La Bambina che non voleva cantare, la storia di Nada che esordì a Sanremo

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    La Bambina che non voleva cantare, la storia di Nada che esordì a Sanremo  La bambina che non voleva cantare, in onda questa sera, 10 marzo 2021, alle 21:25, racconta infatti l’infanzia e l’adolescenza della cantautrice che esordì proprio a Sanremo nel 1969 con “Ma che freddo fa”, diventando una delle artiste più amate di una generazione.
    Il debutto di Nada a Sanremo, però, è solo la parte finale del film-tv, co-prodotto da Rai Fiction e Picomedia e diretto da Costanza Quatriglio. Conosciamo Nada Malanima, infatti, da piccola (interpretata da Giulietta Rebeggiani), nella campagna toscana dei primi anni Sessanta.
    Nada cresce circondata dall’affetto della famiglia: il padre Gino (Sergio Albelli), silenzioso ma buono; la sorella Miria (Giulia Battistini), in procinto di sposarsi; la nonna Mora (Nunzia Schiano) e soprattutto la madre Viviana (Carolina Cresentini), affetta da frequenti crisi depressive.

    La bambina che non voleva cantare Nada

    L’infanzia di Nada è segnata proprio dalla condizione della madre, che per la figlia sogna un futuro che non sia già scritto. Quando Suor Margherita (Paola Minaccioni) sente per caso la voce della bambina, percepisce in lei un dono divino, che va assolutamente mostrato a tutti.Viviana è d’accordo: per lei, però, il talento di Nada sarà quella chiave necessaria a garantirle una vita ricca di viaggi e di successi. Inizia così a portarla a lezioni di canto dal Maestro Leonildo (Paolo Calabresi), uomo romantico ed amante del bel canto.

    E Nada, che ne pensa? La piccola non ama cantare in pubblico, né apprezza le lezioni di canto, in cui deve tenere a bada la sua vivacità per volere del Maestro. Eppure, Nada inizia a pensare che la sua voce possa essere la soluzione per tenere la malattia lontana dalla madre, ed accetta la “missione”.

    Nada cresce e diventa adolescente: a 15 anni (Tecla Insolia), inizia però a rendersi conto che la sua voce non potrà mai curare Viviana, e di aver sempre fatto ciò che la madre desiderava mettendo da parte se stessa. Ma Nada deve anche ammettere di avere un talento, che gli altri stanno iniziando a riconoscere, a partire dai concorsi a cui partecipa.

    In un percorso emotivo molto difficile, Nada arriva ad accettare il suo dono ed farci pace: sostenuta dal padre, scopre che la musica farà sempre parte di lei. Arriva così il giorno del debutto a Sanremo: la sua “Ma che freddo fa” non vince, ma diventa uno dei brani più cantati di quell’edizione. E sua madre la segue in televisione, ripensando a tutti gli ostacoli superati per essere lì.

    IL CAST DE LA BAMBINA CHE NON VOLEVA CANTARE

    Passiamo al cast del film-tv: ad interpretare Nada son ben due attrici. Giulietta Rebeggiani (vista al cinema in “Favolacce” ed in tv in New School) è la protagonista da piccola, mentre da adolescente è interpretata da Tecla Insolia, attrice e cantante.
    Oltre ad aver partecipato e vinto la seconda edizione di Sanremo Young, infatti, nel 2020 arriva seconda nelle Nuove Proposte di Sanremo, oltre a vincere il Premio Lucio Dalla ed il Premio Enzo Jannacci. Nell’autunno scorso, invece, ha recitato nella miniserie “Vite in fuga”, a fianco di Claudio Gioè ed Anna Valle.

    A Carolina Crescentini (legata a Nada da un rapporto di amicizia) è andato il ruolo della madre Viviana, mentre Sergio Albelli -visto di recente in Made in Italy– è Gino, padre della protagonista. Nel cast principale figurano anche Paolo Calabresi (Leonildo), Paola Minaccioni (Suor Margherita), Nunzia Schiano (nonna Mora), Giulia Battistini (Miria) e Daria Pascal Attolini (Nora, amica di Viviana e proprietaria di un bar in cui la musica proposta esce dai soliti schemi).

