Pompei, l’Arcivescovo Caputo:”Questa nuova Porta sia perenne ricordo che siamo chiamati a entrare in questa casa di preghiera per ricevere la grazia che santifica”

Quale grande emozione proviamo oggi, noi tutti, nel vivere un momento davvero storico per il Santuario di Pompei e per tutti i devoti della Madonna del Rosario sparsi nel mondo!

Il 5 maggio di 120 anni fa, il Beato Bartolo Longo era proprio qui, in questa Piazza, per inaugurare la Facciata monumentale del Santuario di Pompei, che aveva voluto dedicare alla Pace universale: era stata infatti “eretta coi voti del mondo per la pace universale”. Nel tenere il discorso di quel giorno, disse tra l’altro, riferendosi al Santuario: «Con quell’amore con cui l’avete edificato, finitelo, custoditelo, accrescetelo». Il Fondatore ci affidava la Casa di Maria, ci chiedeva di continuare a renderla sempre più bella, così come si addice a una Regina, che è anche nostra Madre, Madre soprattutto dei più fragili e dei più indifesi.

Oggi, mettendoci in ascolto del Beato, la cui testimonianza traccia i solchi del nostro quotidiano andare, aggiungiamo un altro tassello a questo Tempio che genera in tutti il senso dello stupore. Benediremo tra poco la nuova Porta di bronzo del Santuario, opera di don Battista Marello, sacerdote e artista che, nel Vangelo, ha sempre trovato l’ispirazione fonte della sua creatività. In altorilievo possiamo ammirare, tra le altre, la dolce figura della Madonna del Rosario e quella familiare del Beato Bartolo Longo. Già solo i loro tratti, raffigurati nel bronzo, saranno per i pellegrini un silenzioso richiamo alla misericordia, di cui è intrisa la storia e l’attualità di Pompei.

Il primo ringraziamento va, quindi, a Don Battista che, con la sua arte, ha saputo esprimere i sentimenti di devozione dei milioni di persone che visitano il nostro Santuario.

Desidero, altresì, porgere un cordiale saluto al Sig. Sindaco di Pompei, alle altre autorità civili e militari presenti; all’Arcivescovo Luigi Travaglino, i nostri sacerdoti, i diaconi, le religiose, i religiosi, i rappresentanti delle Associazioni, i titolari e le maestranze della Fonderia Nolana dove questa opera è stata portata a compimento.

Ma la realizzazione di quest’opera è stata possibile solo grazie alla generosità di alcuni benefattori. Un contributo consistente viene dalla Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara, che ringrazio vivamente, nella persona del Presidente Dottor Massimo Cavallaro e dei Consiglieri di Amministrazione anch’essi presenti. L’Istituto Bancario ha ritenuto importante questa opera, non solo per il suo significato religioso, ma anche perché va ad arricchire la Basilica mariana, considerata simbolo d’identità e di unità dei credenti del centro-sud, emblema dell’intero popolo italiano e casa di tutti, particolarmente di tanti poveri, che trovano accoglienza e sostegno nelle numerose opere sociali del Santuario.

La Porta è un potente simbolo evangelico. È Cristo stesso a definirsi, nel Vangelo di Giovanni, «la porta delle pecore» (Gv 10, 7). È Lui la porta per entrare nel regno dei Cieli. È Lui a riaprire la porta chiusa a causa del peccato di Adamo ed Eva. È Lui la porta varcata che ci rende fratelli e ci fa sognare, come dice Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti”, «come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!» (FT 8). La porta diventa emblema di una Chiesa che trova forza nell’Eucarestia, incontro con il Signore vivente e, subito dopo, esce nelle strade dell’uomo.

Lo vediamo bene in Santuario le cui porte sono braccia aperte, rifugio sicuro per gli uomini e le donne del nostro tempo. Sono accolti dalla Madre, Ianua Coeli-Porta del Cielo, che li accompagna all’incontro con Gesù. Entrano dunque in chiesa, ma poi ne escono e tornano a vivere nella quotidianità, da missionari, capaci di gesti che cambiano e fanno nuova la storia dell’umanità.

L’esempio è sempre quello del Beato Bartolo Longo. Trova forza nel Signore e poi realizza opere mirabili: edifica il Santuario e le Opere di carità, che davvero muovono le montagne, raddrizzando i sentieri di vite, spesso giovani vite, che altrimenti avrebbero conosciuto oscuri punti d’arrivo.

Sì, c’è bisogno di varcare questa porta per pregare, ma poi di tornare a varcarla per diventare, con le nostre azioni concrete, costruttori di pace, di fraternità, di perdono, di giustizia. La pandemia che stiamo vivendo è una prova dura, che mostra il suo volto più crudele con i più fragili, ma anche in questo tempo dobbiamo saper ascoltare la voce di Dio, riconoscere la sua volontà. «Peggio di questa crisi – ha detto Papa Francesco, il 31 maggio 2020 – c’è solo il dramma di sprecarla».

E proprio a Papa Francesco, anche a nome vostro, desidero rivolgere un pensiero profondamente grato per l’affetto, direi la predilezione, che riserva al Santuario di Pompei. Questa mattina, al termine dell’Udienza generale ha pronunciato queste parole: “La tradizione popolare dedica il mese di maggio alla Madonna. Vi esorto alla recita del Rosario, con cui la Vergine Maria è particolarmente onorata. A tale proposito, Vi invito ad unirvi spiritualmente alla Supplica alla Madonna del Rosario che si terrà sabato prossimo 8 maggio a mezzogiorno al Santuario di Pompei”. Grazie, Santo Padre, Le assicuriamo preghiere per le Sue intenzioni e piena adesione al Suo Magistero!

Cari fratelli e sorelle, questa nuova Porta sia perenne ricordo che, da cristiani, siamo chiamati a entrare in questa casa di preghiera per ricevere la grazia che santifica e ad uscire nelle strade per ricostruire l’umanità su nuove fondamenta. La Madonna ci aiuti a diventare, per il mondo, speranza e luce!

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