Coronavirus, il dramma dei bar e dei ristorati

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É da un’anno a questa parte che 256mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi stanno attraversando un periodo difficile. Qualcuno purtroppo abbassa le serrande schiacciato dalle difficoltà, altri provano a sopravvivere alle costanti e sempre più incisive restrizioni dei Dpcm. Dopo la prima fase Covid, adesso ci ritroviamo in una seconda fase con altrettante limitazioni. Tutte necessarie per tutelare la salute pubblica, ma allo stesso tempo mettono in difficoltà chi lavora negli ambienti a contatto con il pubblico, come locali, bar, ristoranti. Come possono quindi i proprietari di queste attività riuscire a pagare i conti, i dipendenti e anche a guadagnare?
Bar e ristoranti registrerebbero circa 8 miliardi di fatturato in meno, circa 1,0 miliardi di minori entrate fiscali e 45mila posti di lavoro a rischio in più.
Ma quando si ritornerà alla normalità, a scambiarsi due chiacchiere seduti al tavolino di un bar o a prendersi un caffè al bancone?
Per gli amanti di questi luoghi é stato realizzato un mini cortometraggio dal titolo “Meno Cinque”. La trama mostra una scena di vita quotidiana: i cinque minuti che precedono la chiusura di un bar al tempo del Covid, che a seguito del dpcm è costretto a chiudere alle 18.
Il film è stato girato nel bar “Shardana” e vede protagonisti Antonio Ginesu nel ruolo del barista, Mauro Chessa e Nicola Rovasio in quello dei clienti. Il tutto si svolge nei cinque minuti precedenti alla chiusura dell’attività. Il corto cerca di raccontare quanto sia difficile, per i frequentatori dei locali e per coloro che sono soliti andare al bar per stare assieme agli amici, vivere ed accettare questa condizione imposta dai decreti.
Alternanza scuola lavoro con positanonews
Roberta Aversa

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