia vita anche la giornalista
abbia affrontato il delle
archeomafie. Spesso si parla di
altri tipi di mafia, si parla
di corruzione, si parla di enti
pubblici però questo è un
settore spesso un po’
dimenticato. Eppure la cultura
il nostro patrimonio e
rappresenta un po’ il nostro
volano di sviluppo nel mondo.
Però come diceva PIO a questo
punto la parola al professore
Umberto Pappalardo.
Professore non la sentiamo.
Professore non la sentiamo ecco
deve alzare il microfono ora
ora. Perfetto. Molto lieto di
di partecipare alla
presentazione un libro, un
libro è come un si partecipa
alla festa al battesimo. Eh? E
sono molto lieto perché ciao è
stato mio alunno. Credo che
parliamo circa di venti anni
fa. Assieme a un altro grande
di questo tema in Italia che è
Fabio Mannistalco. Sa e a lungo
hanno rappresentato i dioscuri
che si occupavano appunto di
furti d’arte allora non eh di
furti d’arte ehm di questi
furti d’arte eh ho sempre
saputo molto ma ho sempre come
si dice a Napoli a pizzichi a
spezzoni tipo il cratere di
Ofronio com’era partita da
Italia eh la statua di
Morgantina eccetera perché una
avevo collaborato con un grande
giornalista francese Emmanuel
per il giornale francese quello
famoso Figaro Figaro assieme a
un altro mio alunno Mario
Cesarano e quindi come dire me
mi ero eh impolve impolverato e
infarinato in questa materia
però devo dire che solo grazie
al libro di Zao ho capito la
complessità finalmente la
complessità del problema e
anche quei numerosi fatterelli
che io tenevo appesi così come
ninnoli hanno eh nel libro di
li ho trovati ampiamente
contestualizzati perché
ovviamente una cosa parte dalle
campagne di Paestum e costa
cento euro arriva a Roma ne
costa mille arriva a Zurigo ne
costa diecimila, arriva in
America ne costa un milione eh
una come dire cifre così dette
per caso però questo fa capire
come? Dove ci sono i soldi c’è
sempre o mafia o camorra. E
quando hanno subodorato la
potenzialità di questi acquisti
e di queste rivendite si sono
messi dentro. Tutto questo
egregiamente eh esposto da
è un libro grosso di
duecentotrenta pagine e
un’altra cosa che mi ha fatto
capire tutte queste eh società
tutti questi paesi che più si
sono occupati dell’acquisto di
opere d’arte sono ovviamente
tra i più ricchi al mondo
Svizzera, Stati Uniti d’America
eccetera sono indubbiamente
paesi caratterizzati da società
di una doppa morale e come sa
fa capire bene nel libro prima
che subentrassero delle leggi
contro il commercio di opere
d’arte eh di ricettazione di
furto quindi prima della legge
di Clintal si atteggiavano
tutti ad apostoli della cultura
e ad Amici dell’Arte, Patroni
dell’Arte questi grandi
acquirenti direttori dei musei
i collezionisti privati eh io
che ho studiato a Basile in
Svizzera che è uno dei grandi
centri poi del commercio da
vera era penso che non non si
fa più niente spesso mi son
sentito dire dai direttori ai
quando dicevo ma questo non è
che viene dall’Italia è
legalmente eh sì ma sai e noi
li teniamo bene e voi in Italia
li tenete male forse negli anni
settanta quando io studiavo lì
eh forse poteva anche aver
ragione però penso che oramai
oramai eh i musei di italiani
non abbiano niente da invidiare
agli studenti ai ai musei
stranieri e le cose sono tenute
molto ma molto bene quindi eh
a proposito di a dopo questa
esperienza con due figuroni, mi
sono trovata molto spesso a
fare il consulente dei
carabinieri del nucleo
protezione tutela dei beni
culturali per la valutazione di
opere d’arte sequestrate. E c’è
un aneddoto divertente che
voglio raccontare è legato
anche a quella zona eh che
citava eh Pio Manzo alla
Giuliana alle eh a Porta
Vesuvio di fuori dallo scavo di
Pompei. Quella zona si chiama
eh la Giuliana. Lì nel andai
con i carabinieri perché era
arrivata la segnalazione che un
contadino stava scavando nel
suo terreno. Ovviamente dopo il
povero contadino che chissà
forse cercava sono venuti dei
veri e propri malavitosi.
Quello che aveva notato che
sotto c’era una villa romana e
le pareti erano tutte nere con
semplici decorazioni, semplici
cornici decorate torno tornio.
Quando siamo andati a fare i
sequestri anche in altre città
abbiamo ritrovato gli stessi
pezzi di parete a fondo nero ma
sopra erano dipinti di i quadri
figurati con
eh Europa rapita da l’Europa
che cade in mare e però con
tratti chiaramente moderni
quindi che avevano fatto? Per
aumentare il valore del pezzo
che da da tavola di di di
calcio intonaco, a fondo nero,
non valeva quasi niente,
c’hanno sovraddipinto sopra per
renderlo più annettuto e non
voglio dilungarmi per lasciare
la parola all’autore del libro
che sa. Vorrei fare una domanda
che può gestire anche la fine
del suo intervento Allora
abbiamo visto che eh quando la
da quando la Svizzera ha
riconosciuto il furto d’arte
l’ha riconosciuto nel suo eh
codice come un atto criminale
da reprimere da quando Bill
Clinton ha eh dichiarato
illegittimi e illegali tutte le
introduzioni di opere d’arte in
America che siano dubbie il
mercato dell’arte pare
apparentemente eh neutralizzato
eh però io mi domando chi sono
i nuovi acquirenti? Sono per
caso gli arabi che hanno fatto
ad Abu Dhabi ora la piccola il
piccolo Louvre eh tutto il
tempo di rispondermi quando
vuoi dopo il tuo intervento
Grazie per questo bel libro. È
sempre un piacere rivederti
caro Zan
qua allora, ne abbiamo avuto
dei per un attimo un problema
di connessione, penso che non
ci siamo sentiti per un secondo
nel frattempo eh innanzitutto
salutiamo tutte le persone che
continuano a scriverci, poi eh
magari ci potrebbero essere
resiti per tutti quanti voi
passerei a questo punto la
parola direttamente all’autore
eh in realtà è è un po’ una
missione di vita, anche
l’esigenza di dar vita proprio
ad un ad un osservatore proprio
la necessità di scrivere questo
libro socievoli
sì buonasera a tutti io eh devo
iniziare innanzitutto con i
ringraziamenti perché per me è
un onore essere ospite del
museo Frac quindi ringrazio in
primis il direttore professor
Bignardi eh per l’invito
ovviamente eh l’amico e collega
Pio Manzo che eh mi ha eh ha
voluto organizzare questa
veramente onorato eh e poi
ringraziamento particolare al
professor Pappalardo che è
stato come lui stesso ricordava
è stato il mio primo docente di
archeologia e eh purtroppo
Umberto non parliamo di venti
anni ma ma anche di più il
tempo scorre veloce, quindi
siamo dobbiamo risalire
all’inizio degli anni novanta
quindi quando lui è stato mi ha
fatto anche l’esame di
archeologia classica quindi se
c’è qualche errore nel libro è
colpa sua mi ha fatto superare
l’esame trent’anni fa e quindi
sono emozionato e ringrazio
ovviamente eh sia il professor
professore per per i
complimenti e e per aver letto
il libro e aver trovato delle
anche degli spunti sui sui
quali io non avevo magari
riflettuto eh ho sentire un
parere esterno è sempre molto
molto interessante, molto
proficuo eh e ringrazio
ovviamente anche Barbara Landi
per la conduzione di questa di
questa presentazione le
associazioni che l’hanno
organizzato quindi presso il
museo. Ehm non essere in
presenza nel museo dal lato ci
toglie il piacere di di vederci
di persona eh da un lato
dall’altro lato però ci dà la
possibilità di raggiungere
sicuramente un grande pubblico
