Un “Canto d’amore” per chi soffre della Tourette
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“Canto” è il nuovo singolo della cantautrice Veronica Kirchmajer, struggente, delicato si avvicina in punta di piedi a chi soffre di quella Sindrome che prende il nome dal famoso neurologo francese Georges Gilles de la Tourette che per primo ne approfondì la conoscenza. La Tourette è infatti un disturbo neurologico che esordisce nell’infanzia e che causa tic motori e fonici multipli e involontari. Vi è mai capitato di incontrare una persona che all’improvviso ha scatti delle braccia, compie piroette, lancia oggetti ed inizia a dire parole volgari senza alcuna ragione? Ecco, si è di fronte ad un “tourettico”, ossia un soggetto affetto dalla Sindrome di Tourette. Oliver Sacks ne “Un antropologo su Marte” descrive così la Sindrome di Tourette e aggiunge che è stata osservata in tutte le culture e gli strati sociali. Addirittura, quasi 2000 anni fa Areteo di Cappadocia, parlava in alcuni suoi scritti di soggetti “in preda a contrazioni, smorfie, o che bestemmiavano involontariamente”. Lodevole dunque è l’iniziativa di Veronica Kirchmajer che con la sua arte ha dedicato la giusta attenzione a questo disturbo che causa dolore alla persona che ne soffre e a chi gli è vicino. “Questa canzone è nata per amicizia e per affetto nei confronti di una cara amica e di una bambina speciale di nome Amelie, racconta la stessa Veronica Kirchmajer, un giorno, quasi per scherzo, questa mia amica mi ha chiesto di provare a scrivere una canzone sulla Tourette e sui bambini con questa sindrome e così ho deciso di mettermi alla prova. Ho sempre avuto una grande passione per i bambini e l’idea di poter parlare di loro con una canzone mi ha reso a dir poco felice! Quando gliel’ho fatta ascoltare, si è messa a piangere. Il ricordo di quell’emozione mi spinge a voler parlare di questa canzone e del messaggio di amore, di comprensione e di sostegno che volevo esprimere con quelle parole”. Al contrario di quanto accade ne “Il Giardiniere galante” di Florent Carton detto Dancourt non siamo qui a prenderci gioco del “tourettico” come si faceva a fine Seicento nella società parigina perché non si intuiva il dolore che c’era dietro quegli strani, assurdi e improvvisi tic, ma alle porte del Secondo Millennio, della sofferenza vogliamo avere rispetto e chiedere che ne abbiamo tutti combattendo ignoranza e egoismo, anche una canzone pop può dare un grande contributo di sensibilizzazione su argomenti così delicati.
a cura di Luigi De Rosa