Castellammare di Stabia, comitato a tutela del paesaggio e del patrimonio ambientale: fermare il traforo di Varano e delle Colline Stabiane

Castellammare di Stabia, comitato a tutela del paesaggio e del patrimonio ambientale: fermare il traforo di Varano e delle Colline Stabiane.

Castellammare di Stabia – 7 maggio 2021 – Il “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950” manifesta le proprie perplessità sulla necessità di realizzare il tunnel della Circumvesuviana tra “Via Nocera” e piazza Unità d’Italia. Dietro le nostre perplessità ci sono ragioni ambientali e archeologiche. Se sulla fragilità delle colline di Varano e di Scanzano (o del Solaro) immaginiamo siano state fatte tutte le indagini necessarie per scongiurare al 100 per cento eventuali rischi per la tenuta dei pianori che dominano la parte bassa di Castellammare, altrettanto deve essere stato fatto in materia archeologica. E qui il Comitato si permette solo di ricordare che il fronte del pianoro Varano-Scanzano, attraversato in antichità dal rivo Vernotico/Cannetiello, era frequentato certamente in età romana: sopra c’erano le ville d’otium, sul fronte sostruzioni per contenere la ripa, ai piedi strada, sepolture ed edifici. Questo è lo schema a Varano, questo è lo schema a Scanzano. Nel 1934 costruendo la stazione della Vesuviana sono emersi resti di tombe e di strutture in opera reticolata. Da ultimo, i rinvenimenti archeologici di piazza Unità d’Italia hanno confermato queste ipotesi. Bucare il fronte della collina nella zona della stazione Circum di Castellammare centro è assai rischioso. Ogni volta che si procede con grossi scavi e alterazioni della struttura geomorfologica di una città e di un territorio – tra l’altro sede di un bacino idrografico delicatissimo (siamo ancora la città delle acque?) – si mette in discussione l’assetto geologico. Già negli anni Ottanta costruendo la Variante Sorrentina furono scoperte ville romane e un santuario sannitico di età preromana, e l’impatto ambientale fu notevole. Ecco perché come cittadini, e non tanto più come soci del Comitato, restiamo perplessi di fronte al fatto che non abbiamo compreso cosa cambi dal punto di vista dei tempi di percorrenza – e quindi quali benefici ne traggano i viaggiatori – se lo scambio tra doppio binario e binario unico avvenga prima della fermata di “Via Nocera” (provenendo da Napoli, dopo provenendo da Sorrento) o dentro la stazione di “Castellammare di Stabia”. Sappiamo che la fermata di “Via Nocera” sarà soppressa e che sarà sostituita da quella in costruzione nei pressi dell’ospedale: si organizzi lo scambio tra doppio binario e binario unico prima del tunnel tra “Via Nocera” e “Castellammare di Stabia”, evitando di forare la collina per 450 metri, visto che il doppio binario tra Castellammare e Sorrento, anche quello, pare opera non adatta ai nostri tempi. E forse del tutto inutile. Perché il punto resta proprio questo: o il doppio binario si fa fino a Sorrento o lo si ferma dove arriva ora.

Ha ragione, dunque, il Consiglio comunale di Castellammare di Stabia nel chiedere pochi giorni fa lo stop all’opera, anche se in passato aveva espresso opinioni diverse. Nel gioco democratico il Consiglio comunale rappresenta la città, i concessionari di opere pubbliche o le società pubbliche sono al servizio delle città, non viceversa. Molto grave la colata di cemento che è stata versata nella pineta delle Terme di Stabia in località Solaro, in spregio a qualsiasi regola di buon senso. Siamo certi che la competente soprintendenza abbia già svolto tutti controlli necessari. Davvero non si capisce per quale motivo per ospitare spogliatoi o servizi per gli operai non si poteva utilizzare ad esempio il parcheggio delle Nuove Terme e utilizzare, se necessario, i vicini alberghi di Scanzano, al momento vuoti, per il soggiorno di tecnici e maestranze. Questo, evidentemente, se e quando l’opera sarà realizzata.

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