    IL LIBRO ED IL DOCUMENTARIO PRIMA DEL FILM

    Per giungere a La bambina che non voleva cantare, si è partiti dal libro “Il mio cuore umano”, scritto da Nada nel 2008 (e da poco nuovamente uscito in libreria per Edizioni Atlantide). Costanza Quatriglio rimase affascinata dalla storia della cantautrice, tanto da decidere di realizzare un docufilm tratto dallo spettacolo teatrale a sua volta proveniente dal libro ed andato in onda nel 2009 su Raitre.

    Quatriglio, però, non aveva concluso con Nada, e si è messa al lavoro perché quel libro diventasse anche un film-tv:

    “Mi sono innamorata subito di questa bambina dalla voce prodigiosa con il cuore ferito per l’instabilità emotiva della madre, così ho pensato a un film che unisse la favola con la musica, personaggi lievi e vitali insieme con i lati più oscuri dell’animo umano, la potenza del talento e della vocazione con le paure più segrete dell’infanzia: il timore dell’abbandono, di non essere amati abbastanza, della morte dei genitori”.

    Ecco, quindi, La bambina che non voleva cantare, che va oltre la semplice biografia della cantante per portare in tv un mondo, quello della campagna toscana in cui è cresciuta la protagonista, ricco di suggestioni, sogni e paure del futuro, ma anche un mondo in cui la famiglia resta centrale. Un mondo perfetto per un film-tv di Raiuno.

     

    BIOGRAFIA DI NADA DA WIKIPEDIA

    Figlia d’arte (il padre, Gino Malanima, era clarinettista), Nada Malanima è nata a Gabbro, una frazione di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno (Toscana), il 17 novembre 1953. Fu la madre, Viviana Fenzi, a scegliere l’insolito nome quando una zingara (senza volere “NADA”) le predisse leggendole la mano che avrebbe avuto una figlia, e che questa avrebbe viaggiato e avuto successo.[1] Viene scoperta da Franco Migliacci[2].

    Dopo un primo 45 giri, contenente una cover in italiano di Les bicyclettes de Belsize, a soli quindici anni debutta al Festival di Sanremo 1969 con Ma che freddo fa (in abbinamento con i Rokes), singolo inciso per la RCA Talent che la spinge al primo posto in hit-parade per cinque settimane regalandole un’enorme e improvvisa popolarità in Italia, Spagna, Giappone e altri paesi; viene soprannominata Il pulcino del Gabbro per la sua giovanissima età. Sempre nel 1969 pubblica il suo primo album Nada.

    Pochi mesi dopo, partecipa a Un disco per l’estate 1969, con la canzone Biancaneve (ma è il retro del singolo, Cuore stanco, a riscuotere maggior successo).

    Sempre nel 1969 partecipa a Canzonissima con Che male fa la gelosia, L’anello, Innamorata di te.

    Nel 1970 canta Pa’, diglielo a ma’, in abbinamento con Ron, al Festival di Sanremo 1970. Partecipa a Canzonissima con Io l’ho fatto per amore, che dà il titolo al suo secondo album, Io l’ho fatto per amore.

    Nel 1971 vince il Festival di Sanremo 1971 con Il cuore è uno zingaro in abbinamento con Nicola Di Bari. Nello stesso anno è a Canzonissima con Il cuore è uno zingaro e La porti un bacione a Firenze.

    Nel 1972 si classifica terza a Sanremo con Re di denari, nell’edizione vinta nuovamente da Di Bari con I giorni dell’arcobaleno. In quell’anno è di nuovo a Saint Vincent per Un disco per l’estate, dove si classifica decima (ai nastri di partenza i cantanti in gara erano 64) con Una chitarra e un’armonica. Partecipa per l’ultima volta a Canzonissima nello stesso anno con Re di denari e Una chitarra e un’armonica.

    L’incontro con Ciampi e la canzone d’autore

    Terminato il rapporto con Migliacci, Nada si lega a Gerry Manzoli, il bassista dei Camaleonti, con cui troverà la stabilità affettiva e che sposerà qualche anno dopo.