molto distante attraverso il
social network e il piacere di
avere con noi il Professor
Umberto Pappalardo che appunto
da Tunisi eh può collegarsi
tramite questi strumenti
elettronici. Per parlare
dell’argomento per parlare di
libro io non vorrei
ripercorrere ovviamente tutto
il libro la sua magari dirvi
qualche parola io mi occupo di
queste cose dal duemilaquattro
quando appunto fondai
Internazionale e eh
intitolata anche una strada a
Napoli quindi è è un pioniere
archeologico che noi tutti
dobbiamo sempre ricordare e
voglio ricordare voglio fare
memoria e ricordare anche
qualche altro episodio e
qualche altro poi risponde
anche magari alla domanda
quando quando arriviamo al
punto eh magari se condividiamo
ho preparato una piccola
presentazione per facilitare
questa certo eh discussione la
la possiamo presentare io sono
pronto sì allora eh ci sono
tanti episodi. L’Italia
purtroppo da sempre è uh terra
di saccheggi in Italia come la
Grecia e altri paesi
mediterranei sono da sempre
terra di saccheggi ma tra tutti
tra tutti gli episodi che
possiamo raccontare è stato
ricordato Biliardi quello eh
del del furto del dipinto della
natività del Caravaggio e
accenerò pure a quello. Eh sono
stati ricordati appunto i furti
a cui è posta l’area intorno
Pompei, gli affre il mercato è
illecito che si sviluppa
Paestum, sono state ricordate
già tante cose ma io vorrei
partire da un episodio un po’
particolare, un po’ diverso
dagli altri che è un episodio
che ha segnato la storia delle
indagini in questo settore e
siamo qui, vedete in
quest’immagine siamo al in
Basilicata, provincia di
Potenza, nel castello dei
giovedì venti gennaio
millenovecentonovantaquattro,
siamo nei primi anni novanta
alle tredici e quarantacinque,
ora già il giorno dell’orario è
indicativo perché voi
immaginate musei in Italia eh
sono ovviamente frequentati
soprattutto nel periodo estivo,
soprattutto nel weekend anche
siti come Pompei che d’estate
raggiungono addirittura
ovviamente in epoca pre covid
trentamila visitatori al giorno
ma se ci si va a gennaio
durante la settimana a ora di
pranzo veramente si può girare
una Pompei quasi deserta no
professore Pappalardo eh quindi
quel piacere che ritroviamo noi
a frequentare questi posti
quando non c’è nessuno e quindi
immaginate un museo che di per
sé non è neanche tra i più
visitati in Italia, quindi
siamo Castelli Melfi eh giovedì
venti gennaio, quindi durante
la settimana a gennaio quindi
mese con pochi visitatori alle
tredici e quarantacinque, cioè
proprio orario di pranzo,
l’orario della Sista eh tre ehm
delinquenti fanno irruzione nel
museo a mano armata, già questa
è una cosa particolare,
insolita, cioè eh entrano per
rubare qualcosa ma non lo fanno
non fanno un furto con
destrezza in un museo come
quello in quegli anni
probabilmente avrebbero potuto
cercare di entrare di notte,
cercare di eh di di eludere la
sorveglianza, invece, entrano
in pieno giorno a mano armata
eh quindi e ed è anche
un’aggravante dal punto di
vista anale fare una rapina a
mano amata piuttosto che un
furto eh e eh vanno
direttamente in una vetrina, si
fanno indicare qual è e rubano
questo è un tipico esempio di
un di un furto mirato, cioè
sono andati lì mirati per
rubare quello allora iniziano
eh le indagini, iniziano le
indagini, questo è il il furto
la la foto ovviamente è così
simbolica, non situisce al
furto stesso e c’è una fortuna
in in questa vicenda, che in
quel momento esiste appunto
come è stato ricordato, esiste
un reparto dei eh dell’arma dei
carabinieri eh che ha cambiato
denominazione rivolta poi nel
corso del tempo, attualmente eh
comando per la tutela del
patrimonio eh culturale eh in
quegli anni è affidato al
generale Roberto Confurti.
Generale Roberto Conforti
veniva da un’esperienza di
contrasto al terrorismo
all’eversione di estrema
sinistra e di estrema destra
alla alla lotta camorra uno
degli artefici appunto del eh
delle operazioni che portano
all’arresto di Cutolo quindi un
investigatore di primissimo
piano in quel momento i
carabinieri che si occupano di
tutelare il patrimonio
culturale. E quindi orta la sua
esperienza di contrasto alla
criminalità più pericolosa no?
Il crimine organizzato di
stampo camorristico ma sposo il
terrorismo porta quelle quei
sistemi investigativi nel
contrasto ai eh furti ai
crimini contro il patrimonio
culturale. Eh inizia
l’operazione eh che viene
denominata operazione Girione
eh le operazioni dei
carabinieri del comando
telepatrico hanno sempre nomi
che se li fanno un po’ alla
mitologia eh al mondo al mondo
classico. Un’altra
particolarità è che tabilisce
la base operativa a Napoli
attualmente eh il il nucleo eh
della Campania del del PIL per
la tutela del patrimonio
culturale ha sede a
Castelsantino a Napoli quindi
in un in un luogo anche molto
particolare in un luogo molto
affascinante stabilisce la sede
operativa a Napoli e che cosa
fa? Eh non si limita a delle
indagini appunto come si faceva
eh una volta insomma basandosi
solo sull’analisi, lo lo studio
dei eh degli facendo una
ricerca eccetera ma comincia a
fare pedinamenti, comincia a
fare intercettazioni in
particolare attraverso
intercettazioni riesce a eh
risarcire ad un’utenza
telefonica eh di Casal di
Principe. Sono a Casal di
Principe sono gli anni in cui
eh è attivo e prospera il clan
dei Casalesi di cui anche chi
non è dalla Campania avrà
sentito alcuni nomi come
Michele Zagaria, Francesco
Schiavone, Antonio Iovine,
Francesco Bidognetti, cioè nomi
che anche eh giornalisti come
Saviano sono sono ehm stati
portati all’attenzione del
dell’opinione pubblica
nazionale. Eh sono quegli anni
i ehm riesce a risalire a
questo a quest’utenza
telefonica di Principe. E in
particolare poi riesci a
individuare un soggetto che è
un ex capitano della Guardia
Finanza che diciamo era passato
dall’altro lato della barricata
perché era eh in eh cocotta con
eh
trafficanti eh di arte, con chi
traffica in modo illecito
l’arte. Attraverso queste
operazioni seguono questo filo
che come è stato ricordato
anche dal più sorvegliato il
professor Pappalardo è un filo
internazionale, cioè noi
abbiamo l’idea del Tommarolo,
come quello che fa lo scavo
porta alla luce il reperto si
eh mh trafuga il reperto, ma
poi che fine fa questo reperto?
Entra in una filiera in una
rete che è una rete
internazionale che deve
consentire di eh arrivare
all’estero innanzitutto
illegalmente all’estero quindi
passare la frontiera riuscire a
passare i controlli doganali
eccetera ma poi essere
ripulito, acquisire un pedigree
legale cioè un pedigree che
all’estero simbri legale in
modo da passare dal mercato
nero al mercato lecito. Eh
quindi poi andare a finire
all’asta e diciamo avendo
acquisito questa nuova identità
fittizia riuscire ad arrivare
fino nelle grandi collezioni
museali dei musei eh stranieri.
Eh e quindi fanno eh questa
operazione. Riescono a seguire
questo filo fino eh a eh Monaco
in Baviera eh dove trovano ehm
riescono ad arrivare fino alla
residenza di un commerciante di
antichità di origine italiana.
La particolarità è che la
polizia tedesca proprio perché
c’era coinvolto un italiano
chiede la collaborazione dei
carabinieri. Cioè si fa un
blitz in seque. Si fa un blitz
in questa eh villa e eh che
cosa trovano in questa villa?
