Qui non ronzano le api. Nuova raccolta poetica di Anna Maria Gargiulo

Più informazioni su

L’AUTRICE
Anna Maria Gargiulo, brillante poetessa di gran fama, vive a Meta, la città della Penisola sorrentina nota nel mondo per le sue ariose spiagge e la gloriosa tradizione marinara. Laureata in Filosofia alla Federico II di Napoli, si è perfezionata alla Scuola Superiore delle Comunicazioni Sociali, presso l’Università Cattolica di Milano. Docente di intere generazioni di studenti della Scuola Media Superiore, ha collaborato con l’Invalsi in qualità di Formatrice docenti, attività poi proseguita presso l’Università di Fisciano (Salerno). Anima schiva, timida e delicata come la sua voce, un soffio, nella scrittura riversa una forza creativa di stupefacente potenza. Scrittrice da sempre, per vocazione, sensibilità, passione e rifugio, solo nella piena maturità si è svelata in pubblico, emergendo subito alla ribalta dell’arte poetica nazionale con l’impetuosità del suo raro talento. La sua prima pubblicazione di liriche è stata PEGASO E LA SIRENA (con lo pseudonimo Annaré), Aletti Editore, nel 2008, che le valse il “Premio del valore linguistico” al Concorso Letterario Nazionale Italo Calvino del 2009 e il Premio “In compagnia di Selene” 2010 dell’Accademia Francesco Petrarca. Seguono, sempre per Aletti, altri due volumi di poesie, NOSTALGIA D’ORIZZONTI, nel 2010 (Premio Letterario Internazionale Europa 2012), e IN SALITA CONTROVENTO, nel 2012 (Premio Vittoria Colonna 2013). Nel 2014 pubblica OTTO MARZO, ancora una raccolta poetica, per Vitale Editore, e nel 2015 I QUADERNI DI NARÉ, Un racconto ed altri scritti, per D’Orazio Editore. Sempre nel 2015 esce, di nuovo con Aletti, la raccolta di liriche L’EFFIMERO, LO SCACCO, IL VARCO (Premio Internazionale Maria Cusani Quasimodo 2017). AMARITUDINE, Aletti Editore- Collana Le Perle, è il volume di poesie pubblicato nel 2018, che le vale, tra l’altro, il “Premio Speciale” Giovanni Pascoli, la “Menzione d’onore” al Premio Il Golfo, il “Premio Speciale della critica” al Premio Frate Ilaro. Nel 2019 per Il Convivio Editore esce la raccolta di racconti DOVE CADONO LE RONDINI, presentato al Salone del Libro di Torino. Suoi scritti sono allocati in antologie prestigiose quali “Ecce Homo”, edita da Eugraphia.com o “Scienze e Arte”, edita da La Recherche. Dal 2020 è presente nell’Atlante Letterario italiano di Literary. Ha ricevuto premi e riconoscimenti di altissimo prestigio che ne hanno consacrato il merito a livello letterario nazionale e internazionale, tra i quali il Primo premio internazionale di scrittura femminile “Donne …ieri oggi e domani” 2014, il premio speciale “Il Fanciullino” al Premio Giovanni Pascoli 2014, il Premio Vittoria Colonna 2015 con la lirica “Lampedusa 2013”, il Premio Poesia, Prosa e Arti Figurative 2016 dell’Accademia Internazionale Il Convivio per il racconto inedito “Sulla porta del cuore”, il Premio Alda Merini 2018 con la lirica “Equinozio d’autunno”, il Premio Poesia 2020 dell’Accademia Internazionale di Significazione, Poesia e Arte Contemporanea.
QUI NON RONZANO LE API
A gennaio 2021 è uscita la nuovissima raccolta di liriche di Anna Maria Gargiulo, “Qui non ronzano le api”, Editore Fondazione Mario Luzi.
Il testo documenta la piena maturità artistica dell’autrice, il cui lirismo trae le radici nell’equilibrio estetico e nella perfezione formale propri della grande poesia classica italiana per tendere, attraverso la voglia di sperimentare, osare, giocare con parole, immagini e suoni propri del temperamento creativo e originale di Anna Maria, verso una sofisticata elaborazione dei contenuti in senso filosofico ed esistenzialista di respiro vasto e moderno. Denominatore comune delle liriche di questa raccolta, come di tutta la produzione poetica della Gargiulo, la ricchezza e profondità dei contenuti, attinenti a