MANN. INCONTRI DI ARCHEOLOGIA CON MARIO CESARANO
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Incontri di Archeologia online: con Mario Cesarano, andiamo alla scoperta di Nola e degli echi del Ginnasio di Atene!

La modalità on line ha permesso di continuare a seguire gli incontri ancor meglio che nel Nuovo Auditorium, ove non potevano prende posto più di 50-60 persone, nel rispetto del protocollo anticovid.
Di Mario Cesarano è leggibile buona parte della sua produzione di studi archeologici su academia.edu all’indirizzo https://beniculturali.academia.edu/MarioCesarano

buon pomeriggio
io sono mario cesarano archeologo
funzionario per la soprintendenza
archeologia dell arte e paesaggio per
l’area metropolitana di napoli
ringrazio il direttore del man paolo
giulierini e l’amica collega luce emilio
per avermi invitato a prendere parte
all’edizione di quest’anno di incontri
di archeologia
cercherò di illustrarvi le evidenze
archeologiche che ci consentono di
affermare che nel cuore dell’età
classica nel pieno del quinto secolo
avanti cristo
alcuni dei gruppi che compongono la
società di nola in campania hanno ormai
in maniera profonda e radicata
assimilato delle forme comportamentali e
valori etico politici di matrice greco
attica attraverso un consolidato ormai
dialogo commerciale con la città di
atene che era nella piana campana si
approvvigiona di grano
un dialogo che nel tempo va
trasformandosi consolidandosi sempre più
sul piano culturale sociale e politico
l’evidenza della quale possiamo
avvalerci è quella proveniente
per la totalità dalle necropoli vale a
dire dalle sepolture e questo perché non
sa è una di quelle città che sono
caratterizzate da una continuità urbana
che va dal momento della sua fonte della
loro fondazione
fino ad oggi e questo rende molto
difficile se non impossibile agli
archeologi di trovarsi di fronte a
evidenze relative alle più antiche fasi
della città nola oggi gode di una
discreta presenza di un’archeologia di
età romana ma manco l’appunto
testimonianze archeologiche fisiche
della città di età sannitica e ancora
precedente quella delle fasi appunto più
antiche al tempo stesso la contrazione
alla quale è andata incontro il centro
urbano nel corso dei secoli del medioevo
ha lasciato fuori dagli spazi abitati
quella gran quantità di territorio
destinata in antico all’esterno della
città all’uso funebre e e questo
permette oggi all’archeologia attraverso
l’azione di tutela esercitata dalla
sovrintendenza quindi dalle strutture
dello stato di poter recuperare in gran
quantità
a porzioni di queste necropoli in gran
parte scavate comunque nel xviii e il
xix secolo senza fornire quelle
documentazioni che oggi sono necessari
da un punto di vista scientifico a
riconoscere quello che gli archeologi
chiamano il contesto proprio lì
qui i dati che ricaviamo dalle necropoli
ci consentono di concludere con certezza
che la comunità nolana definisce se
stessa come in chiave politica e urbana
in maniera ormai avviata già nel intorno
all’ultimo trentennio dell’ottavo secolo
avanti cristo
e un momento in cui appunto riscontriamo
la politicizzazione di questa comunità
nel fatto che sono ben distinti ormai
attraverso regole che sono condivise da
tutta la comunità
gli spazi destinati all’abitato e quelli
invece destinati all’uso funebre la
menzione più antica che noi incontriamo
nei testi scritti di nola e quella
fornita da un geografo che scrive
intorno all ultimo trentennio
venticinquennio del sesto secolo avanti
cristo e cate o di milito che in
un’opera che intitola per ea esis una
descrizione un po di tutto l’orbe
conosciuto in quel momento è solcato dai
greci attraverso i mari
definisce no la polis ton a uso non vale
a dire città degli ausoni la cosa
interessante è che ecate o appunto ne
riporta la fondazione ha delle genti
indigene gli ausoni a differenza di
quanti dopo di lui
diranno no l’ha fondata da genti
etrusche
