Salerno. Vittima di revenge porn a soli 13 anni. L’ex fidanzato tappezza la città con foto…

Salerno. Vittima di revenge porn a soli 13 anni. Accade nell’agro salernitano e il suo «carnefice» è anche lui un minorenne, il suo ex fidanzatino di 17 anni, di Pagani. Da ieri il giovane è collocato in un comunità dopo che il gip del tribunale dei Minori ha accolto la richiesta della procura dei Minorenni. Un provvedimento «importante», quello richiesto dal procuratore capo Patrizia Imperato proprio per dare un segnale forte. Già, perché il reato non solo è maturato in un contesto di violenza psicologica ma anche utilizzando le piattaforme dei social per recuperare il materiale poi trasformato in locandina porno con la piccola ritratta con il seno nudo ed impegnata in rapporto sessuali «a pagamento» come scritto sul manifesto con il quale il giovane ha tappezzato tutta la cittadina dove la tredicenne vive con i genitori. Manifesto da subito rimosso, grazie ad una catena umana di solidarietà che si è costituita intorno alla ragazza.

I due si conoscono per caso, la loro amicizia cresce sui social e poi decidono di frequentarsi. Una storia come tante, di ragazzini alla scoperta della vita e dei suoi piaceri. Nulla di più. Poi la gelosia, la rottura, la violenza psicologica che diventa reato, porno revenge. Il 17enne vede la sua ragazza camminare per strada con un comune amico e viene accecato dalla rabbia e dalla gelosia. Iniziano i litigi, le discussioni, le minacce e la rottura. È allora che il diciassettenne decide di vendicarsi e realizza delle locandine porno. A caratterizzare l’attività investigativa, una piccola curiosità di colore: a seguire le indagini in prima persona è un ispettore donna, Roberta Manzo, a coordinare la squadra di poliziotti salernitani, un’altra donna, la dirigente della polizia postale della Campania, il vicequestore Maria Rosaria Romano; a dirigere il lavoro di tutti, il procuratore capo dei Minori, un’altra donna, Patrizia Imperato. Ma non solo. L’ordinanza di collocazione in comunità viene firmata dal gip l’8 marzo, il giorno della festa della donna. Un bel regalo per quella piccola donna costretta a combattere la violenza già a tredici anni.

L’ordinanza attiene ad un episodio di revenge porn, ovvero ad una condotta di abuso sessuale basato sulla diffusione di immagini intime distribuite senza il consenso della persona ritratta. A condurre le indagini, assieme alla polizia postale, anche la polizia giudiziaria della procura. Chiaro il movente, legato a quello che il procuratore Imperato definisce una «abietta gelosia», come si legge nella nota a sua firma, «con il chiaro intento di umiliare e svergognare la ex fidanzata tredicenne». I manifesti con i quali ha tappezzato le strade del paese riproducono l’immagine della ragazza, colta in una posa sessualmente esplicita, corredata da un’offerta di prestazioni sessuali a pagamento. Un fake a tutti gli effetti, anche se basato su foto scambiate tra i due durante la loro frequentazione. Nel corso delle indagini, difatti, i poliziotti hanno accertato, in uso al diciassettenne, anche di materiale pedopornografico ritrovato a seguito della perquisizione domiciliare e informatica presso la sua abitazione. È stata trovata inoltre sia la versione originale della foto che quella affissa sulle locandine. Da quanto si apprende il ragazzo ha realizzato un fermo immagine di un video pubblicato su un social network dalla sua ex. Poi avrebbe modificato la foto, facendo apparire la ragazza nuda. Un fotomontaggio utilizzato per realizzare la locandina.

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