vicende, incontri, pensieri, sentimenti, emozioni, misteri e paure che delineano, nel loro complesso, la condizione dell’essere umano, e l’elevata cifra stilistica ed estetica delle soluzioni espressive, dotate di una intensa forza evocativa e suggestiva, capace di far vibrare l’animo e la sensibilità del lettore. Le sue parole, ad una ad una pensata, scelta, voluta, amata con sacrale rispetto, diventano immagine di incontaminata bellezza e si fanno note nel cuore e stimolo nella mente. Sono parole efficaci, che scavano dentro, “parole come pietre”, come diceva Ungaretti. Appassionata teorica della poesia oltre che colta e raffinata interprete delle inquietudini umane, Anna Maria è convinta assertrice che la poesia, nel suo senso più alto e sostanziale, sia “antidoto al male”, dunque importante e irrinunciabile baluardo di civiltà e giustizia. E questo nuovo testo lo documenta appieno, laddove la sua voce poetica si innalza in versi di rara purezza a discettare della radice filosofica del rapporto dell’uomo con l’Universo, a scandagliare i dubbi che attanagliano la ragione sul senso stesso della propria esistenza sul Pianeta, a esplorare l’ignoto per cogliere l’assoluto. Ricca la simbologia delle liriche di questa raccolta, tesa a portare alla luce le corrispondenze e i legami misteriosi tra le cose e a svelare la realtà profonda dietro alle apparenze. La poetessa attinge innanzitutto al mondo della Natura con cui si sente una simbiosi totale quale fosse parte integrante della sua anima. Le api, la talpa, la civetta, il mare, il sole, il vento, i fiori, gli alberi diventano portatori di una forza evocativa potente in cui ogni parola apre un ricordo, corrisponde a un odore, accende un colore, trasmuta in suono e aiuta a penetrare nel segreto del mondo per decifrare il mistero della vita e della morte.
L’opera si struttura in un trittico che potrebbe essere letto come le tre età della vita della poetessa e dell’uomo. Nella prima sezione, “Scavo e parola”, c’è la creativa bambina e adolescente, che si affaccia alla vita carica di speranze, dubbi, sospetti, illusioni e, attraverso il legame viscerale con la Natura e la scoperta del valore della parola poetica, prova a dare spiegazione ai misteri e dolori della vita, mentre si confronta con le difficoltà del rapporto con gli altri e la solitudine esistenziale. La seconda parte, “Equinozio d’autunno”, si ispira al mito di Demetra, la dea della fertilità dei campi, e la bellissima figlia Persefone. Secondo il mito, Ade, il dio degli inferi, si innamorò a prima vista della fanciulla e, col consenso di Zeus, la rapì per portarla con sé nel regno dei morti. Disperata, Demetra riuscì a ottenere da Zeus che Persefone avrebbe trascorso sei mesi negli inferi con Ade e gli altri sei mesi nell’Olimpo con lei. Quando sarebbe stata nel mondo dei morti, la terra non avrebbe prodotto nulla; viceversa, quando sarebbe tornata nell’Olimpo, i campi sarebbero stati fertili. Così nacquero le stagioni. Il mito dell’eterno ciclo delle stagioni permette alla Gargiulo di esplorare in versi incantati il senso dell’esistenza e il corso della vita, dall’infanzia alla maturità. Nella terza sezione, “Qui non ronzano le api”, la simbologia si dischiude con liriche indimenticabili al vero senso della vicenda umana, la vecchiaia, la delusione, la sconfitta, lo smacco e la fine.
In conclusione, questo libro è prezioso. Non è una semplice raccolta di versi, è un cammino di educazione estetica, di crescita personale, di esperienza in dialogo a tu per tu con i propri sensi. E’ un testo da gustare per il piacere della bellezza che salva dall’angoscia della realtà, da leggere attentamente per trovare sostegno alla propria inquietudine, da studiare per mettersi in contatto intimo e profondo col proprio inconscio, il vero sé.
Carlo Alfaro

Più informazioni su

Commenti

Translate »