La balena Wally e l’insegnamento del coronavirus

In questi giorni è notizia riportata da tutti i quotidiani, anche stranieri, quella della comparsa nelle acque del Golfo di Sorrento di una balena grigia della California, nome scientifico:  Eschrichtius robustus, ribattezzata simpaticamente Wally, nome che il dizionario etimologico ci insegna sta a indicare “colui o colei che sta bene”, e come voi tutti che amate gli animali tengo a puntualizzare un concetto chiave per “il bene di Wally”. L’incontro con una balena è un evento molto bello, e quello con una balena che probabilmente è giunta fino a noi dalla California anche straordinariamente interessante sotto tutti i punti di vista. Il cetaceo, che nei giorni scorsi era nel Golfo di Napoli dopo una tappa, diciamo così, a Ponza, ieri, 21 aprile, è stato avvistato a Fiumicino quindi secondo testimoni avrebbe proseguito il suo viaggio verso Nord. In alcuni video postati in rete in questi giorni, a proposito di Wally, si assiste a natanti che si avvicinano alla balena tagliandole la strada, anche questo è sbagliato perché si spaventa l’animale. In altri video c’è addirittura chi tenta di accarezzarla, ebbene sappiate che sulle nostre mani ci sono batteri che non vivono sulla pelle delle balene e la drammatica esperienza che stiamo vivendo con il coronavirus ci dovrebbe far subito intuire il rischio che corre un essere vivente quando entra in contatto con un agente patogeno di cui non si ha l’immunità. Per questo motivo, come consigliato da tutti i biologi marini, i cetacei non vanno toccati a mani nude e preferibilmente lasciati in pace. Se riteniamo di essere persone che vogliono prima di tutto il bene di un animale impariamo a goderne la compagnia prendendo le dovute cautele per il suo e il nostro bene. di Luigi De Rosa

Generico aprile 2021

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