    Con l’album Ho scoperto che esisto anch’io (1973), la giovane cantante abbandona l’immagine adolescenziale costruita dai suoi discografici e si avvicina alla poetica del suo conterraneo Piero Ciampi. L’album verrà rivalutato solo successivamente. Intanto, sempre nel 1973, partecipa nuovamente a Un disco per l’estate con Brividi d’amore, scritta da Michetti, Paulin e Sacchi (i primi due sono componenti del noto gruppo I Cugini di Campagna), finalista a Saint Vincent.

    Si avvicina inoltre alla nuova canzone d’autore italiana collaborando con alcuni grandi nomi giunti solo qualche anno dopo alla vera notorietà (come ad esempio Antonello Venditti, Riccardo Cocciante e Claudio Baglioni), collaborazioni di cui ben poco è stato poi pubblicato per ragioni discografiche.

    La svolta prosegue nel 1975 con l’album 1930: Il domatore delle scimmie in cui collabora con la Reale Accademia di Musica.

    Tra la fine del 1976 e gli inizi del 1977 Nada prova ad esibirsi in concerto con alcuni amici conosciuti alla RCA Italiana tra cui Piero Ciampi, Paolo Conte e Renzo Zenobi, ma le serate non riscuotono molto successo; viene anche registrata una trasmissione televisiva, che però la RAI non trasmetterà mai. Grazie a quest’incontro, comunque, Nada incide nel suo disco di quell’anno due canzoni di Conte, Avanti bionda e La fisarmonica di Stradella (per quest’ultimo brano il cantautore effettuerà alcune modifiche al testo), una canzone di Ciampi (L’amore è tutto qui) e una di Zenobi (Giornate di tenera attesa).

    Il ritorno al pop

    Con il passaggio dalla RCA alla Polydor, Nada torna al successo attraverso un repertorio più leggero, grazie alla collaborazione di Mauro Lusini. Pubblica svariati 45 giri che ottengono un buon riscontro commerciale: Pasticcio universale (1978) arrangiamenti di Alessandro Centofanti e Walter Martino, Dolce più dolce del 1979 che partecipa al Festivalbar, Rosa che nel 1980 ripartecipa Festivalbar, Dimmi che mi ami che mi ami che tu ami che tu ami solo me che nel 1981 partecipa ancora al Festivalbar e a Un disco per l’estate Ti stringerò del 1982, dove Nada firma per la prima volta il testo e ritrova la Top Ten nella classifica dei 45 Giri e dove torna ancora al Festivalbar e Un disco per l’estate partecipando poi a Vota la voce e Azzurro, inoltre pubblica una raccolta Ti stringerò & successi che contiene brani del 1979 del 1980 del 1981 e del 1982.

    Nel 1983 passa alla EMI ed esce l’album Smalto, trainato dalla celeberrima Amore disperato, che diventa immediatamente uno dei tormentoni dell’anno, nonché uno dei brani italiani simbolo degli anni ottanta, che sarà riscoperto anche successivamente, oltre a essere riproposto dal gruppo Super B. Sempre nel 1983, la cantante ottiene la vittoria nell’ambito di varie popolari rassegne, tra cui Festivalbar, Vota la voce, come miglior cantante donna dell’anno, ed Azzurro, assieme alla collega Alice.

    L’anno seguente esce il singolo Balliamo ancora un po’ con il quale partecipa al Festivalbar e Vota la voce riscuotendo un discretto successo. Negli LP Noi non cresceremo mai (1984) e Baci rossi (1986), l’artista lascia ampio spazio all’elettronica, senza ottenere il successo degli anni precedenti.

    Verso la canzone d’autore[modifica | modifica wikitesto]

    Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 1987 (Bolero) che la vede ultima classificata, segue un silenzio artistico di molti anni interrotto nel 1992 dalla pubblicazione dell’album L’anime nere, in cui Nada firma parte dei testi. Il lavoro non avrà però adeguata promozione a causa di alcuni contrasti con la RCA.

    Nel 1994 pubblica una raccolta intitolata Malanima: Successi ed inediti 1969-1994 per celebrare i 25 anni di carriera. Il disco include per la prima volta alcune incisioni degli anni settanta, che attingevano dal repertorio di cantautori agli albori della loro carriera, come Riccardo Cocciante e Claudio Baglioni, del quale è inclusa una versione alternativa, per forma e testo, della celebre Chissà se mi pensi (registrata da Nada nel 1974).

