Filelleni napoletani a Nafplio durante la Rivoluzione del 1821

Durante i primi mesi della Rivoluzione Greca del 1821, molti giovani ardenti seguaci delle idee dell’illuminismo e della libertà arrivarono in Grecia per “aiutare” i greci a ottenere la loro ambita indipendenza e libertà dal giogo ottomano. Si chiamavano Filelleni. Indubbiamente, il loro contributo alla Lotta per la Libertà, ma anche il loro contributo alla raccolta di denaro, beni di prima necessità e munizioni dalle città all’estero alla Rivoluzione della Grecia. Tra loro c’erano molti Filelleni Italiani venuti da Napoli. Il loro numero totale era di 137 italiani, molti dei quali hanno perso la loro vita. Dopo la liberazione si sono inseriti alla società greca e rimasero fino alla fine della loro vita a Naufplia o ad Atene.

Generico marzo 2021
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Nella piazza centrale dei Filellini a Nafplio(foto1) c’è il Monumento dei Filelleni (foto 2), lì si possono leggere tre importanti nomi di Filelleni originari di Napoli.

Il primo a venire nel Peloponneso per assistere alla rivoluzione greca fu Michele Gramsi di Napoli. Michele Gramsci prestò servizio nell’esercito del Regno delle due Sicilie come capitano di artiglieria. Lì incontrò i palikaria di Morea ed Epiro, che prestavano servizio come mercenari nel Regno delle due Sicilie. All’ inizio della Rivoluzione, sbarcò il 1 ° maggio 1821 a Kalamata con altri 9 cannonieri provenienti da altre parti d’Italia, che portò a proprie spese e fu promosso al grado di Capitano del Reggimento Baleth come capitano di artiglieria. Poi, dal 15 maggio al 16 giugno 1821, prese parte all’assedio di Navarino. Il 5 novembre 1821 fu trovato a Nafplio. Secondo le fonti, i rivoluzionari greci non avevano cannoni da battaglia. Alcuni cannoni erano disponibili ma probabilmente appartenevano all’armamento delle navi e furono collocati in Aria Nafplio, ma da nessuna fonte non viene menzionato che siano stati usati. Quel che è certo, è che i rivoluzionari greci avevano a disposizione i cannoni del castello di Bourtzi, che dal giugno 1822 era caduto nelle mani dei rivoluzionari greci. Molti proiettili di artiglieria furono sparati sulla città di Nafplio. L’offerta più importante di Michele Gramsci è stata quella di bloccare le navi con rifornimenti per i Ottomani. Fonti storiche dell’epoca menzionano un’altra conquista di Michele Gramsci: la cattura di una barca battente bandiera inglese (una specie di piccola imbarcazione) che tentò di entrare nel porto di Nafplio. Alla fine per questa città e durante le ostilità del 4 dicembre 1821 rimase gravemente ferito prendendo parte al fallito attacco per occupare Palamidi. Il 10 aprile 1822, per ordine del Ministero della Guerra, si recò nelle isole dell’Egeo e reclutò 282 uomini. Successivamente, come maggiore, prese parte alle battaglie combattute nel luglio 1822 contro l’esercito di Dramalis ad Argo, Dervenakia e Corinto, mentre il 5 settembre 1822, ha partecipato all’assedio di Nafplio. L’8 dicembre 1823 l’Esecutivo scrisse una lettera di ringraziamento a Gramsci. Il 3 maggio 1824 fu nominato “guardia temporanea” di Neokastro. Il 2 dicembre 1825 prese parte al secondo assedio di Tripolitsa e partecipò sotto G. Karaiskakis alle battaglie intorno all’Acropoli di Atene. Il 4 febbraio 1826 fu nominato “capo dell’artiglieria” nel campo dell’Attica. Negli anni di Kapodistrias continuò a prestare i suoi servizi mentre l’Assemblea nazionale ad Astros di Kynouria nel 1823 “lo elesse colonnello”. Gramsci morì all’età di 86 anni nel 1873 in Grecia.