o addirittura da greci calcidesi gli
stessi greci che avevano fondato i primi
insediamenti in italia meridionale
nell’isola di ischia l’antica pitecus ai
e sulla terraferma a cuma ma
interessante anche che ricadeva non solo
attribuisce la fondazione di nola agli
autori
ma la chiama polis usando quel termine
che viene utilizzato per indicare la più
importante istituzione politica greca
evidentemente agli occhi dei marinai e
dei mercanti che trasferiscono le
informazioni di cui ha bisogno a the cat
e la città pur se fondata dagli house mi
è ormai si segnata dalla influenza che
le viene dal mondo greco attraverso
appunto un consolidato di dialogo
culturale e commerciale da apparire
nelle forme che ha normalmente una polis
greca
con le dovute remole ovviamente è il
contatto con questa cultura greca lo
riscontriamo proprio nelle sepolture già
a partire da quelle più antiche dal
momento che recuperiamo dai corredi
funebri molti oggetti prevalentemente
ceramiche che sono o proprio di
produzione greca quindi importate magari
prodotte proprio ad ischia e akuma e
importate nel centro campano di al
centro romano oppure sono prodotte
localmente ma imitando le ceramiche
greche quella che oggi noi chiamiamo
archeologia della morte ci ha fatto
comprendere che ad essere importati non
sono soltanto gli oggetti ma anche usi
credenze costumi e e tutto questo
riusciamo a comprendono appunto
definendo quella che sarà per noi
l’archeologia della morte ce lo fa
comprendere lo osservai osservazione di
numerosi contesti funebri che
confrontati tra di loro ci hanno
mostrato che ci sono
delle convenzioni delle regole con cui
viene a crearsi la sepoltura è che
questa è essenzialmente un contesto
chiuso unitario funzionale a definire la
fisionomia sociale dell’individuo che vi
è sepolto del gruppo familiare al quale
appartiene e
allargandoci ancora di più del gruppo
culturale al quale l’individuo e la sua
famiglia possono ascriversi questo
perché la la vera dimensione
dell’individuo secondo la le comunità
antiche e quella sociale e quella
pubblica se noi prendiamo le iscrizioni
funebre di età romana
osserviamo che recitano fondamentalmente
quello che quelle che sono le i ruoli
pubblici che ha rivestito un individuo
insomma il posto che egli ha ricoperto
all’interno della comunità
quindi vi ritroveremo scritto qui giace
tizio qui giace caio che è stato console
magistrato censore questo re senza alcun
riferimento a una dimensione privata
intima sentimentale
la cosa più importante il modo in cui
realizza pienamente se stesso un
individuo è quello di essere civis
tutto ciò è incarnato nel mondo greco da
quella famosa e così nota espressione di
aristotele che definisce l’uomo john
politico spesso tradotto in maniera
ritengo errata con semplicemente animale
sociale a intendere che l’uomo è un
essere nato per vivere in gruppo e senza
in maniera specifica aristotele lo
chiama essere politico politico
riferendosi molto probabilmente con
questo politico proprio al suo inserirsi
maniera organica e strutturata
all’interno della polis e molto
probabilmente di quella che è la polis
nella accezione ateniese secondo quelle
che sono i valori etico e poni medici e
politici che vengono inculcate
all’individuo fin dalla sua più tenera
età
finché diventa un cittadino gli ateniesi
avrebbero detto nella loro espressione
più felice kalòs kai agathos mano a dire
insomma un ottimo cittadino prima di
proseguire a questo punto
e bene chiarire che cosa viene deposto
all’interno di una sepoltura
ad accompagnare il defunto cioè cosa va
a costituire quello che gli archeologi
chiamano corredo funebre da piccoli
magari ci hanno insegnato a scuola che
sono io vengono proposti in una
sepoltura gli oggetti che l’individuo ha
utilizzato durante la vita
se così fosse dovremmo trovare una
disparità di corredi funebri legato
ovviamente al numero degli individui
delle migliaia di individui dei quali
abbiamo scavato le tombe
