Chernobyl: 35 anni fa il peggior disastro nucleare di tutti i i tempi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atteso oggi nella zona di esclusione di Chernobyl per ricordare le vittime del peggior incidente nucleare della storia.
Trentacinque anni fa, un’esplosione al reattore numero 4 della centrale di Chernobyl scosse il mondo sprigionando nell’atmosfera tonnellate di scorie radioattive.

Prima dell’arrivo di Zelensky, decine di persone si sono radunate nella città abbandonata di Pripjat per una veglia notturna con delle candele in memoria di coloro che hanno perso la vita nell’incidente.

Solo animali e vegetazione abitano la zona di alienazione che per trenta chilometri percorre un confine virtuale intorno alla centrale nucleare di Chernobyl.

35 anni dopo l’incidente catastrofico, che cambiò per sempre la vita di migliaia di persone e condizionò scelte future,  il ministro della Cultura dell’Ucraina, Oleksandre Tkachenko ha annunciato di voler candidare la Zona di esclusione di Chernobyl all’iscrizione al patrimonio mondiale dell’Unesco.

Una zona che per quanto concerne le autorità ucraine, potrebbe non essere adatta agli esseri umani per 24 mila anni.

Nel caso in cui la richiesta venisse accolta: la Zona di esclusione, grande quanto il Lussemburgo, potrebbe diventare una riserva naturale nella quale potrebbero essere introdotti esemplari di bisonte europeo.

Sono davvero un simbolo della riserva” ha dichiarato Denys Vyshnevsky, capo del dipartimento scientifico della riserva naturale di Chernobyl creata cinque anni fa, a proposito della colonia di 2.700 cavalli che vivono nella zona.

Dopo il disastro, l’area è diventata anche rifugio per alci, lupi e una razza tarchiata di cavalli selvaggi originari dell’Asia, in via di estinzione: il cavallo di Przewalski, minacciato dai cacciatori a metà del secolo scorso è stato introdotto a Chernobyl nel 1998 in sostituzione della razza locale Tarpan. La tutela del territorio intorno alla centrale di Chernobyl potrebbe paradossalmente “Offrire un’opportunità unica per preservare la biodiversità. Dopo questo successo, sempre a Chernobyl potrebbero essere introdotti esemplari di bisonte europeo, che già vaga oltre il confine in Bielorussia” ha aggiunto Vyshnevsky, riferendo di trattative in corso con il World Wildlife Fund. Lo scorso anno, grazie alla serie televisiva su Chernobyl l’impianto nucleare e la vicina città di Pripyat – la città fantasma che un tempo ospitava 50 mila residenti – hanno registrato un boom di circa 120 mila visitatori. Nuove verità su Chernobyl  Emergono nuove rivelazioni su un “dramma annunciato”, contenute in documenti ‘top secret’, declassificati e pubblicati dal National Security Archive americano. Tra questi un ammonimento del grande fisico e premio Nobel Andrej Sacharov indirizzata a Mikhail Gorbaciov il 4 novembre 1988, nella quale punta il dito contro la massiccia coltre di sistematica disinformazione che le autorità sovietiche continuavano a stendere sul peggiore disastro nucleare di tutti i tempi. Il disastro di Chernobyl Edifici crollati, vecchie insegne di negozi arrugginite, quaderni e libri sui banchi di scuole sventrate all’interno delle quali sono cresciuti alberi e piante rampicanti, nessuna presenza umana sono ciò che resta della sciagura di Chernobyl, la centrale nucleare esplosa in Ucraina settentrionale il 26 aprile 1986.

Cosa accadde 35 anni fa

Tutto accadde alle ore 1:23:46 del mattino durante un test di sicurezza andato male, un’esplosione si verificò al quarto reattore dell’impianto nucleare V.I. Lenin, provocando un incendio che immise nell’aria una quantità di polveri radioattive pari a quella di 500 ordigni (come la bomba di Hiroshima).

Dopo aver cercato di nascondere l’incidente, l’Unione Sovietica, di cui l’Ucraina faceva allora parte, ha finalmente riconosciuto la gravità della situazione ed evacuato centinaia di migliaia di persone da decine di città e villaggi, in un’area situata a circa 100 km a Nord di Kiev. Al contempo furono mobilitati decine di migliaia di “liquidatori”, dotati di rudimentali mezzi di protezione, per costruire un sarcofago attorno al reattore e cercare di ripulire le aree contaminate, di fatto condannandone un elevato numero, stimato in 4 mila, a morte certa. Subito dopo il disastro, morirono 31 operai dell’impianto e vigili del fuoco, principalmente a causa di malattie acute da radiazioni. Nubi radioattive hanno contaminato – secondo alcune stime – fino a tre quarti dell’Europa, spaventando il mondo intero. Migliaia di altre persone morirono in seguito a malattie legate alle radiazioni, come il cancro, sebbene il bilancio totale delle vittime e gli effetti sulla salute a lungo termine rimangano oggetto di intenso dibattito.

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