Non solo trovano gli otto vasi
ma scoprono dei depositi e
scoprono un’enorme quantità di
reperti e addirittura scorta
dei laboratori clandestini per
il restauro dei reperti perché
come ha ricordato il professor
popolare per arrivare sul
mercato il reperto deve avere
anche un suo valore estetico
quindi sono dei restauri non
certo dei restauri conservativi
eh fatti in modo filologico
eccetera ma anche addirittura
delle falsifica zioni no? Per
rendere più appetibile gli
oggetti sul mercato. Quindi
magari un vaso eh senza
particolari scene decorative
eccetera viene falsificato per
per averle. E e quindi non solo
fanno questa scoperta. Ma
continuando le indagini e
continuando in particolare a
seguire la pista di questo ex
finanziere che poi muore eh
proprio nel momento in cui va
eh nello stesso anno in cui i
vasi tornano indietro e tornano
a Melfi eh muore in un
incidente eh stradale
continuando le perquisizioni
alla fine vengono in possesso
di un suo appunto. C’era un
semplice foglio di quaderno che
vedete qui eh su cui aveva si
era puntato eh si era un po’ eh
nomi e vedete una serie di
freccette cioè aveva cercato di
disegnare la rete dei traffici
cioè lui voleva probabilmente
fare un salto di livello
riuscire ad avere a a prendere
contatti direttamente con i
grandi trafficanti
internazionali, riuscire ad
arrivare ai livelli più alti e
quindi si era fatta una sorta
di promemoria si era man mano
segnato eh questa piramide e
capire quali erano i contatti
quali erano le persone con
interagire per eh gli
investigatori questa la manda
dal cielo perché trovano eh in
pratica segnato tutto
l’organigramma, tutta una serie
di contatti, di frecce di
responsabili delle varie zone e
quindi seguendo questo riescono
a smantellare un’intera rete
internazionale.
Contemporaneamente in quegli
anni anche Casal di Principe eh
attraverso indagini la
magistratura viene sgominato in
gran parte dei Casalesi eh con
ad esempio il la maxi
operazione Spartalus e i
processi che seguono. Proprio
grazie a queste indagini e
anche se a questo appunto e
alla scoperta di queste reti
criminali negli anni successivi
e ancora oggi continuano
sequestri. Ancora oggi spesso
viviamo di ndagini fatte in in
passato eh seguiranno altri
sequestri sequestri di
materiale fotografico
seguiranno eh altri blitz in
Svizzera eh si riuscirà a
recuperare documentazione
fotografica che prova la
provenienza dall’Italia di
tanti reperti eccetera e questa
è stata un po’ la svolta e
grazie agli ai carabinieri
innanzitutto che sono eh il il
corpo di Polizia leader nel
mondo in questo settore cioè
nel contrasto ai traffici eh di
beni cultura e anche alle altre
forze dell’ordine sia guardia
di finanza che hanno fatto
operazioni importantissime in
Italia riesce man mano a
riconquistare dei pezzi.
Purtroppo quello che riusciamo
a recuperare è una minima parte
di quello che c’è stato. Io
voglio far vedere solo qualche
immagine di alcuni dei reperti
più famosi che sono rientrati
in Italia, il cratere di
Asteas, questo eh era stato eh
scavato e ehm recuperato senza
perme eh della zona di
Sant’Agata de’ Goti in Campania
finisce al al Ghitti Museum nel
millenovecentottantuno,
ritornato in Italia nel eh
duemila eh sette eh il cratere
tronio da Cerveteri e finisce a
Metropolitan Museum, vedete
com’è stato ricordato sono i
grandi musei stranieri che
hanno i grandissime
disponibilità dei capitali che
acquistano poi questi pezzi. La
maschera di cosiddetta maschera
di avorio, un volto in
risalente al terzo secolo
avanti Cristo che per fortuna
anche questo riesce a essere
recuperato e non finisce
all’estero e non finisce quindi
perduto per sempre Eh un altro
famoso ehm un’altra famosa
opera antica. La Tria dei
cosiddetta Tria dei capitolini,
un gruppo scultoreo del secondo
secolo dopo Cristo scavato
clandestinamente anche questo
recuperato nel
millenovecentonovantaquattro e
adesso è a Guidonia. Alti
famosissimi, la cosiddetta di
Morgantina in Sicilia, la
Sicilia è stata uno dei
territori insieme alla Campania
e all’area eh etrusca tra Lazio
e Toscana. Sono stati i
territori più depredati in
Italia. Qualcosa purtroppo non
è mai tornato indietro come il
cosiddetto atleta di Fano
recuperato nell’Adriatico
finito all’estero e anche qui
eh c’è stato un procedimento
giudiziario lunghissimo e
complesso che è addirittura
arrivata alla Cassazione. La
Cassazione ha stabilito che il
reperto è uscito eh
illecitamente del territorio
italiano e deve rientrare in
Italia e quindi è ehm diciamo
la sentenza definitiva della
Cassazione eh ne stabilisce la
la confisca. Il problema è che
il referto si trova negli Stati
Uniti. E quindi in un che non è
soggetto alla legge italiana e
quindi solo attraverso
un’azione diplomatica si potrà
forse un giorno riportare
indietro. E voglio ricordare
anche eh alcune persone il
professor Umberto Pappalardo ha
già ricordato Fabio noi abbiamo
avuto in Italia anche altri
grandissimi straordinari neri
della tutela del patrimonio
culturale. Voglio ricordare
qualcuno di loro e anche le
parole che poi ritrovate anche
nel libro uno di loro è eh e a
lungo collaborato anche col
professor Pappalardo e
Sebastiano Tusa che ehm su
questo tema scriveva e il
saccheggio del patrimonio
culturale è attuato da una
criminalità organizzata. Si
tratta più soltanto i singoli
tombaroni ma ci sono
organizzazioni criminali che
che hanno proprio come
obiettivo il saccheggio del
patrimonio culturale che
depreda sistematicamente o
tenta di depredare le vaste
concentrazioni ho intraprende
vere e proprie sistematiche
attività di scavo illegale o
furti in depositi e musei già
esistenti. Quindi è un’attività
di saccheggio sistematico
dovremmo ricordato il grande
generale Roberto Conforti come
ha cercato di contrastare a
lungo questi gremi e come ci
fanno i carabinieri però hanno
delle forze numericamente
assolutamente eh io credo
insufficienti per per la grande
opera che devono fare pensate
che il generale Conforti aveva
circa trecento uomini è su
disposizione. Ricordano un po’
i trecento eh caduti delle
termobili no? Gli eroi con
Leoni da expartani che si
sacrificano. Con trecento
uomini è riuscito a fare tutti
questi recuperi. E per quello
che è considerato dalle grandi
istituzioni internazionali come
l’ONU l’UNESCO uno dei tre
maggiori business al mondo del
del crimine organizzato insieme
al traffico di droga e armi
sono i tre grandi business dal
punto di vista del del volume
del crimine organizzato e voi
pensate quante forze
dell’ordine si dedicano al
contrasto ai traffici di armi e
di droga se mettessimo la
stessa quantità e le stesse
professionalità a disposizione
di chi indaga contro questi
crimini riusciremo sicuramente
a recuperare molto di più Eh
quindi non c’è stata dalla
parte l’istituzione grandissima
attenzione. È sottovalutato
anche la natura di chi si
dedica a questi traffici perché
ripeto si parla di Don Baroli
un po’ come personaggi quasi
romantici addirittura qualche
giornalista stare, ne fa delle
figure quasi alla indiana, sono
romantiche e ma vediamo che
qualche personaggio di
romantico ha ben poco, ad
esempio questo questo che ha
riportato qua eh la statua che
vediamo a sinistra è il
cosiddetto febbo di che è un un
originale greco del quinto
secolo avanti Cristo viene
rubata dal municipio di
Castelvetrano nel
millenovecentosessantadue chi è
che commissiona questo furto?