ma invece osserviamo che quasi sempre i
corredi si identificano sembrano
rispondere alle regole di modelli
standard
questo fa pensare che ci sia la volontà
di affidare al corredo funebre la
funzione di veicolare un uno o più
messaggi e ovviamente tutto ciò funziona
nel momento in cui
chi recepisce i deve recepire il
messaggio ha la capacità di leggere nel
corredo funebre quei significati che gli
sono stati assegnati da chi ha composto
il corredo funebre
si tratta degli stessi oggetti
praticamente è una visione quello che si
osserva nel momento cosiddetto della
protesi cioè di quando il defunto viene
esposto nei giorni in cui viene esposto
prima ancora di essere seppellito il
nostro uso tenere esposto il defunto nel
momento in cui vengono si va andare le
condoglianze alla famiglia per uno o al
massimo due tre giorni a seconda dei
luoghi
nell’età antica questi giorni erano
molto più numerosi e durante questo
tempo si poteva osservare non solo il
defunto ma l’insieme degli oggetti che
avrebbero composto il suo corredo
funebre che appunto avrebbero veicolato
determinati messaggi in effetti
l’immagine che ci si trovava di fronte
era appunto quella della fisionomia
sociale del defunto una sorta di suo
curriculum sociale raccontato appunto
dalla deposizione dalla struttura della
tomba dal rito funerario e poi ne
massima parte da questi oggetti
veniamo ora alle sepolture di nonna di
quinto secolo avanti cristo che ci
consentono di rintracciare quegli
elementi di carattere sia materiale ma
soprattutto culturale che ci fanno
comprendere che alcuni gruppi della
comunità nolana
in questo momento sono aderiscono a dei
delle forme culturali e assimilano
valori etici e politici che provengono
da atene
si tratta di sepolture che si compongono
sostanzialmente di corredi praticamente
simili come se fossero stati composti
tenendo presente un modello standard
gli oggetti all’interno sono l’anfora
sono la coppa le piccole coppette
spesso una scossa e la lekythos
miniaturistica gli ultimi due le ultime
due forme sono funzionali a contenere
oli ed unguenti e una di queste piccole
di questi piccoli inventari all’interno
di una sepoltura reca ancora sotto al al
beccuccio sotto sul collo due fori
funzionali a far passare un filo uno
spago perché potesse essere tenuta
legata al polso del defunto l’abbiamo
infatti rinvenuta rotolata poco distante
dalla mano destra e l’abbiamo divenuta
frammentata motovan in mente perché al
suo interno anche nella deposizione era
stata deposta tenendo ancora olio e
quest’olio è fuoriuscito quest’olio
attraverso ha causato la l’indebolimento
delle pareti del piccolo vaso e lo
stallo sfaldarsi della vernice che lo
decorava all’esterno e quello che noi
abbiamo osservato in questo sepoltura è
l’immagine che è venuta agli archeologi
doveva essere la stessa immagine vista
da coloro che avevano visitato il
defunto prima del suo seppellimento
nella fase della protesi appunto nella
fase di quell ostensione del corpo del
cadavere di cui abbiamo parlato prima
e a ricoprire un ruolo fondamentale
nella composizione del contesto
del contesto del corredo e quindi del
messaggio che gli viene affidato credo
che siano proprio gli unguentari
normalmente noi sappiamo che proprio
perché il defunto veniva tenuto esposto
per diversi giorni era necessario
cosparge nel corpo con oli unguenti
profumati per tenere lontano il più
possibile per più giorni quelli che
dovevano essere i cattivi odori emanati
dal corpo che lentamente andava in
putrefazione
ma è nel caso di questi corredi sembra
che questi piccoli vasi per oli per
profumi per un 20 abbiano ricoperto
un’altra funzione è quella di a
rimandare all’uso che se ne faceva nei
contesti nel contesto dell’atletismo del
mondo greco e tant è che l’immagine che
ci appare del defunto seppellito con la
ri baloss legato al polso
è la stessa che ritroviamo su molte
ceramiche attiche a figure rosse dove
ritroviamo sempre
l’atleta in nudità appunto atletica
