Maiori e il depuratore. I casi di Positano e Amalfi e lo studio del 2017. La sindrome Nimby

Facciamo una analisi serena della situazione depuratore a Maiori in Costiera amalfitana . Ieri c’è stata  presentazione del Grande Progetto di “Risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali della provincia di Salerno”.

All’incontro sono stati  presenti – oltre al sindaco di Maiori Antonio Capo e il Presidente della Provincia di Salerno Michele Strianese – anche Angelo Cavaliere, Rup e dirigente del settore Ambiente della Provincia, Paolo Massarotti custode giudiziario dell’impianto di depurazione e consulente della Procura della Repubblica di Salerno, Giuseppe Vitagliano direttore generale Ausino S.p.A., l’Avv. Amministrativista Lorenzo Lentini, Simone Venturini direttore di Technital e progettista dell’intervento, Vincenzo Belgiorno professore ordinario di Ingegneria sanitaria-ambientale presso UNISA, direttore generale Ente Idrico Campano. Moderava gli interventi Ivana Infantino, giornalista de Il Mattino e ha concluso  Fulvio Bonavitacola, Vicepresidente e Assessore all’Ambiente della Regione Campania.

L’ingegnere Simone Venturini , direttore di “Technital”, ha mostrato in maniera accurata quali interventi saranno messi in campo per la costruzione dell’impianto. Si tratterebbe di una struttura completamente interrata, studiata per ridurre a zero la possibilità di emanazioni maleodoranti legate al trattamento dei reflui «L’aria in uscita dall’impianto sarà trattata e quindi chi attraverserà la strada di zona Demanio non avvertirà nulla. Ancor meno le abitazioni che sono molto distanti dall’impianto».

Al di sopra dello stesso resteranno inalterati il parcheggio e l’isola ecologica. Il costo per la realizzazione del depuratore sarà di circa 18 milioni di euro, completamente a carico della Regione Campania. L’impianto per ridurre le spese dell’energia elettrica, visto il suo posizionamento, sarà dotato anche di una centralina idroelettrica con la quale recuperare energia dalla discesa del reflui dopo il trattamento. Il progetto è stato studiato per una popolazione di 40mila persone: i comuni che saranno serviti sono Maiori, Minori, Ravello, Scala, Atrani e Tramonti per un numero di residenti di poco inferiore a 13mila.

Questo, secondo Venturini, consentirà al depuratore di funzionare al meglio anche nel periodo estivo, durante il quale la Divina viene letteralmente invasa dai turisti. Nel corso dell’incontro è stata presentato anche il progetto alternativo di “Ausino” che per costi di realizzazione e gestione, per il Comune, sarebbe impraticabile. Tale proposta è stata avanzata nel 2016 con una serie di parametri che nel corso di questi 5 anni sono cambiati. Presenti anche il presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese , e il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola . Entrambi si sono detti orgogliosi di poter dare il via ad un progetto così ambizioso e che risolverebbe definitivamente l’annoso problema della depurazione in Costiera Amalfitana.

 

LA SITUAZIONE A MAIORI, I CASI DI POSITANO E AMALFI

La situazione a Maiori è che non si è MAI riusciti a fare un depuratore, chi lo ha fatto, Positano e Amalfi, hanno un turismo balneare di qualità, Positano ha ottenuto anche la Bandiera Blu. Ma se chiedete ai cittadini se sono contenti di avere un depuratore al centro dicono di no e i costi sono stati esorbitanti . Dunque delocalizzare l’impianto è una scelta meno impattante, ma l’impatto i sarà. La condotta sottomarina sarebbe sicuramente meglio per la città, ma anche la condotta rischia di avere danni , come è successo a Positano. Bisogna dire che con la sensibilità ambientale che c’è oggi a Positano non si sarebbe mai fatto un depuratore al centro, però è stata una scelta illuminata quella dei Sersale fare il depuratore, ha permesso a Positano di fregiarsi come paese più balneabile della Costiera . All’epoca importante era fare il depuratore, ora è dove farlo.

