Sospensione vaccino AstraZeneca in Italia, dopo che lo ha fatto mezza Europa. La richiesta di Cirielli

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Minori ( Salerno ) . Dalla cittadina della Costiera amalfitana il nostro Gaspare Apicella ci segnala una notizia : Edmondo Cirielli, deputato in foza a FdI, questore della Camera dei deputati e membro della Commissione Esteri, annuncia una interrogazione parlamen tare al Ministro della salute, Roberto Speranza, sulla possibile pericolosità del vaccino antiCovid Astra Zeneca.
La somministrazione di questo farmaco è stata sospesa in via precauzionale in Austria, Estonia, Danimarca, Lituania, Lettonia, Lussemburgo.
Difatti alcuni pazienti, cui è avvenuta la somministrazione do detto vaccino, lamentano seri problemi di coagulazione del sangue. L’Astrazeneca è stata limitata anche in Olanda e in Germania e negli Stati Uniti d’ America . Ma tutti i medici intervistati hanno detto che il vaccino è sicurissimo, chi avrà ragione? Noi di Positanonews siamo dalla parte dei lettori, informiamo e lasciamo valutare.
Come funziona il vaccino AstraZeneca?
Il vaccino Oxford-AstraZeneca, recentemente ribattezzato «Vaxzevria» è un vaccino a «vettore virale», utilizza, cioè, un virus incapace di replicarsi (un adenovirus di scimpanzé) che fa arrivare alle cellule umane il codice genetico della proteina Spike del SARS-CoV-2 contro cui si attiva il nostro sistema immunitario. È un vaccino molto «maneggevole» che si conserva a 2-8 gradi per sei mesi e ha un costo contenuto, meno di tre euro.

Quali sono i dati di efficacia sulla popolazione adulta e sugli anziani?
Secondo gli ultimi dati, resi noti giovedì 25 marzo, il vaccino di AstraZeneca ha un’efficacia del 76% sulla popolazione in generale (con un intervallo di confidenza che va dal 68% all’82%). Negli adulti di età pari o superiore a 65 anni, l’efficacia è dell’85% (con un intervallo di confidenza dal 58% al 95%). Il farmaco ha mostrato una capacità di prevenire malattie gravi, ospedalizzazione e decessi del 100%.

Dove è utilizzato?
Alla fine di marzo il vaccino AstraZeneca ha ricevuto l’autorizzazione in oltre 80 Paesi ma è stato previsto in circa 140 Nazioni: è infatti uno dei vaccini chiave forniti da COVAX, la struttura globale per i vaccini che mira a raggiungere i Paesi a medio e basso reddito.

A chi è raccomandato?
Sulle fasce d’età cui destinare il vaccino c’è stato un «balletto» di cifre. L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) a fine gennaio ha approvato AstraZeneca dai 18 anni in su, ma in un primo momento alcuni Paesi (tra cui Germania e Italia) avevano scelto di destinarlo a persone sotto i 55 anni perché mancavano dati sull’efficacia nella popolazione anziana, per questo nel nostro Paese in un primo momento è stato destinato al corpo docente e alle forze di polizia. Quando i dati sono arrivati, ed erano favorevoli, si è «liberalizzato» l’uso per ogni fascia di età dai 18 anni in su. Ultimamente la raccomandazione in alcuni Paesi è andata in senso opposto: si è scelto di limitarne l’uso solo ai soggetti sopra i 55-60 anni.

Quali problemi hanno determinato questo cambio di destinazione?
Alcuni casi di un particolare tipo di trombosi molto raro (con coaguli di sangue diffusi e una bassa conta piastrinica, a volte associata a sanguinamento) segnalati soprattutto in donne di età compresa fra 25 anni e 65 anni. In Gran Bretagna sono state 30 persone su 18 milioni di vaccinati (con 7 decessi), in Germania 31 casi, nei Paesi Bassi 5, in Francia 12: la combinazione insolita di sintomi è stata finora rilevata in almeno sette Paesi con stime di incidenza molto variabili. L’ultima segnalazione in Italia riguarda un’insegnante 32enne ricoverata in Liguria con un quadro trombotico emorragico cerebrale.

