Salernitana: grande attenzione al mercato per restare in A

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    Il campionato di serie A, pianificato da una società che pone la salvezza come unico obiettivo raggiungibile, non offre, volendo essere realistici, tanti margini di errore all’interno del mini torneo da affrontare con le squadre che formano la cosiddetta zona di medio-bassa classifica.

    Milan, Inter, Juventus, Roma, Lazio, Napoli, Atalanta, infatti, rappresentano quattordici appuntamenti su trentotto che, salvo piacevoli sorprese scaturite dal terreno di gioco, quasi sempre risultano avari di gioie e soddisfazioni. Pertanto, è evidente che il bottino di punti necessario per tagliare il traguardo dovrà essere costituito, in larga misura, da quanto si riuscirà a ricavare dai restanti ventiquattro match.

    Questa premessa, che altro non è che una consapevole presa di coscienza dell’arduo compito che attende la Salernitana, impone dei massicci investimenti da operare sul piano della qualità tecnica offensiva. In soldoni, per vincere le partite contro le compagini di pari livello, saranno necessari calciatori in possesso di mezzi tecnici importanti, già collaudati, in una categoria che presenta pochi attori non protagonisti.

    La Salernitana, al netto di Tutino il cui destino, stando alle ultime indiscrezioni, non s’incontrerà facilmente con quello dell’Ippocampo, ha il dovere di rivoluzionare radicalmente la sua prima linea. Ciò non vuol dire che qualche calciatore attuale non possa far parte del nuovo progetto, ma la sua conferma sarebbe inevitabilmente accompagnata dalla certezza di dover recitare un ruolo di secondo o terzo piano.

    Alla voce creatività e fantasia, ad esempio, non è affatto peregrina la possibilità di valutare attentamente le potenzialità del trio Kiyine-Anderson-Cicerelli. Sulle loro qualità calcistiche pochi dubbi: possiedono un patrimonio di tecnica ed estro che non sfigurerebbe neppure in massima serie. Però il calcio, come è ormai noto dalla notte dei tempi, è anche temperamento, esperienza, continuità mentale ed atletica, intelligenza calcistica, disciplina tattica e, soprattutto, personalità. Pertanto, se fosse possibile, un paio di questi ragazzi, sempre nell’ottica della canonica ‘rosa’ composta da 24-25 petali, potrebbero tornare utili anche a partire dal prossimo mese di agosto. Anzi, a volerla dire tutta, in un campionato dove lo spirito di iniziativa ed il coraggio della giocata vengono anteposti al furore agonistico, le loro prestazioni, stimolate dal confronto perenne con i grandi campioni, potrebbero essere addirittura più incoraggianti di quelle esibite in un campionato spossante e duro come la serie B. Fermo restando che il loro ruolo iniziale sarebbe soprattutto quello di pazientare e lavorare con abnegazione, sperando di guadagnare sul campo, durante gli allenamenti, la possibilità di generare dubbi nella mente dell’allenatore e la chance per mettersi in mostra. Il tutto, ovviamente, dovrà essere modellato sulle esigenze tecniche e tattiche del trainer che guiderà la squadra. I ruoli calcistici di fantasia (esterni offensivi e trequartisti), infatti, sono contemplati in alcuni moduli (4-3-3; 4-4-2; 4-3-1-2), mentre risultano poco funzionali nel ‘3-5-2’.

    Una vera e propria ristrutturazione dovrà invece essere eseguita nel parco attaccanti. Detto di Tutino, calciatore tranquillamente collocabile nell’ipotetico roster di quattro finalizzatori chiamati a confrontarsi con il maggiore palcoscenico calcistico nostrano, la pianificazione tecnica non può esimersi dall’effettuare l’acquisto di due collaudati goleador di spessore (tre, qualora non fosse possibile trattenere la punta partenopea); calciatori in grado di garantire qualità e prolificità realizzativa. La serie A è un tribunale che difficilmente concede sconti di pena: se non vuoi essere condannato all’anonimato tecnico, devi avvalerti di attaccanti con un bagaglio calcistico completo. La singola specialità, che può essere l’opportunismo o il gioco aereo, non basta.

    Per essere protagonista in un torneo frequentato da tanti fuoriclasse e difensori esperti, devi saper fare bene tante cose: presidiare efficacemente l’area di rigore grazie a guizzi facilitati da scaltre letture preventive, calciare efficacemente con entrambi i piedi, attaccare la profondità dettando tempestivamente la verticalizzazione ai compagni, gestire con qualità il pallone tra le linee, dialogare con i centrocampisti, giocare senza palla per trovare agibilità sui corridoi laterali, essere in grado di indossare anche i panni di assist man, di dribblare i difensori e di impiegare frazioni di secondi per stoppare un pallone e calciare prontamente in porta.

    Bisognerà investire tanto e bene, con la giusta tempistica e accantonando qualche tentazione conservatrice legata all’affetto per i recenti protagonisti. Se si vorrà evitare, tra un anno, di raccogliere i cocci di una nuova e cocente delusione calcistica.

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