Questo personaggio che vedete
nella nella foto a destra,
quello primo a sinistra nella
foto che è Francesco Denaro. Il
il boss di Cosa Nostra padre di
quello che vedete più piccolo
come ragazzo a destra che è
Matteo Messina Denaro
considerato forse l’attuale eh
super latitante eh capo della
cupola di Cosa Nostra se ne
esiste ancora uno e quindi uno
dei due dei personaggi più eh
come dire le eh emblematici per
eh della mafia e Francesco
Messina Denaro appunto era
stato eh quello che aveva
questo furto quindi uno dei
primi a intuire le potenzialità
e eh l’interesse per la mafia
di occuparsi anche di questi
traffici eh la statua viene
recuperata grazie alla
straordinaria abilità di un eh
investigatore che vedete qui
nella foto al centro che è
Rodolfo Siviero. È stato uno
dei più grandi poliziotti
detective dell’arte è stato
definito che già dal dopoguerra
dal dopo la seconda guerra
mondiale fu dei più impegnati
di recuperare le opere
trafugate ad esempio dai
nazisti e anche lì lui eh
organizzò un finto acquisto eh
con la complicità di alcuni
antiquari e riesce poi
addirittura con una sparatoria
riescono eh riesci la polizia a
recuperare questa statua e qui
vedete eh lui insieme
all’archeologo eh Bianchi
Bandinelli che eh viene
chiamato tra i primi a vedere
la strada a valutare e a hm
vedere se si tratta proprio
dell’opera che era stata
trafugata dell’originale. Eh
voglio ricordare una piccola
cosa. Prima ho detto Francesco
Messina Denaro. Per capire
quanto è quanto sono personaggi
che restano purtroppo eh la cui
ombra anche dopo la morte
continua a rimanere in una
presenza viva in alcuni
territori vedete qui? In basso
a destra in quest’immagine
vedete un eh un annuncio che
puntualmente ogni anno compare
in Sicilia su un giornale un
quotidiano locale eh per
ricordare la morte di eh
Francesco Messinaterano. Quindi
un necrologio che ogni anno
puntualmente in occasione
dell’anniversario della morte
viene dai giornali locali.
Quindi per capire quanto questi
personaggi restano anche nella
memoria collettiva. Abbiamo
ricordato il figlio Matteo
prova a fare la stessa cosa
riuscita al padre. E prova a
mettere le mani niente di meno
che sul cosiddetto Satiro di
Mazara del Vallo. Un’opera
recupe eh fortuitamente da un
peschereccio nel canale di
Sicilia e eh dai pescatori
molto correttamente onestamente
consegnato allo Stato. Tra
l’altro i pescatori che poi
devono intraprendere un’azione
e un caso con lo Stato italiano
per cercare di ottenere un
risarcimento che alla fine
verrà concesso un premio di
rinvenimento ma avrebbero
sicuramente guadagnato di più
se avessero venduto l’opera nel
mercato illecito. E quindi
questo fa capire che c’è anche
una parte sana della società e
non necessariamente di
dell’alta ma anche un pescatore
eh può avere una coscienza
sensibile al patrimonio
culturale. Ora l’azione di
questi pescatori ha fatto sì
che il territorio di Mazara del
Vallo abbia oggi un museo dove
si conserva questa data e che
ella possono ammirare i
cittadini Mazavra, i siciliani
noi italiani tutti ma che
l’intero mondo possa e debba
venire qui in Italia per
vederla. E quindi ha portato
sviluppo al territorio la
presenza di questa statua.
Mentre la vendita all’estero
porta un profitto immediato ai
eh trafficanti ai crimina poi i
grani profitti li fanno
ovviamente ai livelli più alti
all’estero. Si calcola che solo
il due percento sia guadagnato
della vendita finale a a chi ha
trafugato l’opera o la scalata
clandestinamente. Quindi il
novantotto percento è guadagno
che si fa ai livelli più alti
nelle nelle case d’asta, nelle
grandi compravendite, ai musei
stranieri. Eh vediamo Fabio
Maniscalco che che è stato
ricordato prima, cosa scriveva
ma questi traffici la
criminalità organizzata
internazionale che è la
continua ricerca di sistemi
sempre più nuovi, originali per
riuscire a riciclare i profumi
accumulati illegalmente ha
capito i vantaggi di comprare
opere d’arte opere d’arte e
oggetti d’arte e oltre a
fornire la garanzia di una più
o meno alta rivalutazione della
nel corso degli anni assicurano
la non individuabilità del
denaro impiegato per la spesa
eh il traffico di varietà è
anche un modo per il crimine
organizzato per riciclare
denaro sporco
ma oltre a questo tipo di
aggressione ce ne sono altri.
Ce l’incuria, eh ci sono eh c’è
mancata manutenzione. Voi
pensate al crollo della scuola
armatura a Pompei che colpì
tutto il mondo. Ehm gli scavi
clandestini eh la eh le
immagini di qualche eh anno fa
dell’assalto fatto dagli
Unigans alla cosiddetta
Barcaccia a Roma. Quelle
immagini che ha dovuto vedere
l’intero mondo di come un
nostro eh bene veniva eh così
eh trattato e umiliato eh da un
gruppo di scalmanati Ulligans
stranieri. Eh ci sono le
aggressioni quotidiane con
magari scritte vandaliche
quindi le aggressioni al
patrimonio culturale non sono
solo quelle del crimine
organizzato ma sono ne sono
tante di di tanti tipi diversi
eh dei traffici illeciti il
beneficiano ovviamente i grandi
musei stranieri ad esempio il
ghetto è stato una delle
istituzioni che grazie alle sue
enormi disponibilità
finanziarie è stato uno dei
grandi poi alla fine ha
sottoscritto in tempi più re
invece degli accordi con
l’Italia per la restituzione e
alcune opere che l’Italia è
riuscita a dimostrare provenire
dal nostro paese. Non tutte.
Non tutte però e soprattutto i
ghetti eh dichiara di essere un
museo eh dedicato alla civiltà
greca romana ed etrusca ha
circa quarantaquattromila opere
d’arte una grande parte di
queste non son state mai
esposte quindi noi non sappiamo
nei deposti cosa c’è e cosa
potrà uscire fuori nei prossimi
anni che se qualcosa di quello
che uscirà fuori e di
provenienza illecita. Una vera
trasparenza è un cambio di
rotta da parte del museo
Guighetti dovrebbe essere
quello accessibili i depositi
ai nostri esperti per capire se
c’è altro di prevenienza
illecita da evitare. Un altro
straordinario difensore è il
patrimonio culturale uno degli
eroi della memoria che ha avuto
il nostro paese è il magistrato
Paolo Giorgio Ferri. È stato
l’unico a riuscire a portare
alla Snar anche i curatori dei
musei stranieri quindi non solo
i trafficanti ma anche gli
ardenti. A portare della sbarra
e questo ha dato un ha avuto un
grande risalto nel nei media
internazionali soprattutto
americani e ha provocato un
cambio anche di di
comportamento da di molti musei
che sono poi venuti a Patti con
con l’Italia, con la Grecia e
gli altri paesi depredati. E
proprio per quanto riguarda il
termine antimafia che c’entra
la mafia in questo, leggiamo
qualche sua parola. Lui
scriveva, è scomparso purtroppo
recentemente. Eh ho avuto
l’onore di collaborare con lui
appunto al master di cui sono
stato come è stato ricordato
all’inizio, sono stato
direttore fino a a poco tempo
fa eh e proprio con lui ho
condiviso una eh lunga lungo
tragitto eh una lunga di questo
percorso eh e quindi
collaborando insieme ho avuto
tanti scambi di di opinioni
anche veramente mi ha
arricchito moltissimo e credo
che tutto il il mondo è bene
culturale italiano abbia perso
molto dalla sua scomparsa.
