Svolta su cinema e teatri: l’ok del Cts per aprire il 27 marzo

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Svolta su cinema e teatri l’ok del Cts per il 27 marzo. Solo domani la cabina di regia dell’Istituto superiore della Sanità e del ministero della Salute e poi il Comitato tecnico scientifico (Cts) metteranno nero su bianco le raccomandazioni per il nuovo Dpcm. Ma come ha spiegato Roberto Speranza in Parlamento, d’accordo con Mario Draghi che ha scelto la linea della «massima cautela e prudenza sulla base di dati oggettivi», gli italiani non devono aspettarsi alcun allentamento delle misure anti-Covid. Anzi.
Anche a Pasqua, a dispetto degli altolà di Matteo Salvini, ci sarà il coprifuoco, i ristoranti e i bar chiuderanno alle sei di sera (si valuteranno dopo la prima settimana di aprile deroghe per le zone a più basso rischio), lo sci resterà vietato, come proibiti rimarranno gli spostamenti tra Regioni e verso le seconde case se in zona rossa.

Insomma, il nuovo Dpcm che sarà varato lunedì e avrà validità fino al 6 aprile (la bozza oggi verrà consegnata alle Regioni), sarà tale e quale a quello in scadenza. Con una sola possibile eccezione: cinema e teatri potrebbero riaprire il 27 marzo. Così è stato deciso ieri sera in un vertice a palazzo Chigi con Speranza, Maria Stella Gelmini (Regioni), Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo), Dario Franceschini (Cultura), Stefano Patuanelli (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Famiglia). A spingere Draghi, Speranza e Gelmini a non rendere più lasche le misure sono i dati dell’epidemia.

Buon nuove, probabilmente, per cinema e teatri, quantomeno in zona gialla. Dopo il pressing di Franceschini che vorrebbe riaprire questi settori il 27 marzo (festa mondiale del teatro), il Cts ha dato un primo ok con qualche riserva. Un via libera non ancora definitivo perché, a quanto si apprende, non saranno accolte alcune delle richieste del dicastero della Cultura e ieri sera il vertice di palazzo Chigi ha sospeso il giudizio.

Ad esempio non è stata accolta la richiesta sul da farsi nel caso in cui, a teatri riaperti, una Regione passi da un colore all’altro. Per gli aperturisti, come Franceschini e alcuni componenti del Cts, salvo esplosioni di contagi si dovrebbe portare lo spettacolo a termine come da calendario per non penalizzare i lavoratori e le produzioni. Di parere opposto i rigoristi, corrente maggioritaria tra gli scienziati e nel ministero della Salute.

Il protocollo, trapela, si baserà su quello della prima riapertura post lockdown dell’anno scorso ma più rigido: accanto agli ingressi contingentati e all’areazione dei locali, saranno introdotti biglietti nominativi e prenotazioni online (in modo da poter tracciare gli eventuali contagi), mascherine Ffp2 per tutti e sempre (pubblico e lavoratori, anche durante lo spettacolo) e sanificazione della sala ad ogni pausa. Inoltre, per rispettare il coprifuoco, l’ultima visione non potrà che finire prima delle dieci di sera.

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