    Nel 1997 esce Nada Trio, progetto che testimonia la sua svolta verso sonorità acustiche e una nuova ricerca musicale. Il “trio” è costituito da Nada, Fausto Mesolella (chitarra) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), entrambi della Piccola Orchestra Avion Travel, coi quali riarrangia alcuni classici del suo repertorio più un brano del gruppo (l’intensa Abbassando), una canzone di Franco Battiato (Venezia-Istanbul, che finirà anche su un tributo al cantautore siciliano) e la tradizionale Maremma. La stessa Ma che freddo fa era già parte del repertorio della Piccola Orchestra.

    Il disco viene venduto inizialmente come allegato ad una rivista, poi in seguito viene ristampato dall’etichetta Storie di note, ponendo le basi della sua nuova credibilità artistica.

    Nel 1999 presenta al Festival di Sanremo il brano Guardami negli occhi, da lei scritto e composto, ottenendo una certa visibilità e riscuotendo anche l’attenzione di Adriano Celentano che la vuole per il duetto Il figlio del dolore, uscito nel 2000 all’interno del disco Esco di rado e parlo ancora meno di Adriano Celentano.

    Nell’album Dove sei sei (1999) collabora con Mauro Pagani.

    Consacrazione come cantautrice[modifica | modifica wikitesto]

    Nel 2001 pubblica L’amore è fortissimo il corpo no (Storie di note), improntato al rock[3], così come il successivo Tutto l’amore che mi manca, prodotto da John Parish e premiato come miglior album indipendente del 2004. Nei due album Nada è autrice di tutti i brani.

    Nel 2003 collabora con il gruppo Têtes de Bois cantando La luna (La lune) nell’album Ferré, l’amore e la rivolta. Nel 2003 pubblica per Fazi Editore il suo primo libro, la raccolta di poesie Le mie madri, proponendosi con uno stile composito e innovativo.

    Nel 2005 collabora con Massimo Zamboni, prima cantando tre canzoni nel suo disco Sorella sconfitta, poi per una serie di concerti a cui seguirà un album live a due intitolato L’apertura.[4]

    Nel 2006 torna con una raccolta intitolata Le mie canzoncine 1999-2006, contenente i brani incisi negli ultimi dischi insieme all’inedita Scalza, singolo dalle sonorità estive.

    Nel 2007 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con il brano Luna in piena, sempre da lei scritto, come del resto tutto l’omonimo album, riottenendo una buona visibilità attraverso diversi passaggi radiofonici e trasmissioni televisive. Nella serata della versioni alternative, si fa accompagnare dalla cantautrice rock Cristina Donà.

    Nello stesso anno i successi Ma che freddo fa e Amore disperato vengono inseriti nella colonna sonora del film rappresentante l’Italia a Cannes, Mio fratello è figlio unico. Le versioni proposte sono quelle intensamente acustiche tratte dall’album Nada trio del ’98.

    Nel 2008 esce Stazione Birra, il suo primo album live ufficiale contenente tutti i suoi più grandi successi e i pezzi più rappresentativi più recenti. Inoltre, sono inclusi due singoli inediti: Stretta e Novembre. Il titolo dell’album (Stazione Birra), prende il nome dal locale dove viene realizzato il concerto, un disco-pub di Roma.

    Nello stesso anno esce, sempre per Fazi Editore, il romanzo autobiografico Il mio cuore umano, che nel 2009 diventa anche uno spettacolo teatrale incentrato sul suo percorso artistico e personale (Musicaromanzo). Dal romanzo viene tratto anche un film TV, per la regia di Costanza Quatriglio, intitolato Il mio cuore umano, andato in onda il 20 agosto 2009 sulla RAI.[5].

    Il 21 giugno 2009 prende parte al concerto benefico Amiche per l’Abruzzo aprendo la diretta radio nazionale[6]. Per l’occasione si è esibita con una band di eccezione, formata da Carmen Consoli al basso, Marina Rei alla batteria e Paola Turci alla chitarra, che l’ha accompagnata nell’esecuzione della sua celebre Ma che freddo fa.

    Sempre nel 2009 è la voce degli Zen Circus nella canzone Vuoti a perdere, contenuta nel loro album Andate tutti affanculo[7].