La scelta di Maiori è scellerata sicuramente, come dicono gli oppositori, ma non solo per colpa della classe politica odierna. Sono scellerati tutti coloro hanno governato il paese in questi decenni perché non hanno trovato una soluzione, è inaccettabile che un paese della Costiera amalfitana non abbia una soluzione al problema della depurazione – Anche Positano piange per aver sacrificato il centro del suo paese con un depuratore , altri tempi, ma all’epoca un’amministrazione lungimirante aveva pensato che con una migliore offerta ambientale si poteva avere un turismo migliore e la depurazione era considerata una priorità assoluta. In epoca recente comunque Positano ha detto comunque di no ai reflui di altri comuni come Praiano, motivando questo diniego in maniera tecnica ed è ancora oggetto di dibattito politico la possibilità di delocalizzare l’impianto. In passato i problemi della puzza sono stati enormi, poi è stato realizzato un impianto di deodorizzazione che sembra aver dato buoni risultati.

LA SINDROME NIMBY

La sindrome Nimby ricorre ovunque, la si è avuta con il primo progetto di depuratore in Costa d’ Angolo a Maiori, si continua ad averla ovunque.  Not In My Backyard, non nel mio cortile: forma di protesta di un gruppo di persone che vede minacciata la sicurezza della propria area di residenza dall’insediamento di opere sociali indesiderate; per estensione, chi vi partecipa. Naturalmente conosciamo tutte le obiezioni  agli interventi che  provocano danni ambientali, alterano l’arredo urbano, distruggono verde, per le discariche, per i depuratori . Quindi tutti li vogliono, ma non nel proprio cortile (Nimby, ovvero «not in my backyard»). Non è sbagliato pensarla così e lottare contro questa possibilità, ma, ripetiamo, finora cosa si è fatto?

Il progetto del nuovo depuratore al Demanio risponde alla sindrome Nimby sulla costa. Comincia proprio così la premessa al progetto:  visto che non lo si vuole sulla costa per gli alberghi , lo si piazza alle spalle del centro… Questo  nel link  Progettazione impianto depuratore è quello che abbiamo trovato alla Provincia di Salerno, poi ci sono state ulteriori fasi , peggioramenti secondo Ruggiero che si è dissociato, ma in buona sostanza questo è . Si parla di un milione di euro solo di progettazione, ovviamente i costi lieviteranno, è ovvio che i tecnici ne parleranno bene, cosa direste voi?. Ma il quadro in buona sostanza è questo. Se le associazioni non faranno azioni legali non c’è nulla da fare . Ma quale sarà il risultato? Altri venti anni senza depuratore se la politica non trova SUBITO una soluzione alternativa.

Il progetto alla Provincia di Salerno del 2017 che pubblichiamo integralmente  ( Progettazione impianto depuratore  ) riporta a grandi linee le motivazioni che sono quelle di tenere un impianto al di fuori della costa e degli alberghi. In effetti Maiori non ha voluto un depuratore lungo la costa e ora si ritrova a fare da depurazione a mezza costiera amalfitana, sono gli errori del passato che si pagano.

Le associazioni ambientaliste hanno ragione, ma non potrebbe essere altrimenti, un depuratore, una discarica, qualsiasi intervento del genere è uno scempio, a volte uno scempio necessario, e non sappiamo se sia questo il caso anche perchè è mancata la comparazione tecnico – scientifica fra soluzioni alternative .  Le ragioni delle opposizioni e delle associazioni le abbiamo illustrate ampiamente, e non fanno una grinza .Ma si può stare ancora a questo nel 2021 in Costiera amalfitana?

Ricordiamo poi che incombe una inchiesta della Procura della Repubblica di Salerno,  se non ci sarà una azione giudiziaria Ausino  e sindaco non si prenderanno la responsabilità di bloccare un progetto se la cosa non parte dall’alto.

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