eroica e spesso con l’ala di balossa
legato al polso
un altro elemento caratterizzante la
raffigurazione che troviamo su sulla
scosse in una di queste sepolture dove
vi sono due cani si è la stessa immagine
che noi troviamo anche su molte stele
funerarie di marmo prodotte ad atena ad
atene e attestate in molte città isole
insomma luoghi dove
l’egemonia ateniese è ben radicata e
quindi anche forme e modelli culturali
che emanano ad atene si sono ampiamente
diffuse prima tra queste la nota stelle
borgia conservata proprio qui al museo
archeologico nazionale di napoli
il riferimento è chiaramente in chiave
culturale al ginnasio di atene
vale a dire al luogo in cui l’individuo
viene educato fin da piccolo ad essere
un buon cittadino
l’atletismo diventa una sorta di a
metonimia di questo ginnasio di tutto
quello che esso rappresenta a sua volta
il ginnasio diventa metonimia della
città della polis d’atena di atene
carica di tutti i suoi valori politici
sociali e culturali
quindi nel momento in cui all’interno
della sepoltura
andiamo a ricreare l’immagine
che diventa in proiezione dei valori del
ginnasio e chiaro che l’individuo il suo
gruppo familiare stanno dichiarando la
piena adesione alla ai modelli culturale
ateniesi e dunque alla politica di quei
gruppi politici che spingono per chi
atene radichi sempre di più la sua
presenza in occidente cercando e
instaurando un rapporto sempre più
stretto con gruppi colto muro culturali
emergenti egemoni in quelli che sono i
centri di maggior potere all’interno
della piana campana come appunto no a
questo vuol dire che all’interno delle
sepolture quando troviamo degli oggetti
che rimandano alla 3t smo di tipo greco
non dobbiamo pensare che ci troviamo di
fronte ad un individuo che abbia
esercitato in vita esercizi atletici
rinvenimento appunto di dio di oggetti
che rimandano al discipline sportive
non stupisce ovviamente in ambiente
greco nelle città della grecia o anche
nelle città della magna grecia
penso alla famosa tomba con le anfore
panatenaiche rinvenuta a taranto ma nel
momento in cui un impedimento del genere
lo facciamo in un centro indigeno in un
centro italico in un centro etrusco
dobbiamo appunto chiederci perché c’è
questo riferimento ci sono questi
oggetti
perché questo apre anche un discorso su
all’interno di un dibattito annoso
riguardo alla partecipazione o meno di
genti non greche ai famosi giochi i
greci
c’è chi ha ritenuto e ancora ritiene che
gli etruschi potessero partecipare ai
giochi panellenico ma in realtà
credo che oggi si possa ben dire che
questo non è mai accaduto e quindi la
presenza di molti degli oggetti come i
dischi usati dal discobolo dai
lanciatori del disco come negli altri e
se usati da quelli che praticano il
salto in lungo
ho tantissimi vasi che rimandano a scene
di palestra a scene di discipline
atletiche non si debbono al fatto che
l’individuo sepolto abbia praticato
sport durante la vita ma a pompa la
volontà di manifestare questa piena
adesione a quel modello culturale
ateniese che trova nel ginnasio la sua
maniera methoni nica per manifestarsi e
dichiararsi ecco allora che dalle dalle
sepolture nolane viene un discreto
numero di anfore panatenaiche ben cinque
un numero considerevole se appunto
pensiamo al fatto che ci troviamo in una
località indigene non in una città della
della magna grecia o della grecia e cosa
sono le anfore panatenaiche sono dei
grossi contenitori per l’olio di oliva
che vengono mandate in premio
confezionate apposta per essere data in
premio agli atleti che vincitori delle
discipline durante i giochi pana tenaci
i giochi che vengono sul modello dei
giochi olimpici vengono organizzati ad
atene ogni quattro anni in onore della
dea protettrice athena e hanno un valore
ovviamente enorme un valore enorme
all’olio di oliva che vi viene contenuto
non dobbiamo pensare che queste ampolle
che sono presenti a nola ma anche in
