Sant’Agnello: la “magia” nei vetri di Massimo Sepe

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Sant’Agnello: la “magia” nei vetri di Massimo Sepe. C’è un’atmosfera un po’ fiabesca ed un po’ futurista nel suo laboratorio di Via Iommella Grande 5 a Sant’Agnello in Penisola Sorrentina. Massimo Sepe, classe’55, è un estroso personaggio che ha cancellato quello sbiadito confine tra artigiano ed artista. Sembra un po’ la controfigura di Caravaggio e forse dal Merisi ha preso spunto per le tecniche dei fasci di luce che utilizza come materia principale delle sue opere: il vetro. Maestro Sepe ci tiene a puntualizzare che non è esclusivamente il vetro, il materiale che egli utilizza; infatti si è specializzato negli ultimi lustri ad utilizzare materiale di risulta ed in special modo legno che spesso recupera diligentemente sulle spiagge della penisola Sorrentina, da Marina Grande di Sorrento ad Alimuri a Meta. Sepe non disdegna l’utilizzo di sabbia, sassolini di mare ed altro materiale spicciolo di riciclo nelle sue interessanti opere. Mi racconta della sua vita con scioltezza e solarità. E’ un autodidatta che ha appreso per osmosi nel tempo tecniche utili alla sua professione. Dopo aver conseguito il diploma nautico ed aver navigato per tre soli mesi in Marina Mercantile come allievo ufficiale di coperta, capì subito che non fosse per niente, quella la sua strada. Quindi a fine anni ’70 viene folgorato per le stradine di Sorrento da una coppia di artigiani ambulanti tedeschi che riciclavano chiodi per ferri di cavallo e li trasformavano in graziosi ninnoli ed oggetti artigianali. Frequenta quindi questi artigiani e poi parte in vespa per arrivare sino in Ungheria e quindi in Olanda, dove viene ospitato da un amico specializzato nel produrre bigotteria. Con questo zaino di esperienze spicciole, ritorna quindi in Italia e apre un laboratorio prima a Sant’Agata sui due Golfi e poi a Sorrento. Inizia in un primo momento solo a dipingere su vetro e sbarca anche il lunario come scenografo per una televisione privata locale: Canale 21; inoltre inizia dedicarsi anche a grandi quadri da arredamento. Quindi ad inizio anni ’80 da puro autodidatta inizia a produrre delle magnifiche vetrate multicolori legate a piombo che marchieranno a fuoco la sua attività artistico-artigianale. Maestro Massimo è estremamente contento della sua attività che gli permette di coniugare la sua innata creatività con la libertà di espressione artistica ed un divertimento interiore quasi fanciullesco. Sepe si è specializzato soprattutto nella curvatura e fusione del vetro, che è un’attività manuale che richiede pazienza, tecnica e soprattutto esperienza ed il suo laboratorio è dotato di ben tre forni per questi tipi di lavorazioni. E’ meraviglioso girare tra i meandri del suo atelier; sembra un piccolo-gran bazar nel notare tutte le sue realizzazioni in vetro come specchi originalissimi e lampade, orologi da parete, mosaici vitrei, cornici, anelli, piatti, ciondoli, collane, posacenere, orecchini, lampadari, fantasiosi oggetti indescrivibili e magnifiche vetrate in fase di realizzazione. Ricordiamo tra le tante: le vetrate d’ingresso alla Chiesa di S. Anna di Marina Grande di Sorrento; le belle vetrate della “Gelateria della Scimmia” a Piazza Carità a Napoli; le vetrate della chiesa di S. Francesco di Paola a Massalubrense; un vetro magnifico di una finestra di Cappella privata di Anagni; le vetrate della chiesa della Madonna della Lobra a Massalubrense e quelle di S. Maria delle Grazie a Sorrento; i vetri colorati che rappresentano una Fenice dell’omonimo ristorante sorrentino e la stupenda rappresentazione vitrea dell’incontro tra Sant’ Antonino, San Catello e l’ Arcangelo Michele nelle vetrate della chiesa di Monte Faito. Ma l’opera più prestigiosa di Massimo Sepe è sicuramente la vetrata della Sagrestia della Cattedrale di Sorrento rappresentante una bellissima “Ultima cena” e fu un vero onore per l’artista essere chiamato a realizzarla per essere quindi piazzata in quel contesto storico-artistico quattrocentesco. Un vero capolavoro di arte mista a tecnica è rappresentato da alcune vetrate di porte scorrevoli a semicerchio che ha prodotto qualche anno fa su di una committenza per una casa privata. L’estro dell’artigiano-artista lo si nota anche in un lampadario ottenuto con la fusione e la curvatura di bottiglie riciclate con etichetta stampata ed un altro ancora ottenuto invece dal mero appiattimento di bicchieri di Nutella, oltre ad un orologio in vetrofusione, sabbie , cocci e legni di spiaggia. Nell’atelier il Maestro cura il vezzo di una mini-collezione di piccole bottiglie contenenti sabbie provenienti dalle più disparate località del mondo da Bora-Bora a Na-Trang, da Ipanema a Marbella; ne fa un parsimonioso uso per le sue opere. Il vetro che adotta il Maestro è già di per sé colorato, solo raramente si è cimentato a colorarlo polverizzandolo. Tra il serio ed il faceto Maestro Sepe mi dice testualmente: “Mi sono dato all’ittica!”. Ovvero si sta impegnando a riciclare e trasformare legno ed altri materiali di risulta in sculture ittiche, ovvero che rappresentano pesci ed affini. Spesso ha utilizzato falanghe e “pecorelle” di barche, remi, timoni, fasciame e costole, tutto materiale ligneo meticolosamente recuperato e riciclato dalle spiagge locali. Effettivamente egli si sta dedicando anche a realizzazioni di opere con cocci e vetrini di mare, ed un po’ anche alla grafica artistica (realizzò qualche anno fa un Poster con la pianta di Sorrento). Sta organizzando coinvolgendo altri artisti, ad esporre in una mostra (che si terrà a Villa Fiorentino a Sorrento dal 28-05-21 al 09-07-21) inerente il mare dal bizzarro titolo “Il mare chiama chi ama il mare”. Nonostante la crisi si faccia sentire, Massimo ha un piccolo-grande sogno nel cassetto: quello di creare un laboratorio più grande dove poter trasmettere le sue conoscenze ed esperienze a giovani apprendisti. Ma Maestro Sepe rimane agli occhi di tutti il mago del vetro, infatti è capace solo lui di dare quelle illusioni di bellezza estetica a noi, semplici spettatori, attraverso i suoi magici vetri colorati.

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