Cava de’ Tirreni: 39 anni dopo Simonetta da vittima a simbolo della lotta alla criminalità

Cava de’ Tirreni: 39 anni dopo Simonetta da vittima a simbolo della lotta alla criminalità. Ce ne parla Valentino Di Domenico in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Il Mattino. Sono trascorsi 39 anni da quel 29 maggio 1982, quando, in un caldo pomeriggio di primavera, Simonetta Lamberti, che aveva appena 11 anni, rimase vittima di un agguato di camorra. Così, ieri mattina, Cava de’ Tirreni ha reso omaggio alla piccola Simonetta, il cui nome è scolpito nel triste, e sempre più lungo, elenco delle vittime innocenti di mafia. Il sindaco Vincenzo Servalli, insieme alla sorella Serena, ha deposto dei fiori dinanzi al monumento che ricorda il sacrificio di Simonetta, ubicato all’interno del Parco Falcone e Borsellino, alla presenza anche della cugina Agata e dello zio Alfredo Lamberti, nonché di una rappresentanza degli assessori e consiglieri comunali e degli alunni classe I sezione A, della scuola media Balzico, la stessa frequentata da Simonetta Lamberti. Un mazzo di fiori è stato deposto anche da un rappresentante del gruppo «Cavese Supporters».

IL MONITO Presenti alla cerimonia anche i rappresentanti dell’Associazione Liberi Avvocati Salernitani e il docente universitario Marcello Ravveduto, da anni impegnato contro la camorra. Una cerimonia, quella che si è svolta ieri mattina, che arriva pochi giorni dopo il durissimo monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «O si è contro la mafia o si è complici». «Simonetta è e resterà sempre nel cuore dei cavesi – ha commentato il sindaco Servalli – Il prossimo anno, in occasione del 40º anniversario, finalmente liberi dal Covid, organizzeremo una cerimonia per ricordarla e per testimoniare che il suo sacrificio ha scosso le coscienze di tutte quelle persone che si riconoscono nel monito lanciato dal presidente Mattarella». Non è riuscita a trattenere la commozione Serena Lamberti che trasmette alle nuove generazioni l’impegno a non piegarsi alla criminalità. «Simonetta oggi è più viva di tanti camorristi che respirano ancora, ma che sono morti dentro – afferma Serena Lamberti – Così come scrisse lei poche settimane prima di morire, mi piace immaginarla come una nuvola che si perde nel cielo. Simonetta è la sorellina di tutti i cavesi e il mio impegno è quello di ricordarne sempre la memoria». La tragedia, che ha segnato la città metelliana, si consumò poco dopo le 15, quando, di ritorno da Vietri sul Mare, dove aveva trascorso alcune ore in spiaggia, l’autovettura guidata dal padre Alfonso Lamberti, procuratore capo di Sala Consilina, in quel periodo molto impegnato nella lotta alla camorra, fu crivellata di colpi di pistola mentre stava percorrendo corso Principe Amedeo, all’altezza di via della Repubblica. Il destino crudele volle che ad essere colpita dai colpi sparati dai killer fu proprio Simonetta, seduta sul sedile posteriore. Le indagini portarono all’identificazione nel 2011 dell’esecutore materiale e all’individuazione del mandante, entrambi esponenti di spicco nell’Agro della Nuova camorra organizzata.

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