Mercato San Severino: fondi Covid, anziana truffata

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Mercato San Severino: fondi Covid, anziana truffata. Risponde di peculato il 42enne A.G., di Mercato San Severino, accusato di aver sottratto con l’inganno una somma di denaro destinata ad integrare la pensione, comprensiva della cifra corrisposta dal contributo regionale Covid 2020, abusando del suo ruolo di addetto allo sportello dell’ufficio postale nella frazione Sant’Angelo. Secondo le ricostruzioni portate avanti dalla sezione polizia giudiziaria dei carabinieri della procura di Nocera Inferiore, col coordinamento del pubblico ministero titolare dell’indagine Angelo Rubano , l’uomo aveva di fatto portato via il denaro corrispondente alla cifra prevista dall’integrazione: la signora titolare della pensione si era recata presso l’ufficio postale per effettuare materialmente il prelievo della cifra che spettava a lei e al marito. All’atto di chiedere i soldi, il dipendente aveva provveduto alla consegna, in qualità di incaricato di pubblico servizio, della somma di 1452 euro, trattenendo 488 euro versati sullo stesso fondo dalla Regione Campania quale contributo Covid.

I fatti risalgono allo scorso 3 giugno, quando l’addetto si premurò di non versare la cifra ala signora, approfittando del ruolo che lo metteva in condizioni di gestire il denaro, pensando probabilmente che la donna fosse non avvezza a quantificare la cifra, o che addirittura non sapesse della disponibilità

del denaro rispetto alle cifre mensilmente versate sul suo conto. Così in quel frangente, senza curarsi del danno provocato, l’impiegato dell’ufficio postale avrebbe concluso il reato contestato: per ragioni di ufficio il funzionario aveva la disponibilità dei ratei pensionistici versati sul libretto postale indicato, riferito alla donna, dove vi era la doppia intestazione dei due coniugi: così, a seguito della richiesta della signora, intenta a riscuotere la pensione di entrambi i coniugi, consegnava la cifra, decurtata del contributo regionale, che era invece finito direttamente nelle sue tasche. Sul libretto invece veniva annotata la cifra giusta, cioè 190 euro complessivi quali spettanze cumulative delle due pensioni e in più del contributo previsto: le carte erano formalmente a posto, e il dipendente non aveva pensato che un minimo incrocio di dati, un controllo o un semplice calcolo avrebbe scoperto il raggiro eseguito come niente fosse, con la nonchalance che si muove sulla buona fede altrui, oppure, cosa più grave, sull’età e sulle condizioni di supposta inferiorità, con la vittima più vulnerabile rispetto ad una persona più giovane. Nonostante i suoi calcoli e l’atteggiamento fedifrago portato avanti nello svolgimento delle funzioni, l’illecito è stato scoperto dalle forze dell’ordine. Da un primo riscontro, infatti, con la fonte di prova indicata in particolare dalla prima denuncia presentata e poi dalle verifiche svolte dagli uomini della sezione distaccata dei carabinieri in forza alla procura nocerina, erano emerse le mancate corrispondenze, individuando la cifra effettivamente non versata dallo sportellista.

Il funzionario è chiamato a rispondere della contestazione di peculato avanzata dall’accusa. Nei suoi riguardi il pubblico ministero ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificandogli la fine degli accertamenti con venti giorni a sua disposizione per chiedere di rendere eventuale interrogatorio oppure presentare una memoria difensiva, prima della successiva, rituale richiesta di rinvio a giudizio. Il singolo episodio è sintomatico della capacità delle persone con intenti illeciti di insinuarsi nelle meccaniche di assistenza pubblica, in questo caso di tipo regionale, nella fase di crisi economica, con fondi e previsioni integrative erogate a chi ne ha davvero bisogno.

Fonte La Città di Salerno

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