Passaporto vaccinale, si pensa a un Certificato Verde. Prof Alfonso Celotto “Non è anticostituzionale se il vaccino è disponibile per tutti”

Sorrento ( Napoli ) Passaporto vaccinale, si pensa a un Certificato Verde. Prof Alfonso Celotto “Non è anticostituzionale se il vaccino è disponibile per tutti” . Una interessante considerazione per professore intervistato per Positanonews l’altro giorno . Con la campagna vaccinale che procede e la stagione turistica alle porte, l’Europa lavora alla ripartenza. Il settore del turismo è stato tra i più penalizzati da lockdown e chiusure, necessari per contrastare la pandemia di coronavirus, ma pesantissimi a livello economico: quest’estate, dunque, l’obiettivo è quello di permettere ai cittadini di tornare a spostarsi per le vacanze rilanciando così le attività di operatori turistici e strutture ricettive. Per farlo in sicurezza l’Unione europea pensa al Certificato Verde, un passaporto sanitario che attesta se la persona che sta viaggiando è stata vaccinata, ha già avuto la Covid-19 ed è guarita o si è sottoposta a test risultando negativa. Da un punto di vista costituzionale, però, rischiano di aprirsi degli interrogativi: considerando che difficilmente tutti i cittadini avranno accesso al vaccino per l’inizio dell’estate, una soluzione di questo tipo potrebbe finire per creare delle discriminazioni?

Al di là delle incognite che rimangono a livello sanitario, quindi, potrebbero esserci dei problemi anche dal punto di vista della normativa. Ne abbiamo parlato con Alfonso Celotto, costituzionalista e professore all’Università Roma 3: “È un punto delicato. Il passaporto sanitario potrebbe creare un’apparente discriminazione per condizioni personali e sociali dovute alle disponibilità del vaccino. Cioè, i vaccinati oggi lo sono in base a delle categorie: quindi o per età o per appartenenza a professioni più esposte, come i sanitari, i docenti e le forze armate. Quando una persona viene vaccinata riceve quindi la prerogativa di essere vaccinato prima di altri, ma contemporaneamente ne riceve anche una seconda, cioè quella di poter viaggiare liberamente. Questa potrebbe sembrare una discriminazione. Però dobbiamo avere una visione più ampia”, ci ha detto.

Il principio di ragionevolezza
Secondo Celotto, il punto chiave della questione risiede nel concetto di ragionevolezza, definito anche “il principio di ragionevolezza utilizzato come complemento e in appoggio a qualunque altro principio costituzionale” dall’ex presidente della Corte costituzionale e attuale ministra della Giustizia, Marta Cartabia. “Per essere ragionevole deve essere una misura diluita nel tempo. Come diceva il commissario Breton, noi faremo il passaporto vaccinale quando il vaccino sarà disponibile per tutti. Possiamo anche farlo a giugno il passaporto sanitario, però l’importante è che tutti siano vaccinati entro settembre. La cosa diventa una discriminazione insopportabile se una persona invece di essere vaccinata quest’estate viene vaccinata tra tre anni”, ha spiegato il costituzionalista.

In altre parole, vanno soppesati i sacrifici che si chiedono a coloro che non hanno ancora ricevuto il vaccino e i benefici che tutta la comunità trarrebbe dalla ripresa dei viaggi e del turismo. E dal momento che questi sacrifici sarebbero richiesti per un periodo limitato nel tempo, i secondi possono prevalere senza che si inciampi in un caso di incostituzionalità: “Affinché si possa tollerare che per due mesi che una persona vaccinata possa viaggiare mentre un’altra lo possa fare meno perché non ha ancora avuto accesso al vaccino, bisogna bilanciare le esigenze economiche e sociali. Questo a livello costituzionale è fattibile secondo il principio di ragionevolezza riferito all’articolo 3 della Costituzione” che vieta ogni forma di discriminazione. “L’unico modo per non essere incostituzionale è fare in modo che questo passaporto sia relativo a un tempo ragionevolmente diluito: noi in Italia non saremo tutti vaccinati a giugno, ma possiamo accettare che i vaccinati dagli altri Paesi vengano in Italia e questo diventa per noi ragionevole, perché facciamo ripartire l’economia e riaprono le attività turistiche, in quanto il sacrificio che chiediamo ai non vaccinati è quello di aspettare per un mese o due mesi”

Perché il passaporto sanitario non è incostituzionale
C’è poi un’altra questione, però. Al di là delle tempistiche di accesso al vaccino per i diversi individui, bisogna considerare che (almeno per ora) il vaccino anti-Covid non è obbligatorio. Impedire di viaggiare a chi, legittimamente, non si vuole sottoporre al vaccino può essere considerato discriminatorio? “Il vaccino non è ancora obbligatorio, però secondo me lo diventerà per come si stanno mettendo le cose. Del resto in Italia abbiamo già dei vaccini obbligatori e la Costituzione lo consente pienamente, sono previsti dall’articolo 32. Quelli più comuni sono i vaccini ai bambini: sappiamo bene che io sono libero di non vaccinare mio figlio, perché siamo in un Paese liberare, però avrò delle conseguenze negative. Ad esempio mio figlio non potrà andare a scuola, dovrò pagare una multa e sarò obbligato a fare un corso alla Asl dove mi spiegano il vantaggio del vaccino”, ha spiegato Celotto, sottolineando che lo stesso potrebbe accadere per il vaccino contro il coronavirus.

L’obbligatorietà del vaccino per i medici
Infatti, ha aggiunto, se ne sta già parlando per quanto riguarda gli operatori sanitari:”Quest’obbligo per il vaccino anti-Covid non c’è ancora, ma stanno cominciando ad emergere casi critici, come quanto abbiamo visto per i sanitari non vaccinati. Nel momento in cui questi sono stati demansionati, la giurisprudenza ne ha subito riconosciuto la legittimità. L’operatore sanitario che non si vuole vaccinare è libero di farlo, ma se non lo fa non può lavorare in una Rsa, ad esempio, perché è venuto meno al suo dovere deontologico. E infatti Draghi ha detto che il governo sta lavorando per rendere il vaccino obbligatorio per i medici. Se poi verrà reso obbligatorio per legge per tutti, chi non si vaccina potrà farlo, ma affronterà altre conseguenze tra cui l’impossibilità di viaggiare”.

La questione discriminatoria
Per quanto riguarda alcune categorie che non possono sottoporsi alla vaccinazione, come in alcuni casi di immunodepressione, Celotto sottolinea come probabilmente la norma prevederà anche delle eccezioni: “Per fortuna, comunque, si tratta di poche migliaia di persone che potrebbero essere comunque coperte dall’immunità di gregge”, ha aggiunto. Secondo il costituzionalista se oggi il vaccino non è obbligatorio è solo perché questo non è ancora disponibile per tutti, ma se questo dovesse diventarlo non si aprirebbe un problema di discriminazione: “Questo è un caso simile a tutti quelli di obiezione di coscienza. Siamo in uno Stato liberale dove se una persona non si vuole vaccinare è libera di farlo. Del resto già oggi le cosiddette vaccinazioni obbligatorie in alcuni casi sono previste, come quelle contro la febbre gialla o la malaria per andare in alcuni Paesi”, ha concluso Celotto.

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