Purtroppo non ricordata dalle
istituzioni che lui aveva
difeso non ricordata come
meritava. Non ho letto una
parola da parte del ministro
dei beni culturali allora non
ho letto un comunicato stampa
eh credo che l’Italia non non
abbia onorato in generale
abbastanza gli eroi della
memoria che hanno difeso il suo
patrimonio. Questo riguarda
anche gli altri che ho
ricordato prima, generale
Conforti, Fabio Criscalco e
Sebastiano Tutto. Eh scriveva
Paolo Giorgio Feli. Io ho
sentito vari pentiti di Mianfi
anche per tentare di recuperare
beni culturali che purtroppo
non si è riusciti a riavere. E
mi ricordo ancora le parole di
uno di questi che in siciliano
mi disse che dal territorio
dell’area controllata dalla sua
cosca, neanche un cane con un
osso in bocca, uscivo. E
evidentemente un controllo
molto capillare da parte della
mafia di tali luoghi perché il
traffico è illecito e beni
culturali comporta grandi
vantaggi economici e questo
rende molto forte il controllo
di tale mercato da parte dei
manager cioè ma veramente
immaginiamo che i clan della
camorra, della mafia, della
sacronie, cioè nei territori
controllati dal crimine
organizzato e stampo malgioso
dove neanche un motorino viene
rubato cioè se un motorino
viene rubato per errore a
qualcuno a cui non si doveva
fare lo sgarro il motorino
viene restituito eh non non si
fa neanche una rapina da un
tabaccaio senza che poi non
intervenga eh Cosa Nostra se
quel locale era protetto da
Cosa Nostra o dalla Camorra
eccetera possiamo pensare che
il nostro territorio sia
depredato da Combaroli così
improvvisati senza che quanto
meno ci sia il benestare delle
organizzazioni di stampo
mafioso che controllano quel
territorio eh e veniamo poi a
qualche slide, qualche caso
eclatante di intervento della
mafia. Quello che vedete
appunto il quadro di Caravaggio
della della natività trafugata
a Palermo nel
millenovecentosessantanove.
Oggi costituisce l’opera d’arte
più ricercata al mondo. Eh
diciamo nella lista
dell’Interpol è la prima opera
più al mondo. Non si sa che
fine abbia fatto. Ci sono state
addirittura commissioni
antimafia che si sono occupate
di questo con dichiarazione di
vari pentiti collaboratori di
giustizia eccetera che vanno in
direzione diverse. Ci sono
varie piste investigative. La
si continua dal mio
centosessantanove a ricercare.
Ehm intervengono dei personaggi
di primo piano di Cosa Nostra
in in questo furto e anche
nelle vicende successive. Qui
abbiamo persone a conoscenza
dei fatti come Salvatore
Cancemi, Giovanni Brusca,
Francesco Marino a noi. Cioè ho
ho detto tre nomi di primissimo
piano di Cosa Nostra. Tanto per
ricordare quello al centro
Giovanni Brusca e che è
ritenuto l’esecutore materiale
della strage di Capaci, quindi
personaggi che che sanno cosa
avveniva tra l’altro alcuni
mafiosi hanno iniziato la
carriera proprio come come
escavatori clandestini mafiosi
eh in alcuni pizzini si legge
eh quei traffici d’arte ci
manteniamo la famiglia diciamo
Cosa Nostra e le altre
organizzazioni criminali di
stampo mafioso certamente non
si sono lasciate sfuggire i i
proventi di questo business. Ma
andiamo avanti, vediamo altri
tre personaggi invece, come
avviene il furto? Il furto
secondo alcune ultime
ricostruzioni avviene per opera
di non speciali cioè
paradossalmente dei dei ladri
abbastanza improvvisati che si
introducono in una chiesa
rubano la tela però come diceva
Paolo Giorgio Fede siccome la
mafia non lascia che esca fuori
un osso senza che eh che lo sa
eh o senza che ci metta possa
mettere le mani all’indomani
del furto eh il i clan locale
di Cosa Nostra che controllano
il territorio in modo capillare
vengono a sapere dai giornali
di questo furto e d’entità
dell’opera rubata eh Gaetano
Grado il primo che vedete in
alto che è eh diciamo il per
conti Cosa Nostra il soggetto
che controlla il centro di
Palermo eh viene incaricato da
Stefano Bontane che invece è il
boss eh di tutta la zona di
venire a sapere chi è? Dice
come hanno fatto a rubare
questo quadro nel tuo
territorio e non ne sai niente
e quindi lo incarica di
cercarlo, a sua volta, Stefano
Bontade deve riferire al boss
Gaetano Badalamè perché tutto
quello che viene in città lo
devono venire a sapere i
vertici di cosa nostra e quindi
Cosa Nostra va a eh va a sapere
chi è stato a a trafugare
l’opera e si impossessa
dell’opera. Da quel momento se
ne perdono le tracce. Quindi
non sappiamo che fine ha fatto.
Ci sono varie piste che alcuni
dicono che è stata conservata
male è andata distrutta, altri
che è stata tagliata in pezzi
ed è stata venduta in pezzi,
altre che è utilizzata ancora
negli incontri di Cosa Nostra,
i veicoli più alti come
simbolo, no? Eh a qualcuno
l’aveva rimessa in ballo negli
anni della cosiddetta
trattativa stato mafia eh si
era detto che che era stata
utilizzata anche per far leva a
favore di questa trattativa ma
vediamo un altro caso
emblematico l’attentato eh ha
eh ai eh che colpisce eh gli
Uffizi a Firenze. Siamo nei
primi anni novanta il
ventisette maggio
millenovecentonovantatré
l’attentato che colpisce
Ottimo, oltre ad aver fatto
delle vittime quell’attentato
eh
Oltre
alle vittime civili e
alle vittime innocenti fa
un’altra vittima importante
cioè culturale. Queste sono
alcune delle immagini
all’indomani del
dell’attentato. Vedete opere
d’arte devastate dalle
esplosioni avvedute ai
georgogli. Eh secondo alcuni eh
investigatori eh l’attentato
colpire il patrimonio culturale
e lo diceva anche Fabio eh Cosa
Nostra si rende conto in quegli
anni che il patrimonio
culturale sono gli stessi anni
in cui avviene appunto eh la
vicenda ho ricordato eh di
Melfi eh sono gli stessi anni
di blitz all’est da parte dei
carabinieri che il patrimonio
culturale è colpisce molto eh
la sensibilità degli italiani
eh ma è indifeso immaginare in
quegli anni come erano difesi
chi chi li ha vissuti se lo
ricorda che noi avevamo
l’esercito per strada che
difendeva tutti i eh non so la
regione, la provincia, il
Parlamento, tutti i luoghi
simbolo delle istituzioni il
patrimonio culturale invece era
in però colpendo il patrimonio
culturale Cosa Nostra ha capito
che si colpisce la memoria
collettiva, si colpisce un
simbolo della memoria
collettiva e quindi può
diventare un’arma di ricatto.
Cioè purtroppo Cosa Nostra ha
capito forse addirittura più
dello stato quanto è importante
la tutela della nostra memoria.
E allora voglio concludere con
delle parole prima di
rispondere però alla domanda eh
di eh del professor Umberto
Pappalardo. Voglio conclu con
delle parole eh del generale
confort che diceva, l’entità
del seccheggio del patrimonio
culturale italiano ci induce
anche a un esame della nostra
responsabilità di fronte alla
storia. I beni culturali non
proteggono, non reagiscono di
fronte all’abbandono, al
degrado, alla superficialità
della tutela. Si lasciano
morire attendendo il tribunale
della storia. E le colpe sono
maggiori in area ad alta
densità culturale in città che
ospitano preziose testimonianze
dell’arte di ogni tempo. La
nostra responsabilità verso
l’umanità è incommensurabile.
