Morto Battiato Viva Battiato! La memorabile esibizione a Ravello nel 2000

Il mondo dell’arte saluta il Maestro Franco Battiato, il poliedrico artista siciliano si è spento oggi all’età di 76 anni. Tra i tanti brani che ha composto e le tante esibizioni memorabili, rimane nella memoria della Costiera Amalfitana l’esibizione a Ravello l’8 agosto del 2000 nei giardini di Villa Rufolo. Ecco come viene raccontata da ‘La Repubblica’, in un pezzo a firma di Nino Marchesano :

Battiato a Ravello, canto per Wagner

Il canto di un «muezzin» d’autore per un festival di musica classica. Un dolce soffio melodico che questa sera attraverserà la costiera amalfitana ed uno dei suoi luoghi più belli, l’incantevole scenario naturale di Ravello, con un concerto inserito in una rassegna che, pur nel segno della tradizione wagneriana, è interamente dedicata al Novecento. E proprio per catturare attimi di tenerezza e lirismo di un «secolo ormai alla fine», Franco Battiato ha voluto per il suo ultimo album, e per il concerto che terrà nei Giardini di Villa Rufolo, iniziare una sorta di recherche di alcune canzoni del secolo appena andato. Un suggestivo «invito al viaggio», dal rock scanzonato dei Rolling Stones alla raffinata scuola d’oltralpe di Charles Trenet, dalla Napoli romantica di Salvatore di Giacomo alla canzone d’autore di Fabrizio De André. Canzoni raccolte nell’album Fleurs, legate dal filo di una memoria che evita il rischio della nostalgia unificando Ruby Tuesday, Era de maggio, Que restetil de nos amours, La canzone dell’amore perduto ed altre bellissime liriche in un unico e dolcissimo repertorio quasi affidato a moduli classici, facendo a meno, com’era già accaduto per un altro disco, Come un cammello in una grondaia (che conteneva anche alcuni lieder), di basso e batteria. Adesso Fleurs e il gioco della memoria. «A volte è proprio tornando indietro nel tempo che diventa più chiaro il futuro», spiega il cantautore. «Per me è stato importante, prima di affrontare l’impegno di un nuovo disco tutto mio, regredire alle magnifiche consolazioni di questi inebrianti fiori musicali». Un disco e un concerto che riescono ad incantare lo spettatore invitandolo a disfarsi del ricordo delle versioni originali delle canzoni riducendole ad una melodia essenziale, ad un dolce canto per suggerire un altro inedito percorso, dove si creano dimensioni più eteree e per nulla accademiche. Anche quando interpreta Schmerzen di Wagner, priva di enfasi e ricondotta con voce sommessa e non impostata ad un universo più familiare per chi ascolta «semplici» canzoni. Un discorso quasi opposto per gli oltranzisti del rock, che storceranno pure il naso per la versione di Ruby Tuesday, ma che forse ne scopriranno un fascino più discreto. Per un artista che ha sempre creato canzoni sospese tra fascinazioni orientali ed incontenibile energia pop, tra citazioni ed espressioni d’avanguardia, pronto ad affascinare con bellissimi testi, sia che parlino d’amore, come La cura, o dell’impegno civile, come Povera patria, che se ne sta spesso seraficamente seduto su di un tappeto ai bordi del palcoscenico (come pure ha fatto a Ravello qualche anno fa), il nuovo album è soltanto uno dei capitoli della sua singolare avventura musicale. Quanto basta per inserire un suo concerto nella prestigiosa cornice del Festival Musicale di Ravello, che quest’anno ha voluto aprire una finestra sugli interpreti più significativi, anche se di estrazione diversa. In repertorio, oltre alle canzoni dell’album Fleurs, tra cui anche Aria di neve (di Sergio Endrigo), Ed io tra voi (di Charles Aznavour), La chanson des vieux amants (Bardotti – Del Prete – Brel), non mancheranno i successi di sempre, come L’ombra della luce, E ti vengo a cercare, La stagione dell’amore, I treni di Touzer per chiudere con L’era del cinghiale bianco. E poi altre hit, che Battiato immancabilmente concederà.

Foto Luciano Vitti / Getty Images

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