    Il 5 novembre del 2010 partecipa, nell’ambito del Festival d’autunno di Catanzaro ad uno spettacolo dal titolo “Donna che parla in fretta”, insieme a Marina Rei, Paola Turci e all’attrice Mariella Lo Giudice.

    Nel frattempo continua a portare in giro per l’Italia il suo spettacolo teatrale Musicaromanzo, in cui l’artista racconta sé stessa attraverso monologhi e canzoni, il tutto in un’intima atmosfera onirica. Il 12 aprile 2011 esce il suo nuovo album Vamp, pubblicato dall’etichetta Infecta e distribuito da Edel Music.

    Dopo l’uscita dell’album Vamp prodotto da Manuele Fusaroli inizia un tour per tutta Italia assieme ai The Zen Circus e Francesco Motta dei Criminal Jokers.

    Nell’autunno 2011 riprende ad esibirsi live con il Lunatico Cosmico tour, accompagnata dai Criminal Jokers (Francesco Motta e Francesco Pellegrini) e dal batterista Ugo Nativi. Nella primavera del 2012 esce presso Bompiani un nuovo romanzo, La grande casa. Nello stesso anno la cantautrice partecipa al concerto durante il quale si registra …Io ci sono, album dedicato a Giorgio Gaber, interpretando il brano “Le mani”.

    Nel 2013 scrive per Ornella Vanoni (sua grande estimatrice) la canzone Il bambino sperduto, incluso nell’album Meticci.

    Nel marzo del 2014 è stato pubblicato il suo nuovo album di inediti, intitolato Occupo poco spazio, registrato in presa diretta con una piccola orchestra. I singoli estratti dall’album sono: L’ultima festa e Questa vita cambierà.

    A gennaio 2016 esce l’album L’amore devi seguirlo, registrato nella sua abitazione. I singoli estratti sono: Non sputarmi in faccia e La bestia, pubblicati nel 2015 e successivamente La canzone dell’amore nel 2016.

    Attualità[modifica | modifica wikitesto]

    Nel 2016 la sua canzone del 2004 Senza un perché viene inserita nella quarta puntata della prima stagione di The Young Pope, serie tv diretta da Paolo Sorrentino. La risonanza mediatica della serie è tale da far entrare il brano nella classifica dei brani rock più venduti di iTunes (al secondo posto).[8]

    All’inizio di marzo 2017 Nada vince il Premio Amnesty Italia grazie alla canzone Ballata triste, la quale ha battuto la concorrenza di colleghi illustri come Arisa (Gaia), Litfiba (Straniero), Irene Fornaciari (Blu), Noemi (Amen) e Mannarino (Apriti cielo) grazie alla sua forte denuncia contro il femminicidio.

    Il 30 marzo 2017 canta Piccoli fiumi, insieme ad altri artisti nel programma “Dalla parte di Gianmaria”, in ricordo e omaggio all’artista Gianmaria Testa, mancato il giorno stesso. Il 7 aprile 2017 è in uscita per Warner Music Italia il nuovo disco del Nada Trio La Posa, nato dalla collaborazione con Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti, rispettivamente chitarrista e contrabbassista degli Avion Travel, che oltre ai brani di Nada e all’inedito La Posa (del quale è stato pubblicato un video ufficiale sul canale della Warner) contiene un omaggio a Piero Ciampi con Sul porto di Livorno e a Gianmaria Testa con Dentro la tasca di un qualunque mattino, un brano tratto dal film L’angelo azzurro con Marlene Dietrich, Falling in love again, e un canto popolare salentino, Malachianta.

    Il 18 gennaio 2019 viene rilasciato per Woodworm Label il nuovo album È un momento difficile, tesoro, anticipato dal singolo omonimo e dal brano Dove sono i tuoi occhi.[9] L’8 febbraio 2019 si esibisce con Motta alla 69ª edizione del Festival di Sanremo nel brano Dov’è l’Italia, vincendo il premio per il miglior duetto. Il 25 ottobre esce Materiale domestico: un’autobiografia 2019-1969. L’8 novembre, anticipato dal singolo Come una roccia, esce il doppio album Materiale domesticche contiene venti provini del periodo 1986-2019 più quattro inediti.

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