altri centri in altre città
dell’etruria abbiano siano state ivi
appunto seppellite insieme ai defunti
perché questi ultimi avevano partecipato
ai giochi greci questo è impossibile e
quindi sono ancora una volta un oggetto
necessario utile funzionale a a
dichiarare l’adesione a questo modello
culturale che emana dalla ginnasio
ateniese per tutto questo periodo a
partire dal sesto secolo avanti cristo
in poi fino alla prima metà del iv
secolo avanti cristo
questo non esclude che comunque anche
nelle comunità etrusche di tali che lo
sport sia stato diffuso
generalmente si ritiene che discipline
sportive siano state praticate delle
popolazioni italiche ed etrusche
soprattutto in connessione alla rete
ritualità funeraria cioè come giochi in
onore dei defunti ma in realtà diversi
indizi ci lasciano pensare che ha lo
sport potesse essere praticato e
probabilmente proprio a seguito del
costante dialogo col mondo greco anche
al di fuori della ritualità funeraria e
e che molte comunità come abbiamo fino
ad ora visto abbiano potuto assegnare
all’altra e pisa alla pratica
dell’atletismo di tipo greco o
semplicemente all’ideale dell’atletismo
di tipo greco una funzione auto
rappresentativa e autocelebrativa a
sostegno dell’idea che
lo sport sia stato praticato anche di
indire da individui nei scende non greci
nei centri non greci come nola è proprio
una delle tombe di nola cui individuo ha
mostrato attraverso le analisi
paleopatologica di aver praticato un
attività che gli ha procurato una
simmetria muscolare per cui l’intero
lato simili arti inferiori a sinistra e
gli arti superiori si sono sviluppati
molto di più rispetto a quelli del lato
destro e questo fa pensare appunto alla
pratica di uno sport proprio del tipo
del lancio del disco che abbia potuto
consentire un maggiore esercizio di uno
soltanto dei due lati del corpo
se è corretto concludere che il giovane
defunto di questa tomba abbia sia stata
un’atleta dobbiamo anche ipotizzare
dunque che ha del quinto secolo avanti
cristo nola disponesse di luoghi in cui
allenare il fisico per competizioni
agonistiche a cui partecipare magari
proprio lì a nola per quanto sarebbe
azzardato riconoscervi un’affinità con
il ginnasio di tipo greco anche sul
piano dei contenuti culturali e delle
funzioni sociali ancora una volta
l’ipotesi deve cercare sostegno nel
confronto con altri contesti più o meno
koeri ma soprattutto in manifestazioni
culturali di secoli successivi nelle
quali possiamo rintracciare strette
connessioni con il passato che indizio
nell’esistenza sul suolo italico di
strutture specificamente destinate allo
svolgimento di giochi atletici e alla
relativa cura del corpo allora
ritroviamo a tarquinia un fregio dipinto
della tomba delle b che che sembra
riproporre proprio degli spalti si data
intorno al 494 180 avanti cristo e
sembrano degli spalti appunto sui quali
siedono spettatori o giudici di gare
atletiche un rilievo proveniente da
chiusi oggi al museo nazionale di
palermo
ripropone invece un palco su cui appunto
siedono sicuramente dei giudici
e tutto questo fa pensare a delle
strutture per i giochi connessi alla
ritualità funeraria
ma nulla ci dice che queste strutture
non possono essere state allestite in
realtà in occasione di eventi diversi
dalle cerimonie funebri e con strutture
stabili per lo svolgimento dello
svolgimento di attività sportive nella
capo a tardo arcaica ma sempre in un
contesto funebre vita benassai ha
identificato le colonne doriche che
scandiscono le scene con atleti sul
lebet e barone questo è quello che noi
abbiamo come in evidenza archeologica
relativa all’età arcaica e relativa
all’età classica ma andiamo poi ci
inoltriamo in un epoca successiva in
quello che per la campania il mondo di
età sannitica dove cominciamo a
incontrare invece
strutture che preludono a quello che
sarà in età romana la palestra
all’interno del spesso contenuta
all’interno di impianti termali e