Chi ne ha limitato l’uso in relazione all’età?
Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Islanda, Finlandia e Canada hanno deciso di limitare l’uso del vaccino solo alle persone anziane (generalmente sopra i 60 anni). I Paesi Bassi ne hanno sospeso l’uso totalmente per «evitare sprechi» e riorganizzare, nel frattempo, la campagna vaccinale. Thailandia e Indonesia ne hanno temporaneamente sospeso l’uso. La Repubblica Democratica del Congo e il Camerun hanno deciso, per ora, di non utilizzarlo.

Esiste un nesso causale tra rare trombosi e vaccino AstraZeneca?
Il comitato di valutazione del rischio dell’EMA ha già esaminato la questione e i dati sulle trombosi e ha ribadito che, ad oggi, non ci sono prove per suggerire l’esclusione di alcune fasce di età dalla somministrazione del farmaco. Il vaccino è stato giudicato sicuro e non ci sono nessi causali tra gli effetti avversi segnalati e il farmaco. L’EMA, però, non ha nemmeno escluso che ci possa essere un legame e prosegue le indagini. I dati sull’incidenza di questo tipo di trombosi potrebbero essere sfalsati a causa della tipologia di popolazione vaccinata: molti Paesi, infatti, hanno usato AstraZeneca su persone sotto i 65 anni e gruppi come operatori sanitari e insegnanti, la cui maggioranza è rappresentata da donne.

Qual è il calcolo rischi-benefici per classe di età?
«Quello che emerge è che le persone che sviluppano il problema trombotico hanno un’età tale che probabilmente non morirebbero se si ammalassero di Covid-19, mentre la metà degli eventi trombotici legati a un basso livello di piastrine è fatale», spiega l’immunologo Sergio Abrignani, docente di Patologia generale all’Università degli Studi di Milano. «Mentre negli over 55 il beneficio del vaccino è enormemente superiore al rischio di trombosi, nella popolazione più giovane il dato merita una riflessione in più sul rapporto rischi-benefici, anche perché abbiamo a disposizione vaccini diversi tra cui scegliere».

È possibile utilizzare un altro vaccino per la seconda dose?
In Germania si sta pensando di completare la vaccinazione degli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca con una seconda dose di un vaccino a mRNA (Pfizer o Moderna), una decisione che potrebbe interessare 2,2 milioni di tedeschi. Secondo Sergio Abrignani «è una cosa che ha senso, perché immunologicamente può funzionare. Sono certo che usare, dopo la prima dose con AstraZeneca, uno degli altri due vaccini a RNA approvati in Europa per la seconda dose funzionerà, perché si induce una forte risposta immunitaria. Servono comunque trial di Fase 3 specifici su questa procedura che ancora non ci sono».

Quali sono le tempistiche ideali tra la prima e la seconda dose?
Attualmente l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è di fornire la seconda dose di AstraZeneca in un intervallo di tempo compreso tra le 8 e le 12 settimane. Al momento in Italia, visto anche la scarsità di vaccini, il richiamo con AstraZeneca è previsto a 3 mesi dalla prima somministrazione.

Funziona contro le varianti?
Un’analisi preliminare in uno studio del Regno Unito ha rilevato che AstraZeneca fornisce un livello di protezione simile a quello «standard» contro la variante inglese (B.1.1.7), quella prevalente (al 90%) nel nostro Paese. Non ci sono dati sufficienti sulla variante brasiliana, mentre l’efficacia contro la variante sudafricana ha avuto percentuali molto basse, tanto che il Sudafrica ha sospeso la diffusione del vaccino AstraZeneca, anche se l’Oms ne raccomanda ancora l’uso per la protezione dalla malattia grave.

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