Piano di Sorrento, l’omelia di Don Pasquale Irolla: “Guarda avanti e corri”

Piano di Sorrento, riportiamo la bellissima omelia di Don Pasquale Irolla durante la messa mattutina nella Basilica di San Michele Arcangelo, incentrata sul Vangelo di oggi che vede l’incontro di Tommaso con il Cristo Risorto. Ecco il testo del Vangelo secondo Giovanni:

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Ed ecco le parole di Don Pasquale Irolla: «Il giorno di Pasqua lo abbiamo vissuto con una grande gioia, con grande entusiasmo. Il tripudio dell’alleluia, ancor prima della veglia, ci ha esaltati, ci ha spinti in alto. Scorre ora il tempo pasquale, oggi è l’ottava, otto giorni di grazia prolungata perché ciascuno di noi impari a gioire. La Pasqua è la grande opportunità che noi abbiamo di vivere con entusiasmo, di sottolineare la luce, di allontanare i pensieri oscuri, di guardare al futuro con speranza. E’ la grande opportunità che noi abbiamo proprio in questo tempo che ci appartiene, dove sembra che il domani sia peggiore dell’oggi e addirittura del passato. La grazia del tempo pasquale è una grazia per certi versi sottile, quasi difficile da percepire, ma ci dà un colpo d’ala per volare. La domenica di oggi dedicata a Tommaso è proprio emblematica per noi. Perché è vero che abbiamo celebrato la Pasqua, ma forse qualcuno ne è rimasto fuori, qualcuno avrà detto: “non è per me la Pasqua 2021”. La morte ha avuto il sopravvento, il pessimismo lo sta schiacciando, addirittura si è messo da parte. E’ l’esperienza che noi facciamo innanzitutto in famiglia dove qualche figlio lo vedi nascosto dietro un angolino, lontano dai tuoi pensieri, lontano potremmo dire dalla luce di Dio. E questo succede in una comunità, anche nella nostra assemblea probabilmente alcuni di noi sono in preda a pensieri che scorrono e che richiamano paure, angosce, oscurità, scoraggiamenti. Gesù prende quell’accanimento mentale, quegli scrupoli, quei rovelli che si ostinano nella nostra mente a tornare indietro, a mentalizzare il negativo, a pensare, a rimuginare, a schiacciare la nostra testa fino al punto da toglierci la serenità. Ebbene questa specie di dubbi non vengono da Dio, sono l’antitesi della Pasqua. Ed è per questo che ciascuno di noi ha bisogno di una nuova esperienza di Gesù. La Risurrezione è coglierlo di nuovo in una maniera diversa, in una maniera nuova, non sperimentabile semplicemente secondo i nostri canoni. E’ cioè Gesù che ti sorprende. E questo essere sorpresi da Gesù scioglie questi pensieri oscuri che soprattutto nella giovinezza distruggono tutto, rileggono, sezionano giorni, momenti difficili, fino a perdere tutta l’energia mentale e spirituale. Questi pensieri allontaniamoli. Gesù Risorto ti sorprende, ti sorprenderà. Forse a noi è dato di imparare a coglierne il passaggio in una maniera sottile, dicendo: “E’ lui, è passato nella mia vita”. E soprattutto a riconoscere che quando Dio ti ha toccato, ti ha ustionato, ti ha sfiorato, allora basta col volgerti indietro, col mentalizzare il negativo, guarda avanti e corri. Lentamente noi, i nostri figli, i ragazzi adolescenti, sperimenteranno. Saranno presi per mano da Gesù e invitati a toccarlo, ma quando noi questa esperienza l’abbiamo vissuta per pura grazia basta col stare fermi, ma impariamo soprattutto a cogliere il suo nuovo passaggio più delicato, più bello, che ci riaccende di desiderio.

Ciascuno di noi nasce non credente con una mentalità laica, atea, e lentamente impara a evangelizzare la propria mente, i propri pensieri, lentamente. Viene il giorno, il momento, il tempo in cui Dio ti viene incontro e crollano tutte le impalcature che noi abbiamo. C’è un’esperienza originaria che ha distolto i nostri pensieri dal passato, ha messo in fuga i nostri dubbi e ciascuno di noi ha il diritto ad averla personalmente ed ecclesialmente, perché la fede è personale ed è ecclesiale. Ed è anche vero che noi abbiamo bisogno di vedere e di toccare. Abbiamo bisogno di vedere, noi siamo nella cultura greca del vedere. Vedere è conoscere. Le realtà e le cose di Dio sono invisibili, ma noi abbiamo l’occhio spirituale che vede l’invisibile ed è per questo che questo occhio ha bisogno di essere umettato dal collirio, di essere purificato, alimentato, perché tu possa vedere. Sfiderei tanti di voi a rispondere: “Ma tu l’hai visto Gesù?”. Sì, io l’ho visto, proprio perché noi abbiamo questo occhio spirituale e possiamo imparare a vedere col cuore. Allo stesso tempo la fede è fatta di contatto. Anche qui noi partiamo dal contatto fisico che in questo tempo ci è negato e mette in crisi tantissimi di noi, poi impariamo anche ad elevarci al di sopra dei cinque sensi. Abbiamo anche il sesto senso che in maniera laica viene chiamato intuito, in realtà è la fede che ti permette di sfiorare, di annusare il profumo di Pasqua, di sentire dentro il gusto di Dio.

Voglio augurare a tutti di entrare in questa grazia così che questa domenica possa introdurre qualcuno in più nel numero dei credenti, di coloro che passano dal non credere al credere. E qualcun altro in più che impari a credere raffinando lo sguardo interiore e il sesto senso della fede ed impari anche un po’ a trasmetterlo, perché è solo l’esperienza di Dio che ci cambia ed è solo la nuova esperienza sorprendente di Gesù risorto, è solo l’imparare a riconoscerlo che ci cambia la vita, ce la migliora e ci spinge a credere che il futuro sarà luminoso e mette dentro di noi quel grande entusiasmo che non viene da noi e che ci permette finalmente di correre all’ impazzata e non stare più in panchina, a bordo strada, a lamentarci».

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