Covid, nell’universo delle mascherine come riconoscere quelle affidabili.

La forte richiesta generata dalla pandemia ha avuto come effetto che nella moltitudine di dispositivi arrivati dall’estero, siano finiti anche prodotti irregolari con certificazioni false o addirittura contraffatti. Se la presenza del marchio CE è sicuramente un indicatore dell’idoneità del dispositivo si consiglia l’acquisto in farmacie e negozi autorizzati. Fondamentale riuscire a comprendere  la differenza tra le mascherine chirurgiche e le filtranti.

Con il prolungarsi della emergenza sanitaria e la diffusione delle sue varianti, oltre al rispetto delle norme e dei protocolli, diventa sempre più importante l’uso delle mascherine. Dispositivi che in attesa di una campagna vaccinale a larga scala rappresentano ,insieme alla continua sanificazione, al distanziamento,  ma sopratutto al buon senso individuale, le uniche armi di difesa contro  quella che a tutti gli effetti si può ormai considerare una immane tragedia che sta colpendo l’intera umanità.

Ne esistono di diversi tipi, monouso, riutilizzabili in tessuto o filtranti, per adulti e per bambini, l’universo delle mascherine, che sono ormai parte integrante della nostra quotidianità, è sempre più vasto.Bisogna tuttavia tener conto che con la forte richiesta generata dalla pandemia da Covid 19 ha avuto come effetto che nella marea di dispositivi arrivati dall’estero siano finiti anche prodotti irregolari con certificazioni false o addirittura contraffatti. Diventa quindi fondamentale per la sicurezza individuale riconoscere i prodotti a norma di legge e quindi affidabili.  Inoltre il comprendere la differenza tra le mascherine chirurgiche e le filtranti, ossia FFP2, FFP3, in questi particolari momenti  dovrebbe essere a portata di tutti i cittadini. Bisogna pertanto ancora una volta ribadire che le prime  sono dispositivi medici che proteggono gli altri, ma non chi le indossa, e quindi non possono essere etichettate come dispositivi di protezione individuale. Le mascherine filtranti (FFP2, FFP 3 o N95), invece, sono dei veri e propri dispositivi di protezione individuale DPI. Un prodotto per essere tale deve rispettare quanto stabilito nel regolamento Ue 425 del 2016. La norma stabilisce che le mascherine filtranti, come le FFP2 e FFP3, sono dispositivi di protezione individuale appartenenti alla categoria 3 di rischio. Ciò significa che per essere messe in commercio, i produttori devono prima passare il vaglio di un organismo notificato, specializzato nella certificazione dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Quest’ultimo certificherà l’aderenza del prodotto ai requisiti di una determinata norma tecnica. Soltando allora il produttore, potendo dimostrare la conformità del prodotto, può apporre il marchio CE. In definitiva rilevato che in molti casi  le certificazioni o le garanzie sono assenti o sospette e pertanto capire l’autenticità o meno dei prodotti, anche se  la presenza del marchio CE è sicuramente un indicatore dell’idoneità del dispositivo, si consiglia l’acquisto in farmacie e negozi autorizzati. – 06 marzo 2021 – salvatorecaccaviello

 

Fonte: Skytg24

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