Fondazione Ravello, dopo Perrotta e Scurati tramonta anche l’ipotesi Laura Valente. Si va a una proroga di Almerina Bove?

Fondazione Ravello, dopo Perrotta e Scurati tramonterebbe anche l’ipotesi Laura Valente, che è stata direttrice artistica anche del Premio Danza a Positano. Si va a una proroga di Almerina Bove? Insomma per un prolungamento di un commissariamento infinito? Siamo in zona gialla in Campania, è iniziata la stagione turistica e ancora c’è confusione sulla maggior istituzione culturale e turistica della Costa d’ Amalfi. La Fondazione Ravello. Anticipiamo che le nostre sono anticipazioni, che poi potrebbero subire stravolgimenti, poco male, siamo un giornale online locale privato, anche se sicuramente il più autorevole e serio , per storia, tradizione, indipendenza, nato nel 2005, da allora non c’è stato giorno che non abbiamo informato. Ma siamo pure sempre un giornale privato mentre la comunicazione istituzionale ha nominato un Presidente che poi non è stato confermato in diretta dallo stesso Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.  Per non parlare della comunicazione su Villa Rufolo, un post per dire che è chiusa? Per poi riaprire grazie all’intervento del primo cittadino Salvatore Di Martino, ma come è aperta? Non diamo colpe a nessuno, non sappiamo cosa c’è dietro e che sia successo. Rappresentiamo i fatti .

Il compito di un giornale, più che quello di esprimere giudizi, è quello di offrire ai lettori elementi di valutazioni per poter maturare giudizi. Non è un compito facile perché dietro l’angolo della strada dei giornalisti c’è sempre in agguato il tentativo di indulgere in opera di “captatio” o, peggio ancora, di plagio. Per evitare entrambi, se ci si riporta solo a fatti oggettivi e ad atti, e/o a formulare domande, il risultato è assicurato.

Questo preambolo è funzionale a quanto andiamo a sottoporre all’attenzione dei lettori per soffermarci su una vicenda che va oltre i limiti del Comune di Ravello, passa per l’intera Costiera Amalfitana, per arrivare al mondo. Non esageriamo in questa affermazione se è vero, come è vero, che la Costiera è patrimonio dell’Umanità e la Fondazione Ravello e i suoi Festival e Villa Rufolo sono conosciuti dal mondo intero.

Lo facciamo riportando i fatti principali degli ultimi mesi e ponendo delle domande alle quali speriamo che oltre ai lettori diano risposte anche le parti coinvolte. Questo giornale è sempre pronto a dare voce a tutti.

  • Nel gennaio 2019 parte un Commissariamento che la legge (il TAR Salerno evidenzia che a leggi date il commissariamento della Fondazione è fatto di “ESTREMA RATIO CHE DEVE DURARE IL TEMPO STRETTAMENTE NECESSARIO PER LA RICOMPOSIZIONE DEGLI ORGANI”) e l’Amministrazione Comunale auspicano possa e debba esaurirsi in pochissimi messi (Vedi nostri articoli sul tema di quei giorni).
  • Il Commissariamento dura da 28 mesi e ha prodotto di fatto solo una modifica statutaria e una gestione ordinaria penalizzata anche da una pandemia.
  • Con il nuovo statuto la Fondazione cambia pelle e corpo e, da Organismo pluri-composito svincolato dalla politica e dagli enti soci, diventa uno strumento nelle mani di un solo ente – la Regione – che ne ha il controllo assoluto e totale. (Basta leggere i due statuti per verificare).
  • Solo due settimane fa, con enfasi e certezza, si comunica il nome di un presidente che dura 48 ore: un venerdì mattina si presenta ai dipendenti e al paese, la sera dello stesso giorno viene sconfessato; i titoli dei giornali vanno dal “mistero” al “giallo” della Fondazione Ravello.
  • Da quel venerdì prende il via una girandola di nomi fra smentite e illazioni, ma soprattutto la Regione nulla comunica e spiega di cosa si stia facendo o cercando, e come lo si stia facendo, in perfetta coerenza con i dettati del nuovo statuto che individua il vero padre-padrone della Fondazione e della cultura a Ravello.
  • Da ultimo, mentre l’Italia intera riapre i suoi monumenti o ne fissa la riapertura, la Fondazione, secondo una logica comunicativa che ci sfugge, ritiene di “annunciare che Villa Rufolo non riapre”, salvo a precipitarsi dopo due giorni a correggere il tiro e ad annunciare la riapertura per oggi.

A questo punto sembrerebbe che tutto sia ritornato a posto. Abbiamo fatto una piccola verifica e purtroppo sembrerebbe che nulla è a posto.

  1. si riapre solo dalle 10:00 alle 16:00 e il lunedì è chiusura;
  2. si riaprono solo i giardini e restano ancora chiusi gli spazi interni e in particolare la torre museo, all’interno della quale da oltre un anno restano spenti centinaia di migliaia di euro pubblici di apparati informatici e digitali.
  3. Non è stato contrattualizzato il servizio di biglietteria ed oggi il servizio è svolto da personale interno della Fondazione (pare una sola unità, senza qualifica specifica, e di sicuro sottratta ai compiti che svolgeva prima); questo spiegherebbe il perché dell’orario ridicolo di apertura.
  4. Ci allarma infine una constatazione: le imprese storiche che avevano assicurato la manutenzione dei giardini, quelle imprese che erano depositarie ed eredi dell’arte del giardinaggio messa in piedi dal duo Cicalese-Reid e che il mondo ha ammirato per oltre un secolo, non sono state rinnovate e nessuno le ha rimpiazzate; la convenzione con la facoltà di Agraria di Portici non è stata rinnovata; nell’organico della Fondazione non esiste una figura tecnica che si occupa di giardini; sembrerebbe che al Magico Giardino wagneriano sia rimasto solo Klingsor ad occuparsene.

Le domande che ci poniamo oggi sono:

  • Una istituzione che da due anni almeno non ha mostrato alcuna capacità gestionale di beni culturali, potrà mai gestire anche Villa Episcopio e Auditorium Niemeyer? Potrà gestire la “Cultura” a Ravello?
  • Perché la Fondazione da due anni ha interrotto ogni comunicazione con la Comunità Ravellese? Esattamente dal febbraio 2019 allorquando la prosopopea felicoriana annunciava, nell’unica assemblea pubblica, l’inizio di un periodo di ascolto e coinvolgimento del territorio!
  • Il Sindaco, al di là della sostanza delle sue affermazioni, almeno nella forma e non di sovente, ha fatto sentire il suo pensiero; ma le opposizioni cosa dicono? Perché tacciono? Le stravolgenti dichiarazioni di impegno che pure qualche amministratore aveva reso all’insediamento dei nuovi Organi che fine hanno fatto?
  • I Ravellesi, gli albergatori, i ristoratori, i commercianti, perché restano spettatori muti?

Per un periodo lungo abbiamo dovuto registrare un clima che con una battuta sdrammatizzante potremmo definire da “tre scimmiette”; oggi,  come giornale e con questo articolo, ci auguriamo di aver cancellato dal territorio almeno due scimmiette (non vedo e non sento), siamo a disposizione di tutti per dare voce al territorio e per contribuire a cancellare anche la terza scimmietta, senza dover aspettare l’atmosfera temporalesca della campagna elettorale imminente.

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