noi abbiamo ereditato eh per
ragioni storiche un grande
patrimonio culturale l’Italia,
la il paese del Mediterraneo è
uno straordinario patrimonio
culturale che qui si concentra
come forse in nessun’altra area
del mondo e ma non ci siamo
sempre dimostrati all’altezza,
come ricordavo anche il
professore Pappalardo di eh
tutelarlo incuria eh
disinteresse eh noi abbiamo un
Ministero dei beni culturali
che gli anni settanta ma che in
risorse umane, economiche,
strutturali, eccetera eh ha
sempre avuto difficoltà cioè è
è un po’ sempre stata la
Cenerentola tra i vari
ministeri ora si spera che
questa questa tradizione
purtroppo negativa cambi anche
una grande tradizione di tutela
delle norme di tutela
all’avanguardia sono state nel
mondo non sempre siamo stati in
grado di approvare le grandi eh
convenzioni internazionali con
tempestività, anzi spesso lo
abbiamo fatto con molto ritardo
e paradossalmente i nostri
esperti beni culturali eh sono
richiestissimi all’estero per
la loro straordinaria eh
esperienza, una formazione
abbiamo una formazione
universitaria di eccellenza ma
poi magari molti professionisti
e beni culturali stentano e
lavoro in Italia sono
apprezzati all’estero e non lo
sono altrettanto in patria
mentre i beni culturali magari
sono gran parte eh tutelati in
modo non adeguato. Questo non
per colpa dei funzionari e
lavoro anche loro straordinario
eroico eh con eh strutture eh
finanziarie che sono sempre
inferiori alle necessità ma il
nostro paese tutto dovrebbe
fare un esame di coscienza e
dovrebbe veramente eh
intraprendere una politica
completamente nuova e diversa
di gestione del nostro
patrimonio culturale nella
memoria comune di tutti noi
perché questo è il patrimonio
culturale. Voglio chiudere
proprio con una frase che
invece di un Muracami anche in
onore dove in Giappone ha
organizzato delle delle cose
straordinarie mostre e e
iniziative straordinarie quindi
anche eh per onorare la
presenza del del mio maestro
Umberto Pappalardo voglio
concludere con una frase di un
autore giapponese. Che dice?
Rubare la vera storia è come
rubare una parte della
personalità di ognuno. È un
crimine. La nostra memoria è
composta da una combinazione di
memorie individuale in memoria
collettiva. Le due sono
strettamente intrecciate. E la
storia e precollettiva quando
questo viene rubata o riscritta
non siamo più in grado di
sapere chi siamo questo dice
questo autore giapponese. Vengo
a alla sua domanda. Eh la
Svizzera sì per fortuna ambiato
completamente h approccio alla
questione a eh sottoscritto di
convenzioni internazionali. Si
è dotata di una di una
regolamentazione ha
sottoscritto soprattutto degli
accordi bilaterali con l’Italia
per cui oggi non è più il
paradiso degli Trafficanti nei
decenni passati. Eh sicuramente
gli Stati Uniti hanno eh una
nuova anche negli Stati Uniti
c’è una nuova prospettiva. In
realtà dovuta non tanto a una
sensibilità ma a a questioni
molto pratiche. Voi il fatto
che come sapete al capone eh
non non finì in prigione per
tutti i traffici di eh illeciti
che faceva e per tutti gli
omicidi che aveva commissionato
ma per motivi fiscali. Perché
gli Stati Uniti toccategli
tutto ma non gli toccate
evidentemente. Si sono conto
che alla fine della filiera eh
c’è ai danni del dell’erario
americano di natura fiscale
perché quello che è stato
ricordato cioè il fatto che è
un reperto eh viene venduto a
un valore sempre più alto e
questi valori sono in realtà
abbastanza aleatori perché non
è che c’è come l’oro, il
petrolio, ci sono i parametri
per stabilire il valore ogni
opera d’arte è un unicum quindi
è irripetibile non si può
stabilire un valore diciamo che
vale per tutte le opere d’arte.
Quindi nulla di vendere un
quadro là sta mille euro eh
diecimila euro, centomila euro,
un milione di euro, dipende
dalla domanda e dall’offerta,
se c’è qualcuno disposto ad
acquistarlo per un milione di
euro vale un milione di euro
attenzione eh attraverso queste
compravendite spesso fittizie
anche poi l’acquirente finale
si trova in possesso di
realmente quando ha pagato ma
che ufficialmente vale ad
esempio un milione di dollari.
Poi la la mette in mostra la fa
girare in vari musei eccetera
quest’opera aumenta ancora di
valore e poi decide di donarla
a un museo. A quel punto gli
viene riconosciuta una
detrazione fiscale che è dovuto
al fatto che ha donato l’opera
museo. La detrazione fiscale
che si basa su quanto viene
valutata l’opera dalla
direzione del museo del
curatore del museo quanto l’ha
pagata all’asta o l’ha
realmente pagata perché poi
molte trattative sono riservate
e non sappiamo realmente come
andrò a pagare. Quindi alla
fine se quest’opera il valore
viene artificiosamente pompato
di quest’opera alla fine si ha
una truffa ai danni dell’erario
americano. E questa cosa
l’hanno scoperta perché gli
investigatori americani erano i
curatori dei musei, grandi
collezionisti e anche eh
esperti di case d’asta eccetera
e avevano montato ad arte il
valore di eh reperti e opere
d’arte per ottendire dei
vantaggi fiscali più alti eh e
quindi da quel momento si sono
svegliati e hanno capito che
forse conveniva intervenire in
questo settore. Il mercato però
si sta spostando ovviamente
perché finché c’è domanda ci
sarà offerta. Eh i grandi punti
i grandi snodi non sono più la
Svizzera ma magari eh sono eh
delle case d’asse che si
trovano in estremo oriente.
Purtroppo rischia di di nuovo
eh Londra dopo la Brexit eh
sganciandosi da tutte le le
normative europee e le
convenzioni europee e ci sono
anche visto che noi siamo molto
più attenti a tutelare il
patrimonio Italia, Grecia, i
paesi dell’area mediterranea
stanno diventando sempre più
attenti fanno rete ma ci sono
dei nuovi anche mercati di
approvvigionamento, ad esempio
eh l’arte del dei paesi
dell’America Latina eh l’arte
africana eccetera comincia ad
andare molto più di moda,
diciamo si è perso un po’ il
primato della civiltà
greco-romana e comincia ad
andare di moda eh eh come
venivano da delle civiltà più
esotiche e quindi quelli sono i
nuovi mercati di
approvvigionamento e ci saranno
anche nuovi snodi dove venderla
anche nuovi acquirenti
certamente quindi il fenomeno
cambia localizzazione ma non ma
non è finito qui Allora, io nel
frattempo possiamo professore
eliminare la presentazione?
Okay. Volevo un attimo salutare
tutte le persone che ci stanno
seguendo perché è con noi anche
la biblioteca di diritto romano
di giurisprudenza eh biblioteca
diritto romano si di
giurisprudenza ho detto bene
poi ehm c’era mh commento molto
bello di Libero che diceva
vorrei ricordare il grande
George Valé e salutare
affettuosamente Umberto
Pappalardo. Posso chiedere
notizie della collezione
etrusca del barone Spinelli una
volta ervata della storica
casina d’Acerra ed ora in
completo abbandono
se posso se posso su questo eh
mi dà l’occasione di dire che
io da eh da anni oltre a
presiedere l’osservatorio
internazionale Archiomafie eh
dirigo anche la rivista
Archiomatica è una rivista
scientifica che si occupa di di
studi relativi proprio a questo
fenomeno quindi studi di natura
giuridica, provenienza di
reperto eccetera e segnalo eh
un un articolo tutti tutti i
numeri si possono trovare
disponibili e scaricabili
gratuitamente online eh sulla
piattaforma accademia punto e
segnalo un articolo del
bravissimo collega e amico
astaldo parla proprio della
collezione spinelli perché è
una vicenda anche quella molto
particolare quella collezione
che eh appunto tra l’altro
Casina Spinelli si trova in una
zona anche quella anche dal
crimine organizzato, con
presenza di di rifiuti tossici
eh perché è una zona nell’area
attuale di Acerra che è una
zona che devastata oltre che
tale arco mafia anche dalle eco
mafie eh ma durante la seconda
guerra mondiale ha conosciuto
l’occupazione eh prima tede
americana e alcune cose che
stavano lì sono andate disperse
e sono ricomparse dall’altra
parte del mondo però non voglio
dire tutto perché altrimenti
non c’è la curiosità di andare
a l’articolo del bravo collega
Flavio Castaldo che vale la
pena leggere per scoprire
questa vicenda ha lasciato un
po’ di suspense praticamente
c’è eh Paola Miniero con la
cioè eh preserva a Palado non
mi permetto di di di dire
professore vuole aggiungere
qualcosa? Professore
Pappalardo? Eh esattamente,
sono contento che ha risposto
perché della collezione
spinelli non sapevo niente.
