Salerno, messaggio dell’Arcivescovo Bellandi per la giornata mondiale delle comunicazioni

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Salerno, messaggio dell’Arcivescovo Bellandi per la giornata mondiale delle comunicazioni. In occasione della 55esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 16 maggio, mons. Andrea Bellandi, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi Salerno-Campagna-Acerno ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“Carissimi giornalisti e tutti quanti impegnati nel mondo della comunicazione,
è mio desiderio rivolgermi a voi nell’occasione della celebrazione della 55esima Giornata mondiale
delle comunicazioni sociali che si celebrerà il 16 maggio p.v. solennità dell’Ascensione del Signore.
Innanzitutto, grazie per il prezioso servizio che offrite a tutta la comunità che vive nel territorio
dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. La missione del comunicatore, oggi più che mai, è di
fondamentale importanza per lo sviluppo del tessuto sociale così duramente provato pure dalla pandemia da
Covid-19. Le parole, di cui siete maestri nell’utilizzo, possono concorrere a creare barriere o ponti tra le
persone che le leggono o le ascoltano. Questo vi impone un notevole sforzo nel lavorio di svotamento di voi
stessi, di attenzione verso la tentazione di cedere alla logica di mercato dell’informazione finalizzata
all’esclusiva vendita o cattura di un “mi piace” sui social, proprio per comunicare informazione autentica e
non notizie di parte o strumentalizzabili da interessi diversi. Una tensione che in voi è evidente e che io, oltre
ad apprezzare, sostengo con la preghiera.
Papa Francesco, nel Messaggio dedicato alla prossima Giornata mondiale – «“Vieni e vedi” (Gv 1,46).
Comunicare incontrando le persone dove e come sono» –, dona degli spunti di riflessione utili proprio a incoraggiare il
vostro inestimabile lavoro. “L’invito a “venire e vedere”, – scrive il Santo Padre – che accompagna i primi emozionanti
incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della
vita che si fa storia è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare
con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto”. La presenza
fisica del giornalista e di chiunque vuole comunicare, il pensiero libero da pre-condizionamenti o chiavi di
lettura impostate aprioristicamente, il desiderio di cogliere e raccontare la verità, sono l’antidoto
all’appiattimento della comunicazione e alla frenesia della corsa ad essere “i primi” a discapito dei contenuti e
che, alla lunga, diventa il fondamento della crisi dell’informazione. In poche parole, comunicare non può
prescindere dall’esperienza viva della conoscenza e dell’incontro, e l’abilità risiede nel rispetto dei fatti, belli o
brutti che siano, che determinano il vissuto. La vostra passione, la profonda umanità e la consapevolezza di
concorrere al bene comune in modo sostanziale vi rende unici e punto di riferimento per chi vuole conoscere
davvero.
Cari amici, è questa una grossa responsabilità che ci accomuna tutti, ma proprio per questo nessuno
è solo nell’esercizio del proprio dovere e, nel salutarvi, vi incoraggio a continuare ad essere testimoni della vita
e di ciò che di essa raccontate.
Colgo l’occasione per inviarvi i miei più sinceri saluti e la mia benedizione.”

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