Positano, Salvatore “Black” Russo è ottimista: «Presto torneranno i turisti»

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Positano, Salvatore “Black” Russo è ottimista: «Presto torneranno i turisti». Questo quanto ha affermato nell’intervista realizzata da Nico Casale per il quotidiano Il Mattino. L’assenza di turismo straniero «significa il 50% della sopravvivenza». A dirlo è Salvatore Russo, conosciuto come «Black» perché titolare del rinomato ristorante Chez Black sulla spiaggia di Positano, ritrovo estivo di vip e turisti. Russo auspica che, «con il cancellare di tutte le limitazioni, torni anche un turismo italiano stanziale, quindi persone che si fermino per qualche giorno in più oltre il fine settimana. Secondo lui, per una meta turistica, essere Covid-free «non è importante, ma essenziale e vitale». Rivolge, poi, un appello al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, perché attivi la rete diplomatica all’estero per «fare pubblicità all’Italia».

Come ha ritrovato Positano da quando ha riaperto la sua attività?
«Assolutamente tranquilla, sempre la stessa, logicamente poco frequentata perché abbiamo avuto e abbiamo ancora delle restrizioni che, adesso, sono attenuate. Quindi, pian piano ci stiamo riprendendo».

Quanto inciderà sul comparto del turismo l’abolizione del coprifuoco?
«Tantissimo perché, dato che c’è assenza di turisti stranieri, la clientela è prettamente locale. La restrizione fino alle 22.00 ha inciso abbastanza, anzi moltissimo. Alle 23.00, un po’ di meno, ma comunque è un problema perché chi si sposta dalle città e dai paesi limitrofi non ha il tempo di arrivare a Positano e, poi, rientrare. Perciò, il lavoro si è ridotto tantissimo».

L’assenza di turismo straniero cosa significa per una località come Positano?
«Significa il 50% della sopravvivenza. È una bella cifra. Noi ci siamo sempre organizzati e preparati per accogliere gli stranieri e, chiaramente, anche il turismo italiano. Ma, quando mancano gli stranieri, manca un determinato consumo e un determinato apporto di economia. Gli stranieri mangiano bene e poco, ma bevono vini pregiatissimi. Adesso, le nostre cantine sono piene zeppe di vini, soprattutto i rossi. Gli italiani, infatti, bevono, per lo più, il bianco. I grandi vini sono fermi in cantina».

Oltre un anno di pandemia. Come sta cambiando oggi l’approccio dei clienti?
«Abbiamo dovuto adeguarci. E ci pesa perché la nostra tradizione è quella che è. Adesso, dobbiamo aprire le porte a un turismo per il quale non eravamo preparati. È un turismo di fine settimana. Speriamo che con il cancellare di tutte le limitazioni torni anche un turismo italiano stanziale, quindi persone che si fermino per qualche giorno in più. Poi, verso la fine dell’estate, arriveranno anche gli stranieri, soprattutto gli americani e gli europei. Quest’anno, per fortuna, lavoreremo con il turismo interno».

Quanto è importante diventare Covid-free per una località turistica?
«È essenziale e vitale, non importante. Il turista ha paura. Noi già siamo free perché abbiamo avuto pochi casi e sono stati risolti. Siamo, per la maggior parte, vaccinati. Ora, cominciano anche i vaccini nelle aziende. In quindici o venti giorni, per metà giugno credo, saremo vaccinati tutti quanti».

Che estate sarà per la Costa d’Amalfi? 
«Sono ottimista. Da metà giugno e fino al primo luglio, piano piano. Dal primo luglio in poi ci sarà un boom. Esploderà la voglia di venire in costiera, di fare le vacanze, di uscire da casa. Insomma, la voglia di muoversi. Quindi, saremo invasi. La costiera amalfitana e la penisola sorrentina saranno invase da luglio e, secondo me, fino a ottobre. Ma, vorrei fare anche un appello».

Prego.
«Vorrei rivolgere un appello al ministro degli Esteri Luigi Di Maio perché attivi tutte le ambasciate e i consolati che sono all’estero affinché facciano pubbliche relazioni con personaggi importanti dei singoli Stati perché si faccia un po’ di pubblicità per l’Italia».

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