Invece del professor Valè qual
è la domanda? Allora ah andiamo
un attimo indietro, eccola qua.
Allora, eh no, vorrei
ricordare, no era semplicemente
un del grande George Valley.
Certo. Ma tocco perché ha dato
una ventata di
con la sua presenza a convegni,
seminari eh resta nel nostro
cuore. Okay. Invece scrive
Paola Miniero, sulla base della
mia esperienza di archeologa il
consiglio che do di denunciare
sempre non appena ci si accorge
della scomparsa di un reperto
anche se se non si sa quando il
furto è avvenuto. Solo in
questo modo se si dispone della
foto del reperto grazie alla
banca date del comando dei
carabinieri. Tutela alta è la
possibilità di ritrovare è il
caso di un capitello marmore a
foglie d’acqua scomparso dal
sito del sacello degli
Augustali di Miseno privo di
guardiania. Insomma eh al di là
di tutto attraverso anche la
digitalizzazione è possibile
dar vita davvero ad una banca
dati che sia internazionale e
permetta davvero anche di
muovere le ricerche di aiutarle
però in un contesto che si
muovono che vanno molto oltre
il locale. Poi Cevoli faceva
questo riferimento cioè
soltanto il due percento di
questi budget immensi che
derivano insomma dal da questo
traffico di reperti
archeologici archeologici va
praticamente trafugatori e
novantotto per cento agli altri
cioè grandi è impressionante
questo questo gap questa
disparità no? eh rispondo io
non so se la domanda rivolto a
me
voglio ricordare la la
dottoressa Miniero che è
appunto uno dei funzionari in
prima linea in un’area
delicatissima perché l’area dei
Campi Flegrei è un’area in cui
l’antico è il e il
contemporaneo coesistono è
anche l’ambiente naturale così
sono eh e si sovrappongono in
un modo veramente unico forse
al mondo e e quindi lì è
complicatissimo e e posso dire
che appunto come lei stessa ha
ricordato il fatto che il
sacello Augusta di Mesena è
privo di eh di protezione eh ma
in generale tutta la zona di
Campi Flegrei è stata nei
decenni esposta anche al
degrado al saccheggio,
all’abusivismo edilizio, ad
esempio eh abusivismo verso il
quale spesso le istituzioni
locali hanno chiuso uno, due,
gli occhi anche più di due ehm
eh diciamo le amministrazioni
locali. Ora speriamo che ci sia
un cambio di rotta, c’è un
parco eh archeologico, c’è un
parco naturale, eh ci sono
delle figure di di veramente di
di primo piano a dirigere eh
questi enti e speriamo
veramente che si campi rotta.
Eh la dottoressa Miniero si è
trovata a gestire quell’area in
un’epoca in cui veramente
bisognava stare in prima linea
con mezzi ridottissimi. Cioè
qua non non parliamo di avere
la guardia nera anche nel sito.
Ma non ci sono non c’erano
telecamere di sorveglianza. Non
c’era persona spesso non c’era
eh non c’erano i fondi per la
benzina dei custodi che devono
andare a fare magari il
sopralluogo. Quindi questo è
stato cioè ci hanno mandato
come un po’ i soldati italiani
durante la la Seconda Guerra
Mondiale. I nostri funzionari
sono stati mandati a combattere
con gli scarponi di cartone.
Questa è la realtà. E hanno
fatto un lavoro straordinario
ma con mezzi veramente eh molto
inferiori alle necessità. Tra
l’altro ci sono tantissimi
saluti per entrambi sia per il
professore Pappalardo che per
Cevoli eh è arrivato anche un
commento di Tonino Albis sulla
lettura fiscale eh però visto
che oramai è da tanto tempo che
chiacchieriamo e online insomma
in maniera virtuale
l’attenzione tende un po’ a
scemare io vorrei passare la
parola a Pio Manzo perché so
che aveva delle curiosità
veloci per affidare poi le
conclusioni al professore
Bignardi
no sempli
cemente volevo
chiedere azzao ehm io tu con il
tuo libro parti diciamo a
raccontare questa storia dal
dal dopoguerra in poi pensi di
fare anche una parte che
precede questo periodo cioè
raccontare eh anche diciamo ehm
queste operazioni criminali che
sono eh prima del secondo
conflitto mondiale è è un è un
treno completamente diverso.
Diciamo il fenomeno dagli anni
si può distinguere un fenomeno
come ha detto e ha scritto
molto eh in modo molto chiaro e
illuminante il giornalista
Fabio che si è occupato
tantissimo di questi di questi
traffici eh ma anche si è
occupato tanto di seconda
guerra mondiale, di di e anche
di di criminalità in generale.
Eh e come lui ha detto la la
cosa che succede che negli anni
settanta questo business
diventa industria. Cioè diciamo
c’ un’epoca del saccheggio
prima degli anni settanta un
po’ più estemporanea, veramente
col tombarolo quasi di eh
diciamo di di memoria
ottocentesca e settecentesca e
poi invece negli anni settanta
quando diventa un business
veramente organizzato, in modo
sistematico, un un saccheggio
sistematico. Eh e quindi due
fenomeni un po’ diversi. Sì,
ehm ovviamente mi occupo anche
di di quel periodo lì ma
l’approccio è diverso.
L’approccio è diverso, durante
la seconda guerra mondiale
quando ci sono appunto anche i
saccheggi i saccheggi operati
dai nazisti ad esempio eh è
diverso prima ancora del
secondo conflitto mondiale e
poi se andiamo ancor prima
della legge nel
millenovecentonove che sancisce
per la prima volta eh in modo
chiaro l’appartenenza del
patrimonio culturale allo stato
è ancora una cosa ancora
diversa quindi ogni epoca
andrebbe contestualizzata eh
come sai il il professor
Pappalardo con cui abbiamo
avuto ho avuto l’onore di oltre
che essere sollievo di
collaborare anche a un a un
libro su Pompei eh pubblicato
all’estero eh e come come lui
scrive tanti in tanti saggi e
diciamo l’archeologia eh che
nasce dalle nostre parti. Nasce
Ercolano
millesettecentotrentotto eh con
gli scavi all’inizio diciamo
distinguere no professore
distinguere Tombarolo
dall’archeologo nei primi tempi
o ancora se andiamo più
indietro al diciamo agli scavi
fatti a Roma per recuperare le
grandi statue che poi creeranno
le grandi collezioni nobiliari
distinguere scienza e
saccheggio diventa un po’
difficile no? Professor
erano nobili ancor più nobili
dove sto, erano nobili, ancor
più nobili in quanto si
dedicavano al recupero di opere
del passato sottraendole alla
terra Era una mentalità
ma addirittura negli scavi
anche borbonici quello che non
si riusciva a recuperare eh si
distruggeva per non lasciarla
agli altri e quindi immaginate
un aneddoto interessante i
professionisti lo conoscono un
po’ meno eh gli appassionati
dell’archeologia tutti
conosciamo il Discobolo di
Mirone della collezione
Ludovisi appartenne per sei
anni a Adolf Kitler perché
gerarchi sapendo che lui
l’ammirava no? Eh per Hitler
impersonava eh il giovane
europeo bello e forte e fecero
una colletta e lo comprarono
per svariati milioni dalla
famiglia Nudovisi e sennò a
Monaco a Berlino immagino a
Berlino e però era un acquisto
illegittimo perché già c’era
una legge che tutelava le opere
d’arte quindi non è che la
famiglia Ludovisi ne disponeva
come voleva per cui opo la
guerra grazie a quello che tu
hai citato più volte il
beneamato siviero fu riportato
in Italia però appunto capite
questi per il solo fatto di
amare un’opera d’arte antica si
sentivano in diritto di
tenersela in casa per oggi idee
un po’ follie allora invece
facevano parte come dire del
tratto aristocratico
dell’adristocratico come si
deve che tiene antichità sparse
per la casa o temporas come si
dice
sentiamo
quasi un’ora e mezza che stiamo
chiacchierando quindi magari
visto anche l’interesse delle
persone che ci hanno scritto in
tantissimi e ringraziamo tutti
per essere stati con noi si
potremmo immaginare un secondo
appuntamento più in là eh
sarebbe una cosa molto bella