sappiamo da numerosi studi e da numerosi
confronti e analisi che questi questo
luogo va da assumere sempre più le
connotazioni che erano già state dei the
ginnasi greci
ora in un mondo del tutto diverso che
non ma che non manca di a voler
manifestare in tendenzialmente una sorta
di discendenza sul piano soprattutto
culturale
proprio con quel mondo greco che aveva
ricevuto un’impronta indelebile dalla
dall età d’oro della città di atene
in conclusione grazie ai corredi
all’analisi dei corredi funebri
possiamo affermare che nella nola di
quinto secolo avanti cristo ci sono dei
gruppi familiari che cercano di
inserirsi e lo fanno con pieno successo
all’interno di gruppi culturali i cui
confini sono molto estesi cui confini
mano al di là delle differenziazioni di
carattere etnico e geografico e e che so
è che sono
segnati profondamente da da modelli
culturali da forme comportamentali
sociali e culturali che emanano dalla
città di atene è quello che noi
riscontriamo ricorrendo non a caso
appunto quello troviamo gli elementi che
rimandano alla pratica che meglio
identifica il ginnasio appunto quella
sportiva e ai quali si uniscono
raffigurazioni come la civetta che
ritorna sul lungo entare in una di
queste sepolture che chiaro simbolo e
dichiara il chiaro simbolo della dea
atena e quindi della città di atene
oppure delle donne che sacrificano sugli
altari richiamando che la prosperità
della potenza ateniese si fonda proprio
sul felice dialogo con le proprie
divinità la consistenza di questo
rapporto tra nola ed atene è
testimoniata del resto anche dal fatto
che la metropoli ateniese nel corso tra
il quinto al quarto secolo avanti cristo
conia monete per mercenari nolani che
recano quelli che sono i simboli come il
toro anthropos opo della città di atene
e
ma proprio dalla quantità enormi di
della ceramica attica che le sepolture
nolane nel corso degli ultimi tre secoli
hanno restituito molta di questa
ceramica è confluita nei musei di tutta
europa d’oltreoceano e alcuni studiosi
hanno
sostenuto che in realtà non tutta questa
ceramica provenisse realmente da
sepolture scavate a nola ma che fosse
etichettata nelle collezioni dei degli
eruditi del xvii xviii e del xix secolo
come nolana o proveniente da nola
soltanto per accrescere il valore perché
quelle che le poche erano state trovate
a nola erano di una qualità eccelsa
in effetti non bisogna stupirsi se in
alcuni contesti di necropoli non sono
molte le ceramiche attiche che vengono
recuperate proprio perché il discorso
che abbiamo fatto di natura cioè proprio
per il fatto che alla ceramica attica
figurata viene assegnato in età antica
in quel momento un significato specifico
che anzitutto culturale un una funzione
che si lega a quelli che sono gli usi ei
modelli culturali a cui si impronta a
improntano le scelte politiche di
determinati gruppi se trovassimo la
ceramica attica in tutte le sue culture
la ridurremmo invece soltanto a un mero
oggetto di uso quotidiano
nel momento in cui invece essa assume un
valore meta funzionale di carattere
culturale ecco che allora possiamo
trovarla soltanto nelle sepolture di
coloro che hanno da esprimere
determinati messaggi e non in quelle che
appunto questi messaggi non hanno
necessità di comunicarli spero di essere
stato abbastanza chiaro per quanto
sintetico e che siamo riusciti appunto a
a fornire degli input per approfondire
questo tipo di ricerche
ovviamente con la possibilità di trovare
delle conferme o delle smentite a quanto
fino a questo momento siamo andati a
sostenere grazie per l’attenzione e un
saluto a tutti quelli che partecipano
sempre con tanto entusiasmo ormai da
anni agli incontri organizzati dal man e
anche a diffondere quelli che ecco è il
caso di dirlo sono i valori che le
testimonianze del passato ancora
riescono a veicolare ea diffondere ai
fini della costruzione di una società
civile che anche oggi ha certamente
bisogno di ritrovare la propria
dimensione politica