Variante inglese è in Italia, addirittura un caso su cinque dei contagi covid

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    Variante inglese è in Italia, addirittura un caso su cinque dei contagi covid Circa un caso positivo su cinque è portatore della variante inglese, cioè il 17,8%. Le Regioni hanno inviato ieri al ministero e all’Istituto superiore di sanità i risultati del controllo straordinario fatto il 3 e il 4 febbraio. In quei due giorni hanno approfondito un campione dei test risultati posivi per capire appunto in quanti sono stati colpiti dalla variante inglese del coronavirus.

    L’esito della ricerca straordinaria riporta un dato medio piuttosto alto, anche se in linea se non inferiore a quello di altri Paesi europei (la Francia è al 20-25%, la Germania al 30%) con forti variazioni nelle Regioni. La variante infatti circola soprattutto nel centro del Paese, come in parte era già noto, è cioè tra Umbria, Marche, Abruzzo, Emilia che hanno percentuali superiori alla media. Oggi del tema si parlerà nel corso del Cts. La variante inglese del virus SarsCov2 è probabilmente destinata – secondo gli studi dell’Istituto superiore di sanità – a diventare quella prevalente nei prossimi mesi.

    “Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 8 febbraio – dicono dal ministero alla Salute – I campioni analizzati sono stati in totale 852 per 82 laboratori, provenienti da 16 regioni e province autonome, ripartiti in base alla popolazione. Il risultato medio è in linea con quello di altre survey condotte in Europa. Il range di prevalenze sembra suggerire una diversa maturità della sub-epidemia determinata probabilmente da differenze nella data di introduzione della variante stessa. Èpresumibile pertanto che tali differenze vadano ad appiattirsi nel corso del tempo”.

    A preoccupare è la capacità della “inglese” di essere più contagiosa, cioè di far alzare l’Rt una volta che la tipologia di virus diventa prevalente. Fino ad ora, visti i dati generali della circolazione del virus, non avrebbe comunque influito particolarmente sui contagi ma si teme una escalation rapida via via che prenderà piede. Nell’indagine non si prendevano in considerazione le altre varianti che si stanno diffondendo nel mondo. In Italia comunque sono stati registrati vari casi di quella “brasiliana”, in particolare nell’Umbria del nord e anche in alcuni comuni tocani al confine con quella Regione, come Chiusi. Molto temuta è poi la “sudafricana” che da noi sarebbe poco diffusa me che ha portato l’Austria a bloccare il Tirolo, dove ha provocato 400 casi.

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