nel frattempo io passo la
parola al professore Massimo
Bignardi bene penso che sia
stata una serata
interessantissima, un incontro
fatto innanzitutto da esperti e
quindi ringrazio il professore
Pappalardo e ringrazio
professore Cevoli e l’amico eh
Pino Manzi è uscito dal
discorso del professore Cevoli
una realtà inquietante perché
come diceva Conforti d’altra
parte il personaggio che io
conosco bene perché nella mia
mh eh non posso dire infanzia
qualche anno in più in casa
Conforti che abitava poco
distante da casa mia e con
Ninni Conforti avevamo lui era
molto più grande di me indubbia
ovviamente però insomma vissuto
una vita eh una vita in quella
città storica che era al tempo
Salerno e che ora invece ha
perso tutti i connotati. È vero
professore che il furto di
opere d’arte ingrassa il
mercato eh e diciamo in grossa
in grossa soprattutto quelli
che sono gli illeciti guadagni
ma è vero pure che una sorta di
permesso o di permessività
viene data anche da una
politica di scarsa gestione di
quello che è il patrimonio
minimo della cultura italiana
eh noi abbiamo degli esempi
alti io ricordavo e poi lei
saggiamente ha avuto il modo di
precisare la vicenda della
natività di Caravaggio ma è
vero pure che noi teniamo un
patrimonio diffuso in tutti i
centri storici in tutti i
centri d’arte che non è che non
viene seguito ma non ha proprio
attenzione e non ha attenzione
nemmeno sulla formazione
scolastica insomma eh il facile
eh decorare con lo spray un
capitello di via Canali non è
solo l’indice di una eh diciamo
di una stupidità individuale ma
anche di una scarsa visione
complessiva. Io direi che a
fianco alla protezione dei dai
criminali e quindi trovare un
sistema di legge che
effettivamente sia efficace e
giustamente giustamente lei
ricordava di potenziare quelle
che sono le forze dell’ordine
per un’attività più intensa,
più ramificata e più capillare
ma è vero pure che il tutto
parte anche dalla coscienza
degli individui. Parte
coscienza civile io mi auguro
molto che l’introduzione della
della storia civile o meglio
detto dell’educazione civica
possa in una certa forma far
ritornare nel nella metodologia
dello studio e quindi di tutte
le discipline anche quel senso
che la disciplina del sapere è
una disciplina etica in virtù
di una dimensione civica nostro
appartenere alla comunità.
diciamo che questo potrebbe
essere non dico il il talismano
che risolve il problema no?
Questo di questo sono certo
perché comunque la malavita se
ha come terzo registro
internazionale del suo guadagno
illecito dopo le armi la droga
il la movimentazione illecita
dei beni culturali
indubbiamente voglio dire è
talmente pressante è come
chiedere a uno spacciatore di
smetterla perché la sua deve
pensare a quante vittime può
provocare il suo il suo
interesse personale e insomma
voglio dire è è paradossale.
Però dovremmo abituare a
pensare che come la solitudine
degli individui dei giovani può
essere combattuta e quindi
restituirci una parte vitale
del futuro che sono i giovani e
staccarli da questa presa della
droga secondo me dovremmo
abituare nelle scuole e questo
va soprattutto alle riforme
delle scuole che la storia, la
storia dell’arte, la storia
dell’archeologia, tutto ciò che
appartiene alla nostra eh
coscienza al nostro essere
debbano essere materie
indispensabili, si parla di
educazione civica benissimo ma
nell’educazione civica rientri
anche tutto ciò che è il
rispetto per il patrimonio e
per la storia e questo si fa
insegnando ai ragazzi i valori
insegnando che un capitello
qualsiasi, una colonna non è
che è messo lì per un semplice
abbellimento perché è rimasto
in quanto vecchio luogo, ma
perché è segno di una
stratificazione, di un
passaggio culturale, di un
meccanismo che ha fatto sì che
quella dimensione dell’urbe o
della natura avesse questa
possibilità di documentare la
sua storia, la sua vita e
quindi ben vengano le
esperienze che lei ci
raccontava nel senso della
tutela della promozione è
giustissimo, giustissimo, ecco
al fine di non trasformare
un’opera d’arte un oggetto di
un commercio illecito
togliendoci anche all’opera
d’arte quello che è il suo
valore e la sua dignità di
essere rappresentante di una
civiltà o di un modo di essere
di una comunità. Diciamo come
affermavano per esempio di
essere il ovvero l’espressione
di una volontà artistica è è lì
che noi dovremmo continuare ad
insistere. Io mi auguro che nel
futuro ci possa essere ci
possano essere delle
generazioni che cambino man
mano con il tempo. Certo è che
è difficile cambiare quei pochi
che continuano a lucrare sui
furti. È difficilissimo.
D’altra parte diciamo che anche
dei cattivi esempi noi li
abbiamo nelle nostre
rappresentanze. E diciamo non è
che porge bene eh! Non è
diciamo eh possibile una cosa
del genere. Ed è giusto che
studiosi come lei facciano i
nomi concreti di queste
persone. Mettere mettere il
volto di questa persona. Che
delle volte c’è semplicemente
un illecito dire vabbè ma chi
ha comprato un libro che ha
comprato un vaso che ha
comprato questo generico modo
di essere? E devo dire mi
spiace pure pensare che poco fa
professore Pappalardo diceva un
segno dell’aristocrazia tenere
a casa propria delle opere
certo per l’aristocrazia di un
tempo era un prestigio ma
professore oggi non è che sia
cambiata la situazione oggi le
case sono abbellite con opere
d’arte che più che esprimere
qualcosa indicano il prezzo che
sono state acquistate e quindi
dà una certa forma di di
nobiltà, di aristocrazie, di
modernità, ma soprattutto di
potere. È come avere una
macchina da settantamila euro e
avere una di cinquecentomila
euro. Mi mi mi segue come come
purtroppo i valori culturali un
tempo forse erano maggiormente
marcati perché la listocrazia
viaggiava, il gran turno
dimostra. Oggi è semplicemente
una esplicita dichiarazione in
molti di quello che è il
proprio potere pensi a quel
famoso acquirente del ragazzo
di che lo acquistò non somma
una cifra straordinariamente
alta, mi sembra di
sessantaquattro milioni oggi ho
sbagliato chiedendo che alla
sua morte fosse messo nella sua
tomba ecco basti pensare
questo, così noi abbiamo la
realtà peggiore. Comunque
grazie al professore Ceuri,
grazie al professore Pappalardo
che è stato un piacere
rivederlo dopo tantissimo
tempo, grazie a Più Avanza,
Barbara eh Landi, ricordiamo
che come Frac torneremo in
questi in questo mese di maggio
con una serie di eh l’autore
che legge eh ci sarà la Vita
Nova in napoletano eh edita eh
da eh Francesco D’Amato ma
soprattutto serie di interventi
che faremo anche sul piano
della didattica. Lo dicevo in
apertura faremo una serie di
lezioni che riguardano il
patrimonio che noi conserviamo
al Frac patrimonio acquisito
con la nostra attività. Lo
facciamo in questo caso
professor Cevoli non per
proteggerlo da ladri perché
siamo sicuri che sul
contemporaneo i ladri non si
spingono ma dal disinteresse
che è peggio del del furto.
Ovvero noi facciamo spieghiamo
qual è la nostra azione ma per
accentuare l’interesse di tanti
perché purtroppo il
disinteresse porta anche come
si dice istiga o la distruzione
o istica anche al frutto E
questo purtroppo è un male che
ha condizionato molto la nostra
la nostra storia, soprattutto
quella recente del novecento
Bene, grazie a tutti e vi
auguro buona serata. grazie
grazie di nuovo per avermi
ospitato, grazie al professor
Coppanardo che si è collegato
da Tunisio. Lo ringrazio per
averci ospitato. Io ovviamente.
Grazie a tutti. Grazie. E anche
Barbara Landi che buona serata
Arrivederci.