Joseph Rosaroll (Giuseppe Rosaroll) nacque a Napoli nel 1775 da una famiglia di discendenza italo-svizzera. Scelse una carriera militare precoce (18 anni) e si arruolò nell’esercito napoletano già nel 1793. Nel 1799 la Repubblica del Partenone gli conferì il grado di capitano. Nel 1800 combatté nella battaglia di Marengo e successivamente entrò nell’esercito del ». A Milano ha scritto il suo famoso libro sull’arte della scherma. Tornò a Napoli con il generale André Massena nel 1806. Per il suo coraggio durante la campagna siciliana del 1811 con Joachim Myras, nel 1812 ricevette il titolo onorifico di maresciallo e il titolo di barone dell’impero. Con Myras ha anche preso parte alla campagna di Russia. Dopo la Restaurazione (1815) ricevette dal re Ferdinando (Ferdinando I delle Due Sicilie), sotto il suo comando una brigata e poi la divisione di Messina. Durante questo periodo scrisse molti trattati sull’arte della guerra. Rosarol arrivò a Zante per la prima volta nel 1808, quando incontrò Th. Kolokotronis, con il quale divenne intimo amico. Rientrato in Italia e preso parte alle rivolte rivoluzionarie contro il re di Napoli e accusato di carbonatazione e perseguitato dalle autorità, si rifugiò nuovamente a Zante con la moglie e cinque figli nel 1824. Esperto nell’arte dell’equitazione fu offerto, tramite la commissione greca dello Stato ionico, di impartire le sue conoscenze ai rivoluzionari greci, ma il governo inizialmente rifiutò di rispondere, a causa di un disaccordo di Mavrokordatos che riteneva che ciò avrebbe causato disagio agli inglesi. Nell’autunno del 1825, tuttavia, Rosaroll aveva già assemblato e addestrato una forza considerevole di cavalleria regolare, i cui membri erano stati addestrati all’uso di cavalleria di spada e lancia. Prima di raggiungere il Peloponneso, Rosarol offrì un grande servizio ai rivoluzionari greci fornendo loro informazioni riservate sull’esercito egiziano durante l’assedio di Navarino nel 1825. Secondo le fonti, Theodoros Kolokotronis, che era una vecchia conoscenza e amico di Z., lo intendeva comandante delle forze di terra. Ma prima che il governo greco potesse usarlo, Rosaroll contrasse il tifo e morì a Nafplio nel 1825, dove fu sepolto con la spesa pubblica e la partecipazione alla pandemia.

Un altro militare fu il generale Vincenzo Pisa, giunse in Grecia dalla zona di Formicola a Nola vicino a Napoli con altri sedici Filelleni italiani intorno alla fine del 1825 o all’inizio del 1826, le fonti qui non sono del tutto chiare. Il 27 gennaio 1826, guidato da 93 volontari stranieri, si unì al Corpo Regolare Faviero a Nafplio. Nel febbraio 1828 fu nominato sindaco di Nafplio. Nel luglio 1828 la Demogerontia di Nafplio lo naturalizza “un degno concittadino”. All’inizio del gennaio 1829 Vincenzo Pisa fu nominato “Comandante dell’Esercito nella Grecia Occidentale”, promosso al grado di Luogotenente Generale. Divenne comandante militare di Atene e del Pireo. Morì ad Atene il 16 luglio 1837. Aveva scritto il “Riepilogo delle lotte del Corpo Regolare”.

Degni e coraggiosi soldati, tutti e tre, hanno combattuto per gli ideali che sostenevano per tutta la vita lontano dalla loro patria, Napoli, in un’altra patria, la Grecia da cui erano stati ispirati e praticamente lottarono per la sua libertà e indipendenza offrendo i loro preziosi servizi.

Testo del prof. Konstantinos Tziampasis pubblicato il 25.03.2021 ad anagnostis.org per il Bicentenario della Rivolluzione Greca 1821-2021

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